IL MATERIALE DEL CRIMSON CIRCLE

La Serie The Art of Benching – L’Arte del Panchinare

SHOUD 2 – Con ADAMUS SAINT-GERMAIN, canalizzato da Geoffrey Hoppe

Presentato al Crimson Circle il 6 novembre, 2021

Registrato a Villa Ahmyo (Padiglione Shaumbra), Kona, Hawaii, USA

www.crimsoncircle.com

Traduzione di Samanta Mela e Lucia Ligi

NOTA IMPORTANTE: Queste informazioni non sono probabilmente adatte a te a meno che non ti assumi la piena responsabilità della tua vita e delle tue creazioni.

* * *

 

Io Sono quello che Sono, Adamus del Dominio Sovrano.

Benvenuti nella Casa degli Shaumbra, cari Shaumbra. Benvenuti a Casa. Non importa dove siete voi o dove sono io, siamo nella Casa.

Tutte le energie in questo momento sono concentrate su questa Casa, sugli Shaumbra, su di voi, sul vostro viaggio. Tutta la coscienza è qui. Siamo tutti qui per un altro Shoud. Hm.

Non importa dove siate, non importa chi siate, cosa stiate facendo in questo momento, è appropriato per voi essere qui. È stato qualcosa che avete scelto. Non c'è stato alcun errore. Anche se siete in fondo alla stanza a sbirciare sulla porta di questa Casa degli Shaumbra, è così appropriato che siate qui.

Tutto questo è qualcosa che è stato scelto, tutto riguarda il codice energetico, il motivo per cui voi siete qui, il codice non dice esattamente come ci arriverete. Il codice dice solo: "Tu sarai qui". Non è un errore che Cauldre sia qui a portare questi messaggi da parte mia. Non è un errore che la cara Linda di Eesa sia seduta qui al suo fianco. Non è un errore che la squadra del Crimson Circle, il loro staff sia qui a supportare questo servizio agli Shaumbra, e non è una sorpresa che voi siate qui. Non è un errore. Non possono esserci errori. Non è semplicemente una coincidenza. Anche se pensate di stare solo sul bordo del perimetro a sbirciare di tanto in tanto, non è così. Tutto questo ha come base la codifica e il design, che sono il motivo per cui siete qui.

Ora abbiamo cose da fare, cose molto specifiche. Come ho detto tempo fa, non si tratta solo della vostra Realizzazione. Quello è un dato di fatto. Ecco perché non mi concentro molto su di essa. Un promemoria ogni tanto, solo per fare un respiro profondo e permetterla, ma sarebbe arrivata comunque. Siamo qui sul pianeta, proprio ora, come questo gruppo chiamato Shaumbra, a proposito, è un bellissimo termine. Shaumbra è effettivamente diventato un'entità. Non un essere con l'anima, ma un'entità, a causa di tutto ciò che voi e noi abbiamo fatto in questi molti, molti anni. Ma non c'è dubbio sul fatto che voi siate qui, non c’è alcun errore.

Spesso vi sento pensare o dire a voi stessi: "Non so cosa dovrei fare. Non so perché sono qui. Qual è il mio scopo? Come mai non ho un lavoro che mi appassiona? Come mai non ho passione per molte cose? Come mai non sono così interessato a stare con le altre persone? Perché a volte mi sento come una nave senza timone?” È perché c’è voluto molto tempo per arrivare qui. Abbiamo dovuto aspettare molto perché la società, la coscienza di massa, tutti gli elementi facessero le loro cose, per arrivare al Tempo delle Macchine, per essere in questo tempo, il tempo della nuova specie di umani sul pianeta - nuovo corpo, nuova mente, nuova coscienza e nuovi pensieri, per essere in questo tempo.

Questo è il motivo per cui siete qui. L'avete scelto voi. Non vi abbiamo trascinato (Adamus ride) fuori dal letto e costretto a venire con noi. Avete scelto di essere qui in questo momento. So che ci sono momenti in cui la mente va avanti e indietro, e si chiede, riflette, dubita e si interroga. Questo va bene. Questo è ciò che la mente ha sempre fatto. Forse potremmo iniziare a cambiare le cose.

Ma adesso, sentitelo semplicemente dentro, la vostra scelta, il vostro - potreste in un certo senso dire - destino dell'anima, un destino che, sì, avreste potuto lasciare in qualsiasi momento. Alcuni Shaumbra lo hanno fatto. Se ne sono andati e alcuni non sono tornati. Molti sono tornati perché hanno capito che non si tratta di lezioni. Non si tratta di insegnamento. Non si tratta di dover seguire tutto ciò che facciamo, di dover partecipare ad ogni workshop, Shoud, Cloud Class o qualsiasi altra cosa. È perché siamo qui con questo comune legame dell’essere sul pianeta in questo momento come Maestri. Non come umani bisognosi, non come umani insoddisfatti, ma come Maestri. E che ve ne rendiate conto o no, voi siete un Maestro. C'è ancora quella parte, forse, che dubita e gioca, ma lo siete davvero. Lo siete davvero, altrimenti non sareste qui e io non sarei qui.

Sentite per un momento, la ragione per cui avete scelto di tornare, la ragione per cui avete scelto di essere qui in questo momento. Sentite nel percorso che vi ha portato qui. A volte un percorso molto lungo e arduo, ma una cosa certa è che ne avete tratto delle storie. Avete molte storie.

Sentite nel destino dell'anima che vi ha portato proprio qui. E non significa che cercheremo di convertire il pianeta. Non significa che cercheremo di cambiare tutti. Non ce n’è bisogno. Nessun desiderio di farlo. Ah, la vera definizione di compassione è accettare tutto ciò che è, compresi gli altri, permettendo loro di fare ciò che scelgono di fare, proprio come a voi è stato permesso di fare ciò che avete scelto di fare. A volte è avventuroso, a volte molto triste, deprimente e doloroso. Altre volte bello e gioioso, ma voi avete scelto per voi stessi cosa fare, quindi, permettiamo a tutti gli altri di farlo. Questo è il vero, autentico segno di compassione.

Non abbiamo libri che distribuiamo e non diciamo alle persone che devono leggere tutte le note sacre e che ci sono dentro o cose del genere. Siamo semplicemente qui per sederci sulla panchina, per brillare la nostra luce, per illuminare, perché ci sono così tanti potenziali che gli umani non vedono ancora. Vivono in una realtà molto limitata, molto ristretta. Non li vedono ancora. Ma, sapete, quando la luce si accende, quando la vostra luce si irradia al mondo, allora li vedono. E allora dipende da loro. Sceglierli, non sceglierli, non importa. Ci sediamo semplicemente qui su una panchina del parco, o nel mio caso su uno sgabello da bar, e beviamo un po’ di caffè, nel mio caso un caffè davvero buono.

Quindi, facciamo un respiro profondo con questo.

Amplificato? Amplificato? Ho sentito la cara Linda parlare di cose amplificate, intensificate? Lo sento dopo che facciamo un workshop o una classe o uno Shoud o praticamente qualsiasi cosa in questi giorni, una Classe Cloud, la gente dice che è amplificata, così intensa, così veloce in questo momento. Beh, assolutamente. Stiamo tenendo il passo - leggermente in anticipo - dell'umanità, e l'umanità è amplificata in questo momento in ogni modo, spesso sembra essere confusa, scombussolata, un caos totale. Ma in realtà non è così. Non lo è veramente, davvero. È solo un cambiamento. È solo quello che succede quando tutto sta cambiando a velocità quantica e le persone fanno fatica ad abituarsi, a capirlo. Sta sconvolgendo la loro mente. Semplicemente non possono comprendere. Non hanno parole per esprimerlo. Non hanno qualia, che è un'associazione di qualcosa nel passato a cui fare riferimento, oltre al fatto che sta andando dannatamente veloce ed è piuttosto confuso.

Ci sono persone che gridano alle ingiustizie in tutto il mondo, certamente ce ne sono molte, e certamente continueranno ad esserci ingiustizie, in qualche modo l'abisso, il divario si allargherà, tra chi ce l'ha e chi no, tra chi lo vuole e chi non lo vuole. Ma la conclusione è che tutto questo caos, tutto questo trambusto, serve a uno scopo. Lo fa davvero.

E cosa si può fare? Beh, potete semplicemente fare un respiro profondo e realizzare che siete arrivati fin qui. Datevi il merito per questo. Siete arrivati fin qui. E voi dite: "Cosa dovrei fare adesso?" Niente. Avete fatto tutto quello che dovevate fare. Avete fatto tutto quello che dovevate fare. Potete metterlo sulla vostra homepage come citazione. Avete fatto tutto quello che dovevate fare, e ora siete qui ed è in effetti il momento di unirvi agli altri Maestri Ascesi che sono sul pianeta proprio ora e semplicemente godervi la vita, irradiare la vostra luce. Fate le cose che non avete fatto per voi stessi. Siate audaci e coraggiosi. Uscite dagli schemi. Fate cose che non avete fatto per voi stessi. Voi direte: "Sì, ma in questo momento dovrei essere qui per il pianeta a irradiare la mia luce". Sì, e questo accade quando fate cose per voi stessi, quando vi godete la vita, quando mettete fine alla vostra sofferenza.

Ma in questo momento siete qui per vostra scelta, e siete qui con altri che la pensano come voi. Non legati insieme in qualche affiatata comunità o comune o unità o qualcosa del genere. Siete qui in associazione con altri, in compagnia e in amicizia con altri, con i vostri vecchi amici.* Vecchi, voglio dire, vecchi, vecchi, come dai tempi di Atlantide, come dai tempi di Yeshua, dai tempi biblici, come dalla Scuola Misterica. Siete qui con i vostri vecchi amici, e ora è il momento. Vi siete guadagnati il diritto di sedervi, prendere una tazza di caffè, un bicchiere di vino, qualunque cosa sia. Non avete bisogno di fare. Avete fatto tutto il lavoro, e ora si tratta solo di essere qui.

* Riferendosi alla canzone " Old Friends (Vecchi Amici)" suonata prima della canalizzazione

Potete prendervi un momento, mentre ci lanciamo in questo Shoud, per accettare semplicemente questo, per permetterlo? Avete fatto tutto quello che dovevate fare e ora siete arrivati. Ora è il momento di assaporare la vostra maestria. Oh, imparerete sempre di più o sperimenterete sempre di più come è, come ci si sente ad avere la propria energia al proprio servizio.

Potete semplicemente permettervi di essere un Maestro qui al Tempo delle Macchine facendo esattamente ciò che siete venuti a fare, semplicemente accendendo la luce? Non ci vuole molto lavoro. Si tratta solo di accendere la luce, sedersi, poi guardare, osservare. Una cosa che forse potreste fare se si tratta di 'fare cose', è osservare. In questo momento è affascinante osservare da dietro il muretto. Affascinante da osservare.

Oggi, più tardi, farò una benching merabh con voi, ed è solo panchinare. Voglio dire, è abbastanza facile. Non avete bisogno di molto allenamento. Non c'è bisogno di molta formazione per questo. È solo panchinare. Vi sedete su una panchina o su una sedia, qualunque cosa sia, prendete la vostra bevanda o il vostro snack preferito, fate qualche respiro profondo, mettete un po' di musica se volete e vi mettete a panchinare, cioè lasciate che la vostra luce risplenda sul mondo. Questo è abbastanza facile. E poi osservate cosa succede.

Osservate cosa succede nel mondo, entro, diciamo, un tempo relativamente breve dopo aver fatto una benching merabh in questa Casa degli Shaumbra. Osservate cosa succede nei prossimi, forse quindici giorni, due settimane dopo. Potrebbe accadere prima; potrebbe accadere dopo. E voi potreste dire: "Beh, qualcosa sarebbe successo comunque". Bene, iniziate a guardarlo, cercate un vero cambiamento, cercate un grande cambiamento. E ogni mese, mentre procediamo e facciamo la nostra “merabizzazione”, il nostro panchinare insieme, cominciate a notare gli schemi e quello che succede nel mondo dopo.

E, di nuovo, non stiamo cercando di cambiare il mondo. Quello è un gioco duro da fare, perché il mondo ci si fionderebbe dentro. Se dite: "Cercherò di cambiarti", il mondo dirà: "Che il gioco abbia inizio! Tu cerchi di cambiare me, io cercherò di cambiare te. Che il gioco abbia inizio. Vediamo un po'. Vediamo chi la vince questa partita". No. Non stiamo facendo questo. Si tratta semplicemente di prendere la vostra bevanda preferita, e sedervi sulla vostra panchina preferita del parco. E mi dispiace molto per quelli di voi - iniziamo questa serie del panchinare proprio quando in alcuni posti inizia l’inverno, ma vestitevi bene, mettete qualche strato in più, o sedetevi in un caffè o sedetevi a casa se volete. È bello uscire di casa una volta ogni tanto, ma se volete sedetevi in un caffè. Sedetevi in macchina e iniziate a panchinare. Accendete il riscaldamento o qualsiasi cosa , ma questo è il momento di far risplendere la luce e poi osservare. Se avete intenzione di fare qualcosa, osservate semplicemente cosa succede sul pianeta. Forse c'è qualcuno là fuori che inizierà a tracciare questo per noi, un certo Shoud tenuto in un certo giorno.

Facciamo un respiro profondo con questo.

Siete qui per una ragione. Non per avere qualche grande lavoro importante o non per cambiare il mondo o non per costruire una straordinaria identità per voi stessi. Siete qui semplicemente come un Maestro. Questa è una bella storia in sé, non solo, sul come siete arrivati qui, ma anche sul "Sono venuto in questo mondo proprio ora per essere un Maestro. Eccomi qui".

Facciamo un bel respiro profondo con questo.

Amplificato? Assolutamente sì. Tutto è amplificato e persino - cara Linda, sei bellissima oggi.

LINDA: Beh, grazie.

ADAMUS: Invece io, wow.

LINDA: Sempre bello.

ADAMUS: Grazie. Non sono ancora abituato a indossare queste camicie di tipo hawaiano, ma dopo un po’ mi abituerò.

LINDA: Sono comode.

ADAMUS: Comode. Nemmeno Mark Twain indossava questo tipo di abbigliamento.

LINDA: Oh.

ADAMUS: No, no. Sempre una cravatta. Sempre una cravatta.

Ma comunque cara Linda, dai nostri recenti Shoud ed eventi e workshop, sai che le cose stanno andando molto velocemente. Ma non così veloce da travolgerti.

LINDA: No.

ADAMUS: Forse può influire. Come sei stata influenzata, colpita, dopo il workshop “Maestri in Comunicazione”?

LINDA: Era solo - era così in espansione e sul cambiamento di prospettiva, e continui a farlo, e così è come se pensassi di essere ...

ADAMUS: Ecco perché mi pagano tanto.

LINDA: Lo so! E allora - quindi, sai, continuo a pensare, ok, dove andrà a finire, dove ci porterà questo? E poi continua sempre di più!

ADAMUS: Continua sempre di più. Saresti delusa se fosse solo: "Oh ragazzi, sempre la stessa cosa, non è cambiata in 10 anni?"

LINDA: Non sarei ancora qui.

ADAMUS: Non saresti ancora qui. Ok. Ma, sì, è amplificato, e dopo una sessione molto intensa come quella che abbiamo appena fatto, è stato bellissimo.

LINDA: Incredibile.

ADAMUS: A volte influenza il corpo, in particolare perché stavamo parlando del corpo, il corpo fisico e il corpo di luce. E lo noterete, e a volte può essere solo, quello che chiamereste, stancante e ciò che sta realmente accadendo è che avete solo bisogno di stare fermi per un po', dormire o rilassarvi o smettere di fare cose tutto il tempo.

LINDA: Mi stai chiedendo di ammettere che ero distrutta e...

ADAMUS: Non sto chiedendo niente (Linda ride). Sto seminando suggerimenti.

LINDA: (ridendo) Ero un po' distrutta!

ADAMUS: Oh, eri distrutta e così molti altri che hanno partecipato a Maestri in Comunicazione. Vi colpisce, e una volta ogni tanto si tratta semplicemente di andare a sedersi in piscina o sdraiarsi a letto. Non consiglio sempre di sdraiarsi sul letto, perché il letto ha un'impronta energetica. È più per dormire che per cambiare, aggiustare, spostare la coscienza.

LINDA: Non sono andata sotto le lenzuola, quindi...

ADAMUS: Oh, questo sì che fa una grande differenza.

LINDA: Sì, sì. Sì, oh, assolutamente.

ADAMUS: Okay. Sì, sì.

LINDA: Completamente. Totalmente (Adamus ride).

ADAMUS: Quindi, comunque, sì, assolutamente le cose si stanno amplificando. Stanno andando veloci, ma...

LINDA: In un modo “figo”.

ADAMUS: Penso che saremmo tutti annoiati se non lo fossero, se fossimo bloccati, se non succedesse nulla.

LINDA: Non funzionerebbe così bene.

ADAMUS: Non funzionerebbe così bene. Ok.


Una Storia

Bene, iniziamo lo Shoud, e vorrei iniziare con una piccola storia. Questa storia si svolge molto, molto tempo fa. È la storia di Giuseppe, uno scultore di talento molto brillante. Storia di Giuseppe.

Allora, Giuseppe amava fare sculture in bronzo. Il bronzo, naturalmente, è la combinazione di rame e stagno, ed è relativamente facile da lavorare considerando, beh, comunque è più facile che lavorare con il marmo o la pietra o cose del genere. Giuseppe amava creare di tutto. Ha iniziato creando piccole miniature in bronzo, che poi sono diventate sempre più grandi. Faceva sculture a grandezza naturale, ed era conosciuto ovunque per essere il più grande scultore tra tutti.

Un giorno disse: "Ora voglio fare il mio capolavoro. Voglio creare una straordinaria scultura di Dio. Di Dio. E, naturalmente, a quei tempi, tutti collegavano Dio all'aspetto di un vecchio. Così progettò questa scultura. Era alta cinque metri. Era molto alta, era la scultura più alta che qualcuno nella storia conosciuta avesse mai tentato di fare. E passò molto tempo a lavorare sul disegno di Dio, ma naturalmente sembrava un uomo. Le cose non sono cambiate molto da allora. La gente ancora si relaziona a Dio pensando l’immagine di un grande vecchio. Giuseppe comunque aveva creato quest'opera di grande bellezza, prestando attenzione ad ogni piccolo dettaglio, diventando quasi ossessivo, facendo vivere ai suoi apprendisti un momento difficile ogni volta che veniva fatto anche solo un piccolo errore, un pasticcio, perché voleva che questa fosse la scultura che avrebbe resistito al tempo per onorare Dio. E forse mostrare alla gente che Dio era sempre presente. Dio non era solo in cielo da qualche parte, ma Dio era qui sulla terra come una scultura.

Così, venne il giorno in cui avrebbero versato il bronzo fuso nello stampo. Hai presente gli stampi. Tu hai fatto lavori in metallo, cara Linda. Venne il giorno, così mischiarono il tutto in un enorme recipiente, un enorme recipiente di bronzo fuso. I fuochi erano caldi ed il bronzo, liquefatto dal fuoco, ribolliva, era pronto per essere versato nella prima porzione dello stampo.

A quel punto, Giuseppe, così attento ad ogni piccolo dettaglio, voleva sapere esattamente la consistenza del bronzo fuso in quel momento, voleva sapere se era alla giusta temperatura e se tutto andava bene, se i giusti coloranti fossero stati aggiunti per un effetto extra. Stava guardando, era vicino al grande calderone di bronzo sempre più bollente, e lui - (Linda sussulta) - guardò dentro, e facendolo, andò un po' troppo oltre.

LINDA: Oh!

ADAMUS: Cadde direttamente nella vasca di bronzo fuso.

Ora, voi penserete che questa sia la fine della storia, ma naturalmente, no, no, no. Questo è un racconto di Adamus. La storia continua.

Nel momento in cui il suo corpo colpì quel bronzo liquido bollente, si sciolse. Non si bruciò, semplicemente si sciolse e subito si trasformò in piccoli cristalli all'interno di quel bronzo. Si cristallizzò. E la cosa divertente era che ci si aspettava che, beh, il povero Giuseppe sarebbe stato, sapete, fondamentalmente un Giuseppe arrostito o fritto a quel punto, ma non lo era. Era ora all’interno di questo bronzo fuso, e poteva sentire se stesso. Poteva ascoltarsi. Era consapevole. Il calore non gli bruciava la pelle, perché non ne aveva più. Tutto si era cristallizzato. Ma era nel mezzo dell'esperienza, in questa liquefazione, di quello che sarebbe dovuto essere Dio molto presto, lui era all’interno.

Beh, gli apprendisti erano occupati e distratti. Avevano molto da fare. Giuseppe aveva dato loro così tante istruzioni in anticipo, come tutto doveva essere fatto esattamente al momento giusto e doveva essere fatto assolutamente bene. Così, senza preoccuparsi di dove fosse Giuseppe - pensavano che forse fosse uscito per andare in bagno - versarono il bronzo fuso nello stampo, e poi lo versarono anche nell'altra metà, li misero insieme e li lasciarono indurire. Ed ora ecco Giuseppe fuso nella sua scultura.

Una volta raffreddato il bronzo, rimossero lo stampo e ammirarono la bellezza di questa scultura di Dio molto, molto alta, erano stupiti di come appariva ora, non solo come una fusione, ma come appariva nella vita reale. Era così alta, e sembrava così potente, era così in possesso della sua autorità e del suo potere.

Bene, gli apprendisti erano occupati a fare tutti i ritocchi su questa statua e a rifinire alcuni degli spigoli grezzi, a ritoccarla qua e là, e nessuno si preoccupava di chiedere dove fosse Giuseppe. E quella statua rimase ferma per alcuni giorni prima che fosse pronta per essere portata da un esercito di uomini nella piazza del villaggio ed eretta in cima al supporto che avevano costruito insieme, ed ecco Giuseppe dentro la statua, letteralmente fuso nel bronzo. Poteva ascoltare se stesso. Poteva sentire se stesso. Sentiva gli altri parlare e si chiedeva: "Come mai nessuno dice: 'Dov'è Giuseppe? Dov'è Giuseppe?" Ma, beh, si sapeva che amava le donne del paese, tutti pensavano che fosse scappato con qualche giovane donna e che forse non sarebbe più tornato. Ma il compito degli apprendisti era quello di mettere su questa bella scultura, cosa che è stata fatta.

E così ecco questa scultura di Dio che guardava il villaggio e la gente del villaggio con Giuseppe fuso in essa, chiuso dentro, senza poter uscire. Provò a gridare, ma nessuno lo sentiva. Provò a spingere per uscire, ma, oh, quel bronzo era così forte. Non c'era niente da fare. Si chiese: "E adesso? Cosa succederà a Giuseppe?"

Non passò molto tempo prima che la gente si dimenticasse di lui. Di nuovo, presumevano che fosse scappato dalla città con qualcuno, qualcosa o chissà. Ma ben presto, gli abitanti del villaggio, passavano di lì ogni giorno e onoravano questa statua di Dio, senza sapere che Giuseppe li guardava, poteva sentirli, poteva vederli, poteva udirli.

E poi, una generazione dopo l'altra ammirava questa statua di Dio. Le persone venivano da molto lontano per vedere quest'opera, e ben presto si dimenticarono chi fosse l'artista che l'aveva fatta. Era solo Dio. Poi si diffuse la storia che questa statua era apparsa un giorno e che aveva delle strane caratteristiche. Anche se era solo bronzo, a volte sembrava quasi viva. Alcuni sostenevano che di notte brillava un po'. Alcuni sostenevano di sentire delle voci provenire da essa.

Generazione dopo generazione, passava davanti alla statua di Dio. E per tutto il tempo, Giuseppe li guardava chiedendosi se sarebbe mai uscito dalla statua.

Dopo diverso tempo si era talmente radicato nella statua che era diventato la statua. Non c'era davvero più un Giuseppe. C'era solo la statua. Si dimenticò di chi fosse, dimenticò il suo nome. Era ormai solo la statua e stava lì, giorno dopo giorno, per essere ammirata da tutti e adorata da tutti.

Passarono molte generazioni e l’erosione prodotta dagli elementi cominciò a farsi sentire sulla statua - il vento, le piogge, le tempeste, soprattutto i piccioni. E lentamente, lentamente la statua di Dio, creata da Giuseppe, cominciò a consumarsi. Ben presto non aveva più lo stesso fascino che aveva quando era nuova, nei suoi primi 100 anni. Ben presto divenne solo vecchia e sporca. La gente proveniente da ogni parte smise di venire a visitarla. La gente del villaggio smise di venire a venerarla o a chiedere che le preghiere fossero esaudite. Molto presto fu tutto dimenticato. Gli arbusti cominciarono a crescervi intorno, gli alberi a sovrastarla, e, fu tutto dimenticato, con Giuseppe rinchiuso dentro.

E poi un giorno, dopo un migliaio di anni o più, con la statua di Dio che si ergeva sopra il villaggio, ma ormai quasi dimenticata, arrivò una grande tempesta. Arrivò un giorno dall’orizzonte un enorme tornado e si mosse attraverso il villaggio e andò dritto alla statua di Dio, fatta da Giuseppe, dritto a lei. Ormai la statua era piuttosto logora, aveva dei buchi, aveva perso molti dettagli, era scolorita, non era un granché. Era piuttosto scialba, piuttosto spenta, e questo tornado si diresse direttamente verso di essa, buttandola per terra e frantumandola in migliaia di pezzi.

E a questo punto, tutto questo trambusto svegliò Giuseppe. Dopo più di mille anni in cui era rimasto bloccato nella sua stessa scultura, questo trambusto lo svegliò. E al risveglio, non si rese conto di chi fosse stato, ma sapeva di essere stato intrappolato in quella scultura per molto, molto tempo. Al risveglio, c'era quasi una paura che lo assaliva: "Chi sono adesso? Non sono più questa statua. Non sono più la statua di Dio. Chi sono ora? Sono libero, ma cosa significa? Cosa faccio con la mia libertà? Non sono più fuso in questa statua. La statua è tutta in pezzi ora, sparsi ovunque. Ma chi sono io? Non ho più un'identità".

Poi Giuseppe sentì una specie di voce dall'interno, e quella voce disse: "Beh, tu sei Dio. Heh! Hai recitato il ruolo della statua per più di mille anni, ora esci e vivilo. Sei Dio". E Giuseppe disse: "Beh, non ho davvero altre scelte, perché non ricordo chi ero. Non ho più il senso dell'identità. Ero così rinchiuso in questa statua e ho dimenticato chi ero. Potrei anche uscire e basta. Libertà, non so cosa significhi. So di essere libero, ma cosa significa?".

Giuseppe, come Kuthumi, iniziò semplicemente a camminare. Cominciò a sperimentare, e lentamente, lentamente alcuni dei suoi ricordi dell’essere Giuseppe tornarono e i ricordi che più tardi avrebbe ricordato riguardavano le vite passate. Lentamente, lentamente cominciò a realizzare che si era calato, si era fuso nella sua stessa identità di Giuseppe, il famoso scultore. Si era chiuso in un'identità così stretta, che aveva dimenticato di essere libero e di essere in espressione. Aveva dimenticato che poteva creare se stesso come voleva in qualsiasi momento, ma si era così rinchiuso in se stesso, nella sua espressione di grande scultore che, beh, questo si era tradotto letteralmente nell’essere intrappolato nella sua stessa scultura.

Così, camminò molto e viaggiò incontrando persone e per tutto il tempo evitò di costruire di nuovo un'identità definita. Lasciò se stesso avere delle identità. Si lasciò godere della sua espressione, ma evitò, resistette alla tentazione di essere intrappolato di nuovo in una singola identità. Oh, no, non dopo quei mille anni nella scultura di Dio.

Ora realizzava quanto fosse divertente. Un giorno poteva essere una cosa, il giorno dopo un'altra. Poteva essere un fornaio. Poteva essere un artista. Poteva essere un politico. Poteva essere qualsiasi cosa volesse. Poteva essere solo un essere che camminava di villaggio in villaggio, godendosi la vita, parlando con altre persone. Realizzò che è così facile rimanere intrappolati in un'identità, quando invece il vero Dio dentro dice: "Tu sei tutte le identità, qualsiasi cosa tu voglia essere. E, sì, puoi anche immergerti profondamente in una di esse. Puoi rimanere intrappolato come in una scultura, ma sei sempre libero, sempre libero di creare qualsiasi nuova identità tu voglia per te stesso.”

Così questa è la storia di Giuseppe, lo scultore. Non bella come la mia storia (Linda sbuffa) in cui sono rimasto intrappolato - sapevate che stava arrivando (Linda ridacchia). Non bella come la mia storia di essere rimasto intrappolato in un cristallo, ma ancora un'altra iterazione di essa, che ci conduce a una parte della nostra discussione di oggi.


Identità

Una delle cose che vi capiterà proprio ora - o che vi è capitata - è che quel senso di identità che avete plasmato e creato e scolpito per voi stessi e modellato per voi stessi, in cui poi siete rimasti tipo bloccati, si sta spezzando. Sta diventando vecchio adesso. Quel senso di identità è stato soggetto a molte intemperie, pioggia, vento, tempeste, altre persone, noia, depressione, e così via. Ma ora, quella vecchia scultura, statua di voi, sta cominciando a svanire, e questo fa paura ad alcuni. Fa davvero paura. Siete stati in quella statua, in quel corpo fisico e nella vostra mente, nella vostra identità per così tanto tempo. Avete paura! Oh, so che alcuni di voi dicono intellettualmente: "Oh, no. Tutto questo è fantastico", ma quando si arriva al dunque, c'è un po' di paura. "Cosa succede se tutta la mia identità viene distrutta?" e quindi fate resistenza.

Cercate di proteggerla e alla fine non funziona. Quella tempesta, quel tornado vi troverà, perché siete voi. È la vostra anima che dice - e il drago - che dice: "Ah, no, no. No, no, no. È il momento della vera libertà. È tempo di realizzare che tu non sei solo questa identità. Questa identità va bene, fino a un certo punto, ma tu sei molto di più. E se dobbiamo frantumarla, se dobbiamo farla a pezzi, se dobbiamo tirarti fuori da quella statua, quella scultura in cui sei stato dentro con la forza o quello che è, va bene, perché sappiamo che alla fine - alla fine - vuoi essere un essere veramente libero che ha la capacità di cambiare identità, di cambiare la propria espressione, di cambiare come ci si relaziona con gli altri in qualsiasi momento”. Questo è essere “Magi”. Questo è il mago, il Merlino. Non intrappolato in un'unica identità, se non, verosimilmente, l'Io Sono quello che Sono. Ma l'Io Sono quello che Sono non è una definizione. È la coscienza. Non è una statua. È aria aperta che fluisce libera.

Dico questo perché mentre lavoro con voi e vi guardo e, naturalmente, Kuthumi lavora molto con voi - e parliamo, almeno una volta alla settimana, "Come stanno gli Shaumbra? Cosa stanno facendo? Kuthumi, qual è la tua percezione? A che punto sono?" Ed entrambi ci rendiamo conto che in questo momento, molto riguarda la dissoluzione dell'identità, la caduta a pezzi dell’identità, ed è spaventoso. E si cerca allora di afferrare, di tenere duro. Cercate di rinforzare l'identità. Non è necessario, non dovete farlo. Basta fare un respiro profondo e lasciarla andare. Non significa che sia morta. Significa che ora siete aperti a molte altre forme di espressione, a molti tipi diversi di identità, senza preoccuparvi di avere tutta questa confusione di aspetti o cose del genere. Ma ora potete esprimervi e cambiare e avere la libertà di re-identificarvi o bi-identificarvi.

Sento le espressioni sul pianeta in questo momento, persone che parlano di identificarsi come il tal dei tali e quello e quell’altro, identificarsi come transgender, identificarsi come soldato, identificarsi con qualsiasi cosa. Qui ora stiamo aprendo queste identificazioni. Perché essere singolari nella propria identità? E perché creare un'identità basata su falsi dei? Perché creare un'identità basata su cose che, sapete, forse è stato divertente da sperimentare per un po', ma ora è tempo di lasciar andare e di essere veramente liberi.

È un cambiamento piuttosto grande, e possiamo sentire la resistenza di molti di voi nel bi-identificarsi o re-identificarsi, perché la vecchia identità sta cadendo a pezzi. Il drago è stato strumentale nell'aiutarvi in questo, per fare a pezzi quell’identità, ma realizzerete che il drago è anche lì - il drago siete voi - il drago è lì in modo che possiate essere così tante cose ora - essere il Merlino, essere l'umano sul pianeta, essere un bambino in molti modi, essere un artista, essere qualsiasi cosa vogliate essere - e potete essere tutte queste cose. E questo è il bello di essere il Merlino sul pianeta. Non siete bloccati in una sola forma di identificazione.

Il vostro nome non è più così importante, a parte, sapete, quando dovete dare la vostra patente alla polizia. Il nome non è più così importante. La lista dei vostri successi, i vostri titoli di studio o i vostri fallimenti, qualsiasi cosa abbia formato la vostra identità non è più così importante. Ha contribuito a formarla. Vi ha aiutato a fonderla in una specie di bronzo spirituale, ma ora è tempo che vada via, così potete essere veramente liberi, come Giuseppe che è stato liberato dalla sua scultura.

Fate un bel respiro profondo e sentitevi nella bellezza della vostra identità che avete creato, la bellezza che avete scolpito. Ammirate la bellezza. Ammirate che è anche Dio, ma come Giuseppe, non rimanete intrappolati in quella scultura, in quella singola identità. Il punto è che ora andate verso la multi-identità, e all'inizio è un po' strano, scomodo. Vi sentite come se doveste trovare il vostro punto d’appoggio, la vostra linea di base sulle cose, "Dov'è il punto di equilibrio?” Non preoccupatevi. Dove vi trovate in questo momento, tra il vostro corpo, la vostra mente, il vostro spirito, la vostra anima, tutto si risolve da solo.

Se c'è un qualche punto che posso imprimere sugli Shaumbra in questo momento - e ho cercato di farlo in così tanti modi diversi - smettete di cercare di fabbricare, smettete di cercare di dare forma a sculture proprio adesso, anche a voi stessi come Maestro. Alcuni di voi lo fanno ancora, oh, state cercando di farlo. State cercando di dire, "Bene, cos'è un Maestro? Definiamolo. Allora fondiamolo nel bronzo come Maestro". Non è così. Il Maestro è molto fluido. Il Maestro viaggia nel tempo. Il Maestro è oltre lo spazio stesso. Il Maestro non ha bisogno di una definizione di se stesso. Solo il "Io Sono, Io Esisto" è sufficiente per il Maestro. Non ha bisogno di definirsi ora in come si veste o come parla o cose del genere. È veramente senza definizione.

Potete giocarci, divertirvi, avere giorni in cui vi travestite, viaggiare in posti diversi, fare cose diverse. Ora, si tratta solo di non essere Giuseppe, non rimanete intrappolati nella vostra definizione, perché sta cambiando. Non lavorate su una nuova definizione. Non lavorate su una nuova identità di voi stessi. Non ne avete bisogno. Si evolve. Risplende da sé. Se c'è qualcosa da fare in questo momento, è semplicemente sperimentare. A volte significa alzarsi dal letto e uscire di casa. Andate a sperimentare il nuovo voi, le nuove identità, al plurale, che state creando. Andate a sperimentare questo.

Fate un respiro profondo con questo e sentitelo. Questo non è qualcosa su cui dovete lavorare. Vi sto semplicemente riferendo ciò che sta accadendo nelle vostre vite in questo momento, sul perché vi sentite nel modo in cui vi sentite, sul perché a volte sentite di voler solo uscire da questa vecchia statua che siete stati, quasi sperando che arrivi quel tornado. Voglio dire, quasi desiderando che arrivi. E mi spingo fino a dire che state creando quel tornado per farlo entrare nella vostra vita. Dopo essere stati in quella vecchia statua per molto tempo, bloccati in essa, ora state creando – sapete, gli elementi da soli, il vento e la pioggia, non sono sufficienti per farlo abbastanza velocemente. Quindi, state dicendo, "Facciamo arrivare quel tornado. Sono pronto ad uscire da questa vecchia identità umana".

In realtà è una necessità. Nell'evoluzione della specie umana in questo momento, nel modo in cui ci state andando dentro, è una necessità uscire da quella statua, fondamentalmente farla frantumare in pezzi. Non deve fare male. Può essere gioioso, ma è praticamente una necessità uscire da lì, per iniziare a sperimentare se stessi su più livelli. Sì, potete creare identità, giocarci, divertirvi con esse, ma non fondetele nel bronzo in questo momento.

Facciamo un respiro profondo in tutto ciò che siete, nelle molte identità, e nel cominciare a sperimentarle.

Sì, quando uscite e siete con la gente, andate al negozio o fate qualche progetto creativo o qualsiasi cosa facciate ora, cominciate a vedere come quella vecchia identità non aveva bisogno di essere lì così bloccata com'era.

Alcune persone hanno davvero paura di non avere un'identità. Voglio dire, sarebbe difficile per la maggior parte degli esseri umani in questo momento se dicessimo: "Ok, domenica prossima toglieremo l'identità a tutti", andrebbero fuori di testa, come dite voi, perché sono così identificati con essa. Sono così immersi in essa. È ciò con cui si associano. È ciò con cui si connettono quando si alzano dal letto la mattina, ed è ciò con cui sono connessi tutto il giorno. E se ne lamentano e protestano, ma sarebbero persi senza un'identità.

Voi, Shaumbra, non avete bisogno di un'identità. Potete divertirvi con esse, ma non ne avete più bisogno. È semplicemente: "Io Sono quello che Sono. Ora, cosa scelgo di essere nel momento?".

Facciamo un bel respiro profondo con tutto questo.

Questo è ciò che molti di voi stanno attraversando in questo momento e continuerà finché quella statua non sarà rotta, e come Giuseppe, liberate voi stessi, ma poi c'è quel momento di libertà in cui dite: "Non so cosa fare con la libertà", e volete saltare di nuovo nella statua, ma non potete. Così, realizzate che è tutto perfetto, compresa la perdita della vecchia identità umana, in modo che voi possiate realizzare tutto ciò che siete veramente.

Ok, andiamo avanti. Facciamo un respiro profondo, diamo a tutto questo un momento per essere assimilato. Un respiro profondo, una tazza di caffè (Adamus beve un sorso del suo caffè). Ah!


Coscienza contro Pensiero

Quindi, il prossimo punto in programma. C'è una grande domanda in questo momento: "Qual è la differenza tra coscienza e pensiero?” Ne abbiamo discusso in una certa misura in uno dei recenti incontri qui a Villa Ahmyo. Qual è la differenza tra coscienza e pensiero? È un argomento difficile da affrontare e, Linda, vorresti scriverlo sulla lavagna, in alto, come un titolo "Coscienza Versus Pensiero".

LINDA: Ok.

ADAMUS: È un po' difficile perché sono in un certo senso strettamente allineati, eppure sono molto, molto diversi. E quello che voglio fare adesso è aiutarvi a capire la differenza.

Così spesso si intrecciano l'una nell'altro, e poi si categorizza tutto come un pensiero e si reagisce diversamente ai pensieri rispetto alla coscienza.

Allora, qual è la differenza tra coscienza e pensiero? E ho ridotto il tutto a questo – qualcosa di molto, molto semplice, facile da ricordare. Mi piace fare cose facili da ricordare. Ti ricordi, cara Linda, come abbiamo fatto il facile da ricordare in un recente workshop, sul non voler sempre usare le parole. Le parole possono essere così limitanti perché ora state comunicando energeticamente. Così, ho tirato fuori un meraviglioso piccolo detto che è molto, molto facile da ricordare per non dover definire tutto a parole e quel piccolo detto era - ti ricordi qual era?

Sì, te lo ricordi. Non lo vuole dire. Le parole possono essere come uno “stronzo”.

LINDA: Non volevo dire questo (Adamus ride).

ADAMUS: È così semplice.

LINDA: Non volevo dire questo.

ADAMUS: No, le parole possono essere come uno “stronzo”, possono essere stronze, e quando...

LINDA: Non volevo dirlo.

ADAMUS: E ho spiegato che stronzo è una parola greca antica che significa una specie di disordine e un... Cosa? Cosa?

LINDA: Te lo sei inventato.

ADAMUS: L'ho inventato. L'ho completamente inventato. Ma, come ho detto ai partecipanti al workshop, non lo dimenticherete mai nel momento in cui dite: "Oh, è così difficile non usare parole quando sono in comunicazione energetica e la mia mente scivola nelle parole e io scivolo nelle parole". Sì, è allora che dico: "Sì, non avete davvero bisogno di parole". Le parole possono essere stronze. Possono fermare la naturale espressione aperta, ma non è questo il punto che volevo usare come consiglio.

Come sapere la differenza tra coscienza e pensieri, è molto semplice – puntini, punti di sospensione. Punti di sospensione. Quattro punti - uno, due, tre, quattro. Per favore (a Linda) metti quattro grandi punti sulla lavagna. Quattro punti.

Ora, tipicamente, i punti di sospensione - lo farò scrivere a Linda tra un momento - tipicamente, i punti di sospensione sono tre punti, ma ne useremo quattro per rammentare e fare distinzione dagli altri usi dei punti di sospensione. Quindi, punto, punto, punto. Scriveresti la parola "punti di sospensione (ellipses)" al plurale*?

*(N.d.T. In inglese, "punti di sospensione" si traduce in "ellipsis" al singolare, e Adamus lo usa anche al plurale, "ellipses", per la sua dimostrazione)

LINDA: Punti di sospensione (ellipses), ok.

ADAMUS: O puoi scrivere entrambe le parole - "punto di sospensione (ellipsis)" ...

LINDA: Proprio sotto?

ADAMUS: Sì. Punti di sospensione (ellipses), parola inglese che significa alla fine di una frase, punto, punto, punto, punto. Ed è così che si capisce la differenza tra (Linda sospira, cercando di scriverlo correttamente) coscienza e pensiero. Va bene così. È una parola difficile da scrivere. È con due "l" (a Linda). Quindi, ellipses ed ellipsis (punti di sospensione e punto di sospensione), e ne parleremo tra un attimo non appena Linda avrà finito.

LINDA: Vuoi "ses" o "sis" (n.d.t. al plurale o al singolare).

ADAMUS: S-e-s (ellipses al plurale). Una specie di battuta interna, un gioco di parole, si potrebbe dire*. Ellipses (punti di sospensione). I punti di sospensione sono di solito tre punti, noi ne useremo quattro. Quindi punti di sospensione. Bene, scrivi nella pagina successiva, per favore.

*(N.d.T. La finale plurale, "s-e-s" di ellipses (punti di sopsensione) - coincide con SES, l'abbreviazione usata per la Scuola delle Energie Sessuali)

Quindi, per aiutare a capire la differenza tra coscienza e pensiero. Allora, ecco la coscienza, "Io Sono quello che Sono...." Scrivilo sulla lavagna, "Io Sono quello che Sono", quattro puntini. Questa è la coscienza. Cioè, è messa in parole, sì, ma non è super-definita, e i quattro puntini alla fine significano che si entra nell'esperienza. Non è definita. Non ci sono limiti. È una sensazione ora che può poi andare in qualsiasi cosa ed esperienza. Può entrare in un pensiero. "Io Sono quello che Sono" e poi quattro puntini.

Il pensiero su questo può essere molte cose. Per esempio, se si volesse categorizzare - ok, ecco il pensiero, non c’è bisogno di scriverlo (dice a Linda), ecco il pensiero - "Non sono sicuro di chi sono". Questo è un pensiero o "Io sono Giuseppe, lo scultore". Questo è un pensiero. "Ho 66 anni e mi sento bene". Questo è un pensiero. Questi sono pensieri e finiscono con un punto. "Sono un umano sul pianeta". Punto e basta. Questo va bene. Non c'è niente di male in questo, ma la coscienza è aperta senza fine. È "Io Sono quello che Sono..." e poi i punti di sospensione. Questo è tipo la coscienza.

La differenza tra coscienza e pensiero è la differenza tra i punti di sospensione e un singolo punto.

Ci sono molti altri esempi. "Io Esisto...." Puoi scriverlo sulla lavagna. Questo - con quattro punti - è la coscienza. "Io Esisto...." È una sensazione, un sentire. Non ha bisogno di molte definizioni.

LINDA: Con quattro punti di sospensione?

ADAMUS: Sì. Non ha bisogno di molte definizioni. È coscienza. "Io Esisto...." Se questo entrasse nel pensiero, se si dovesse metterlo in pensiero potrebbe essere qualsiasi cosa da "Mi chiedo cosa sto facendo qui?" o "Mi sento nel corpo umano" o "Mi chiedo per quanto tempo esisterò?" Questi sono pensieri.

Sentite a livello energetico la differenza. "Io Esisto...." È la coscienza. È una consapevolezza. "Io Esisto...." E poi un pensiero potrebbe essere: "Mi chiedo quanti anni avrò quando morirò". Questo è un pensiero. Non che sia male, non che sia qualcosa di brutto. Ma capire la differenza tra coscienza e pensiero è capire la differenza tra voi stessi come Maestri e voi stessi come umani.

Un altro esempio da scrivere sulla lavagna. "È una bellissima giornata.... È una bellissima giornata...." Questa è la coscienza, ed è seguita dai punti di sospensione. "È una bellissima giornata...." Vi alzate la mattina, uscite fuori e veramente, in questa forma elevata, non avete nemmeno bisogno di quelle parole. Le sto usando qui. Potreste semplicemente mettere dei punti di sospensione. Potreste semplicemente fare un respiro profondo nella giornata – punti di sospensione, punto, punto, punto, punto. Da continuare. Altro che deve arrivare. Da sperimentare. "È un bellissimo giorno...." Questa è coscienza. È una sensazione.

E poi il pensiero è: "C'è molto sole". Il pensiero è: "Mi chiedo cosa farò nel resto della giornata". Il pensiero è: "Beh, mi chiedo se arriverà un temporale". Il pensiero è: "Oh, farà caldo oggi". Questi sono pensieri e vanno bene, oppure " È una bellissima giornata. Farò qualcosa per me stesso".

Quindi, "È una bellissima giornata..." - coscienza. "Farò qualcosa per me stesso." - pensiero. Ed è così che funziona. La differenza tra coscienza e pensiero è la differenza tra i punti di sospensione – con finale aperto, punto, punto, punto, punto - e un punto alla fine della frase.

I pensieri sono strutturati. I pensieri sono temporanei. I pensieri sono come sculture o statue. Sono definiti, e poi c'è un punto alla fine. Quella è la fine.

Avete molti pensieri nel vostro cervello ogni giorno, pensieri tutto il tempo. Pensieri su - anche adesso mentre stiamo parlando - pensieri su, "Bene, hai capito questo? Vuoi capirlo?" Pensieri su, "Oh, è stato così intelligente, Adamus". Questi sono tutti pensieri.

In definitiva, la coscienza è davvero - non c'è nemmeno bisogno di parole come "È una bellissima giornata...." La coscienza sarebbe semplicemente, "È...." punto, punto, punto, punto - mettilo sulla lavagna, "È...." - dove non state nemmeno cercando di metterci qualcosa sopra. Se si aggiunge una piccola cosa va bene. "È una bellissima giornata...." Questo va bene. Questo è consapevole. Ma alla fine si tratta semplicemente di: "È.... È...." e poi lo sentite e lo sperimentate. Sperimentate la sensazione, poi potete uscire e sperimentarla in forma fisica e mentale.

"È...." Ma per il momento potete buttare lì un paio di parole in più, "È un giorno bellissimo...." Fate un respiro profondo e lo sentite. Questa è coscienza. Questa è consapevolezza.

Ne parlo perché spesso è difficile discernere ciò che è coscienza e ciò che è pensiero. "Quale parte di me è la coscienza? La coscienza è semplicemente qualcosa che passa attraverso la corteccia cerebrale del cervello e viene emanata da lì e poi si connette e comunica con ogni altra parte di me?” No. Questo è un pensiero - heh! - e, no, non inizia nella corteccia cerebrale del cervello. Quella è la parte del cervello che prende la coscienza e - (bang!) - la appiattisce. La mette in pensieri e parole.

La coscienza, dov'è? Dappertutto. È ovunque voi siate. Deve esserlo, altrimenti non ci sarebbe nient'altro. Se voi non ci foste, non ci sarebbe nulla. Quindi, la coscienza è ovunque. Non è solo nel cervello o solo nel corpo. È anche in quelle cose, ma è ovunque. La coscienza non occupa spazio e non è sincronizzata in nessuna forma di tempo. È semplicemente lì. Coscienza. "È.... Io Sono...."

I pensieri invece sono definiti, spesso giudicanti, spesso messi in parole per poter essere comunicati presumibilmente in modo più efficace. I pensieri sono ciò che costruisce un'identità. Lo vorrei scritto su un foglio a parte: "I pensieri sono ciò che costruisce la vostra identità". La coscienza non costruisce le identità, ma i pensieri sono ciò che costruisce le identità e vi fa diventare ciò che siete. Vi rende un individuo molto unico e una forma di esistenza molto complessa sul pianeta.

Ma sono tutti i pensieri - il pensiero che "ho una certa età", il pensiero che "Oh, oggi non mi sento bene", il pensiero che "ho così tanto da fare", il pensiero che "non vedo l’ora che arrivi il prossimo Shoud". - Questi sono tutti pensieri. Alcuni buoni, altri meno buoni. E voi siete abituati a questi pensieri che vi frullano costantemente in testa, e pensate che sia la coscienza. Pensate che sia ciò che siete. Non è così. Sono solo pensieri. Sono solo pensieri, e ne avete fin troppi che girano nel cervello in questo momento.

Voi siete coscienza. Voi siete coscienza. "Io Sono quello che Sono.... È una bellissima giornata.... Amo il sapore del mio pasto...." Questo è coscienza. Questo è consapevolezza. E poi spesso si passa al pensiero: "Questi pomodori sono davvero freschi. Il pesce è ben condito. La torta è così dolce e deliziosa".

Questi sono pensieri, ma la coscienza è: "Amo essere così connesso all'energia del mio pasto....". Questa è una coscienza, con i quattro punti dietro. In definitiva, però, come ho detto, è semplicemente. "Io Sono.... È...." Questa è la coscienza. Ma, eh, gli umani hanno bisogno di più parole oltre a questo.

Sentitelo nella vostra coscienza adesso. Non è in un posto specifico e non viene dal vostro cervello e non è un pensiero. È semplicemente "È.... Io Sono.... È...." È consapevolezza.

La coscienza, da sola, non creerà mai un'identità. Non creerà un'identità. È molto fluida, aperta, scorrevole. È un punto, punto, punto, punto alla fine di una frase. Continua ad andare avanti. Non si ferma. Scorre. Scorre da, si potrebbe dire, un senso di coscienza in un altro, una consapevolezza in un'altra consapevolezza. È molto, molto aperta. Voi siete la coscienza.

E la coscienza non vi dice affatto cosa fare. La coscienza è semplicemente consapevole di ciò che state facendo. La coscienza non crea un'identità.

La coscienza è il vero voi. Non pensa. Non ha bisogno di pensare. È semplicemente "Io Sono quello che Sono....". La coscienza è le vere risposte dentro, dentro di voi. Quei pensieri che scorrono nel vostro cervello, specialmente quando state cercando di capire qualcosa e avete pensieri contrastanti, quelli sono solo pensieri.

Tornate alla vostra coscienza, "Io Sono quello che Sono...." punto, punto, punto, punto, che significa "Io Sono quello che Sono.... ora lasciami saltare dentro e sperimentarlo". Ma a differenza di Giuseppe, non rimaniamo bloccati. Tuffiamoci nei pensieri. Immergiamoci nell'esperienza. Immergiamoci nella gioia, se volete, o nella sofferenza, se volete. Non importa. Immergiamoci, ma sono punti di sospensione. È la continuazione.

Sì, si potrebbe dire che i pensieri continuano tutto il tempo, ma è una serie di pensieri, frasi con un solo punto alla fine, definite, strutturate, come la mente.

La mente genera pensieri. Percepisce la coscienza, in un certo senso, in un modo molto limitato, e poi imposta i pensieri, che modellano la vostra identità. E questo va bene per un po' di tempo, finché non vi ci ingessate dentro.

I pensieri nella mente - cosa interessante sulla mente, e questo è molto importante mentre andiamo avanti – sto parlando di tutto questo perché la vostra mente sta cambiando. State tornando ad una realtà più orientata alla coscienza piuttosto che ad una realtà di struttura mentale basata sul pensiero. State tornando a più coscienza e più identificazione con il Tutto Quello Che Siete, non con il poco che siete.

La mente è molto strutturata. La mente è come quella statua fusa. Si getta in una certa espressione e non si muove. La mente è così. Ma la cosa importante della mente, specialmente in questo momento, è che la mente è obbediente. E, Linda, potresti scriverlo qui sotto? Questi sono detti brillanti, brillanti. La mente è obbediente.

LINDA: (sussurra) Okay.

ADAMUS: La mente sta facendo ciò che le è stato detto di fare - avere pensieri, plasmare e formare una realtà, stare dentro un'identità. Una parte di voi le ha detto di farlo, ed è molto, molto obbediente. Farà ciò che le è stato detto, e lo farà fino all'estremo. Lo farà fino all'ossessione.

LINDA: Un punto o punti di sospensione?

ADAMUS: Non c’è bisogno. Non ha bisogno di niente.

La mente è molto obbediente. Ciò che sta accadendo proprio ora con la mente, come risultato della vostra coscienza che sta entrando sempre più nella consapevolezza, è che la mente sta iniziando ad obbedire, dicendo: "È tempo di cambiare l'intero modo in cui creiamo i nostri pensieri e la realtà. È ora che la coscienza entri e sia la grande luce, il grande quadro generale.” I pensieri entrano per aiutare a modellare quella realtà senza definirla troppo. La mente è molto obbediente in questo momento, anche se sembra che stia resistendo, e dice: "Sono pronta per un cambiamento".

Potreste sentirlo per un momento, nel vostro cervello, nella vostra mente? Avete, sapete, centinaia di miliardi di neuroni che sparano in questo momento. È quasi troppo anche solo da immaginare. Ma la mente è semplicemente un meccanismo di risposta. È semplicemente un computer che fa quello che volete programmare. Adesso, la gran cosa che accade è dire: "Realizzo che questa è tutta la mia energia ed è qui per servirmi", e poi permetterglielo. È l’opposto rispetto al passato dove era "Tutta l'energia appartiene a qualcun altro e io devo prenderne la mia parte".

Ora è diverso, e la mente si sta adattando a questo proprio adesso. Vi ha sentito. Vi ha sentito dire: "Sì, questo è l'accordo. Sono pronto affinché l'energia mi serva". La mente lo farà - ci vuole un po' di tempo - ma inizia ad adattarsi. Diventa obbediente e dice: "Ora ci apriremo a concetti che non ci sono familiari, ma ci apriremo e ci adatteremo, ci apriremo a questa energia che è effettivamente nostra", e ora la mente si adatta di conseguenza. La mente dice: "Non ho bisogno di mantenere un'identità singolare di me stessa. Io Sono tutto quello che Sono".

La mente, all'inizio, eh, è un po' strutturata. Ma è obbediente, quindi dice: "Ok, non abbiamo bisogno di identità. Prima mi hai detto che avevamo bisogno di un'identità e io ne ho creata una. Ora tu dici che non abbiamo bisogno di identità. Ok, saremo molto fluidi, molto aperti e flessibili".

In questo momento, la vostra mente, il vostro cervello si sta adattando e regolando. Non dovete lavorarci su. Non dovete spingere, fare pressione. Non dovete fare esercizi mentali o cose del genere. Si sta adattando. Sta diventando - è sempre stato così – obbediente, in questo momento, al Maestro e il Maestro siete voi.

Facciamo un bel respiro profondo con questo.

Questi cambiamenti che state attraversando - sto semplicemente condividendo ciò che state attraversando; siete voi a farlo, non io - ma i cambiamenti che state attraversando, ovvero il crollo del bisogno di queste identità strutturate o scolpite. Non siete più una statua. In questo momento, capire la differenza della coscienza, è semplice. La coscienza è davvero una sensazione, un sentire. È aperta senza limite. È i punti di sospensione. È punto, punto, punto, "Io Esisto.... Io Esisto.... È una bellissima giornata.... Amo essere qui nel Tempo delle Macchine...." Potreste dire: "Beh, forse è coscienza o pensiero?" Ma portatelo nella coscienza, allora lo è.

E il pensiero sarebbe: "Non pensavo che sarei mai arrivato qui". Il pensiero è come, "Non è quello che mi aspettavo". Il pensiero è come, "Cos'è veramente il Tempo delle Macchine?" Ma la coscienza è: "Io Sono Qui.... Io Sono Qui...." Non ha bisogno di un pensiero.

La coscienza è ciò che siete veramente. I pensieri sono semplicemente i modi di sperimentarla e di agire. Ma non fondiamoli nel bronzo.

Facciamo un respiro profondo.

La vostra mente sta cambiando. State cominciando a capire ora la differenza tra la pura coscienza – che è la consapevolezza - e poi tutto il resto che è pensiero.

Dove andate quando scegliete qualcosa? Dove andate quando siete pronti per un'esperienza? Dove andate quando siete pronti per un cambiamento? Andate alla coscienza.

"Sto scegliendo tutto quello che Io Sono.... Sto scegliendo la gioia...." Questa è la coscienza. Potreste argomentare che è un pensiero, ma ciò che realmente fa la differenza sono i punti di sospensione alla fine - "Io sto scegliendo la gioia..." allora diviene (coscienza) - oppure "Io sto scegliendo la gioia." Punto. Con un punto alla fine. Questa è la differenza.

Facciamo un bel respiro profondo con questo per questa transizione, per la comprensione di ciò che è la vostra coscienza, per capire che non avete bisogno di fare alcuna costruzione di identità ora. Siete liberi di essere tutto quello che siete veramente, non solo bloccati in qualche statua. Sentiamo questo per un momento.

(pausa)

Ah! Vedo che alcuni di voi stanno diventando molto creativi. Sì, una collana di punti di sospensione, quattro diamanti in fila. Oh, quella era Linda (ridono). Ma pensatela in questi semplici termini. Non pensateci troppo, "Ora cosa ha detto?". La differenza è i punti di sospensione, punto, punto, punto, punto. Quella è la coscienza. Invece, un pensiero finisce con un punto. Abbastanza semplice.


Far Brillare, Risplendere la Nostra Luce - Merabh

Ok, andiamo avanti. Andiamo avanti. Abbiamo del lavoro da fare, la vera ragione per cui siamo sul pianeta in questo momento, facciamo un po' di benching insieme. Riuniamo tutte le nostre energie. Mettiamo un po' di musica e facciamo quello per cui siamo venuti qui.

Ora, naturalmente, potete panchinare ogni volta che volete da soli. Spero che lo facciate. Non dovrebbe essere una disciplina. Non dovrebbe essere una sofferenza. Dovrebbe essere semplicemente qualcosa che si fa come pausa durante la giornata ordinaria ...

(inizia la musica)

... e dire: "È il momento di panchinare. È il momento di brillare semplicemente la mia luce. È la ragione per cui sono qui. Sono venuto su questo pianeta in questo momento incredibile, sono venuto qui per fare questo".

E la bellezza del panchinare è che non state cercando di infliggere un cambiamento. Non state cercando di visualizzare la pace nel mondo. Alcuni direbbero: "Beh, sì, ma non è una buona cosa?". Fino a un certo punto, ma io dico che la compassione è più importante.

La compassione è l'accettazione. Ognuno è nel suo viaggio. Sì, alcuni di loro scelgono la sofferenza. Alcuni di loro scelgono l'abuso, la droga, l'alcolismo, qualunque cosa sia. È la loro scelta. Quando saranno pronti, verranno da voi, verranno da soli, saranno colpiti dalla vostra luce. Altrimenti, giù le mani. Lasciate che sperimentino ciò che stanno scegliendo. Questa è compassione.

Quindi, siamo qui a panchinare. A panchinare. Ah! Una tazza di caffè, forse qualcosa da mangiare.

Il panchinare non è meditazione.

Panchinare non è meditazione. Tanti meditano cercando di calmare la loro mente. Uff! Oof! Buona fortuna, finché non si capisce la differenza tra coscienza e pensiero.

Panchinare è dire: "Sono arrivato qui. Io Sono Qui. Sono un Maestro su questo pianeta. Sto permettendo all'energia di servirmi. Ora, mi siederò qui e lascerò che la mia luce risplenda. Fermerò per un momento tutte le mie attività in corso. Mi fermerò per un momento e lascerò semplicemente che la mia luce risplenda.

"Per prima cosa, lascio che risplenda su di me, sul mio corpo," che, oh, il corpo, non l'abbiamo nemmeno menzionato oggi, con quello che sta passando proprio ora, entrando nel corpo di luce.

"Farò risplendere la mia luce sulla mia mente. Questa cosa obbediente che siede sopra la mia testa e che mi ha obbedito per molto tempo, è stata solo una statua. E ora sono molto chiaro nella mia coscienza e, quindi, la mente obbedisce, e si aprirà". La mente è molto obbediente ed è molto flessibile. A volte queste due cose non vanno di pari passo, ma la mente è molto flessibile.

Lo so, lo so che dite: "Adamus, sei stato piuttosto duro con la mente". Lo sono stato. Sapete, perché a volte lavorare con gli Shaumbra è come parlare con un mucchio di statue. Ho dovuto ottenere la vostra attenzione. Dovevo essere un po' quel tornado che è passato. Ma ora che quell'identità, quella statua si sta frantumando, ora la mente è libera di obbedire al Maestro che voi siete.

La mente è libera ora di portare dentro energia in un modo diverso. La mente è libera di comunicare all'interno di se stessa in un modo diverso, non facendo più affidamento solo sui neuroni.

La mente è libera di adattarsi e regolarsi a ciò che viene dopo.

Non ha bisogno di quel sistema di comunicazione complesso delle attività nevrotiche dei neuroni. Non ne ha bisogno.

Quindi, per prima cosa fate brillare la luce su voi stessi, sul vostro corpo, non cercando di cambiare, ma piuttosto permettendo un'evoluzione naturale.

E la fate brillare sulla vostra mente, non cercando di scolpire la vostra mente, non cercando di trasformarla in una specie di statua, ma piuttosto facendo risplendere la vostra luce dicendo: "Cara mente, ci sono così tanti potenziali. Andiamo a prenderli".

Risplendete la vostra luce su tutta la vostra vita, senza cercare di fare qualcosa, o cambiare qualcosa. Solo facendo risplendere la luce.

Cos'è la luce, dopo tutto? La luce è coscienza, consapevolezza, pre-pensiero, punti di sospensione, punto, punto, punto, punto.

State davvero diventando più consapevoli di voi stessi attraverso la vostra luce, consapevoli di tutto ciò che siete veramente, consapevoli di non essere quella statua.

E ora facciamo risplendere la luce su questo mondo, su questo pianeta, sul pianeta fisico Gaia - che se ne sta andando, ma sta ancora facendo il suo lavoro - sulla natura. Una cosa così bella.

Dovreste vedere alcuni dei giardini su alcune delle Nuove Terre che sono state create sulla base della natura di questo pianeta. Molti di coloro che hanno lasciato questo pianeta, e sono andati sulle Nuove Terre, hanno voluto prendere la bellezza della natura, e i giardini sono straordinari. Hanno preso il concetto centrale della natura qui su questo pianeta e l'hanno messo nella vita delle Nuove Terre.

Pensate di avere bellissimi scatti della natura sui vostri telefoni in questo momento. Aspettate solo di arrivare sulle Nuove Terre, se vi capita di andare a visitarle.

Facciamo risplendere la nostra luce sul mondo, realizzando che gli umani, stanno facendo ciò che stanno scegliendo di fare.

Sì, so che molti dicono che si sono persi o che stanno soffrendo. Ma invece di cercare di salvarli, diciamo semplicemente: "Beh, ecco un altro potenziale. Ecco un'altra cosa che potete fare. Non avete bisogno di essere persi. Non avete bisogno di soffrire, di essere feriti. Non avete bisogno di essere vampiri energetici. Non c'è bisogno di essere mercanti di potere. Ecco una luce che vi mostra cos'altro potete fare".

Facciamo brillare la nostra luce proprio ora su ogni umano del pianeta. Non infliggendo loro nulla, non avendo un'agenda, semplicemente brillando, irradiando la luce.

Non è un rimedio di salvataggio. Non è un giudizio. È semplicemente dire: "Che ci sia luce perché tu possa vedere, se scegli di vedere".

(pausa)

Così siamo riuniti qui nella Casa degli Shaumbra, all'aria aperta, naturalmente, a brillare la nostra luce sull'umanità.

Quale servizio più grande può esserci se non quello che stiamo facendo ora. Quale servizio più grande può esserci?

(pausa)

Ci sono altri che hanno ripreso da dove avete lasciato il vostro precedente lavoro energetico – “tenitori” di energia sul pianeta, lavoratori della causa. Sono quelli che si occupano dei poveri e dei bisognosi, e sì, ce n'è bisogno.

Ci sono altri che hanno ripreso il vostro lavoro come “tenitori” di energia, mantenendo collegamenti molto importanti tra questo reame e gli altri reami, tra l'umano e il divino. Sono stati in giro da sempre, per molto, molto tempo, spesso isolati, da qualche parte semplicemente tenendo quel collegamento, mantenendo quel collegamento.

Molti di voi hanno servito in questi ruoli in passato, nelle vite passate, come “tenitori” di energia, lavoratori della causa. Ma ora - ora venite qui per fare in questa vita ciò che avete pianificato per tutto il tempo, per essere un Maestro, un Maestro illuminato.

Stiamo brillando la nostra luce proprio ora attraverso la natura, attraverso i cieli, attraverso il pianeta.

Davvero, non c'è dono più grande per il pianeta, non c'è dono più grande per l'umanità.

Non siamo nemmeno missionari o emissari. Eh, i missionari, che cosa interessante. Così giusti, giustificati nel loro lavoro, portando la parola di Dio e di Gesù a tutti, anche a quelli che non la volevano. Una grande rettitudine nel lavoro missionario: "Ecco, leggi questo libro".

Sarebbe stato diverso se i missionari fossero andati dalla gente e avessero detto: "Sapete, se cercate un cambiamento, è già qui". Ma invece hanno portato libri, regole e regolamenti e molta violenza.

No, non siamo missionari. Non siamo emissari. Siamo semplicemente Maestri seduti su una panchina del parco, splendendo la nostra luce affinché gli altri possano vedere i loro grandi potenziali, ora o in futuro.

Amo questo lavoro. Quello che stiamo facendo ora, lo amo. È un po' più facile di tutti quegli anni di discussioni e conferenze e tutto il resto. Amo tutto questo, semplicemente sedermi con voi su una panchina del parco.

Vedete, non è troppo difficile risplendere la vostra luce, soprattutto quando sapete qual è la vostra luce. È la vostra coscienza. Quando conoscete la differenza tra la vostra luce e i vostri pensieri, la vostra coscienza e la vostra attività cerebrale, questo è molto più facile.

Premetto che la prossima volta vorrei un cappuccino invece di un semplice caffè con panna, e un croissant, ma sarò ancora qui a lavorare con voi, a brillare la nostra luce.

Sapete, ci si sente bene quando si può essere veramente così sicuri da aprirsi e brillare la propria luce, senza preoccuparsi di eventuali intrusioni che tornano, perché non lo faranno. Perché? Perché non state cercando di cambiare nulla. State semplicemente brillando una luce.

Se ci fosse una qualsiasi risposta al fatto che voi splendiate la vostra luce sul mondo, sarebbe il mondo che splende nuovamente la sua luce su di voi. È molto diverso da quando cercate di cambiare qualcosa, allora l'energia cercherà naturalmente di cambiare voi.

"È un lavoro abbastanza facile", pensate, "semplicemente stare seduti qui sulla panchina del parco". Ma ricordate tutto quello che c'è voluto per arrivare qui. Ricordate le prove, le tribolazioni, le esperienze, le svolte apparentemente sbagliate, le svolte sbagliate con le persone sbagliate. C'è voluto un po' per arrivare qui.

Semplice ora, sì, ma, oh, per un umano medio, se lo portate qui seduto su una panchina del parco, troverà un modo per mandare tutto all’aria e rendere le cose difficili.

Facciamo un respiro profondo. State risplendendo luce.

Sapete, irradiare in questo modo vi fa apprezzare tutto in modo nuovo, quando guardate la natura o le altre persone.

Vi dà una nuova e diversa impressione di voi stessi.

È perché la mente non corre via con i pensieri, cercando di mettere il punto su tutto.

C'è più apertura. Più sensualità, perché ora viene dalla coscienza - "Io Sono quello che Sono...." - perché ha i quattro punti di sospensione, non un punto.

Siate anche l'osservatore. Siate l'osservatore. Non adesso, ma nelle prossime due settimane. Cosa sta succedendo sul pianeta? Cosa è cambiato?

All'inizio direte: "Beh, non ha niente a che fare con noi. Era qualcosa che sarebbe successo". Ma nel fare abbastanza di questo insieme, o da soli, comincerete a dire: "Qualcosa si sta davvero muovendo, qualcosa sta cambiando".

Quando sentite al telegiornale, che dicono: "Oggi è successo qualcosa di totalmente inaspettato. Qualcosa che non ha seguito i normali schemi, qualcosa che è totalmente fuori dalla norma", allora potete sorridere e dire: "Forse la nostra luce ha avuto un effetto, ha causato dei cambiamenti".

Quando si sente parlare di una nuova scoperta scientifica e si dice: "Wow, nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Questo è saltato fuori dal un cilindro. È stato totalmente inaspettato, e sfida gran parte del pensiero convenzionale".

Quando sentite questo tipo di cose, "È nuovo di zecca, inaspettato", beh, potete sorridere, darvi una pacca sulla spalla dicendo: "Questo è quello che succede quando la luce sta illuminando, quando la luce sta brillando", che si tratti di qualche scienziato in cerca di risposte, di qualche cambiamento in una vecchia struttura sociale, di qualche apertura.

Quando cominciate a sentire le parole "inaspettato", "senza precedenti", "di punto in bianco", "totalmente diverso", "cambiamento quantico", è allora che iniziate a sorridere. Tutto questo panchinare, questo - phew! - sudare qui sulla panchina, guardate cosa sta accadendo al pianeta.

Questo è ciò che siete venuti a fare qui adesso.

Realizzate che non si tratta più di lavorare su voi stessi. Non ne avete bisogno. È una sofferenza comunque.

È come lo scultore che lavora sempre sulla statua. Basta, lasciate perdere. Rompete la statua. Siete qui per essere un Maestro, permettendo alla vostra energia di servirvi e di splendere la vostra luce. È così semplice

Beh, oggi è stato divertente. Devo andare. Voglio salire al Club dei Maestri Ascesi e voglio guardare nella mia sfera di cristallo. Voglio vedere gli effetti di quello che abbiamo fatto oggi, il nostro gruppo Shaumbra sulla panchina, nel benching. Voglio vedere gli effetti. Voglio vedere come le energie stanno cambiando, nel caso in cui lo facciano. Voglio vedere dove la luce sta veramente facendo la differenza.

Fate lo stesso per voi stessi. Tenete gli occhi e le orecchie aperti.

Facciamo un respiro profondo insieme, ricordando sempre che tutto è bene in tutta la creazione, specialmente quando c'è la vostra luce.

Con questo, miei cari amici, Io Sono Adamus del Dominio Sovrano. Grazie.

 

 

 

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