IL MATERIALE DEL CRIMSON CIRCLE

Serie Il Transumano

SHOUD 4 – Con ADAMUS SAINT-GERMAIN canalizzato da Geoffrey Hoppe

Presentato al Crimson Circle il 10 dicembre 2016

www.crimsoncircle.com

Traduzione di Gioia Villa

 

Io Sono quello che Sono, Adamus del Dominio Sovrano.

Prima facciamo le cose. Lo scambio energetico (risate). Un po’ di caffè per una piccola canalizzazione.

LINDA: (a Sandra) Grazie.

ADAMUS: Grazie, mia cara.

SANDRA: È molto caldo.

LINDA: Grazie per il tuo servizio. Accidentaccio!

SANDRA: Te l’ho detto, è caldo.

LINDA: È buono e caldo. Attento.

ADAMUS: Grazie. Grazie.

LINDA: È molto, molto caldo.

ADAMUS: Ah! Mi piace così. Ahh!

Shaumbra, eccoci al periodo di Natale, delle vacanze. (alza la tazza; il pubblico applaude). Ahh!

Mi piace ancora definirlo il periodo di Natale e forse può non essere politicamente corretto, penso che voi chiamereste “Il Periodo delle Vacanze,” ma per me è il periodo dell’anno in cui tutti noi ci ricordiamo perché siamo venuti – per piantare la coscienza del Seme Cristico sulla Terra.

Non si tratta davvero della nascita di Yeshua, che di certo non è avvenuta a dicembre perché era un Pesci, riguarda il tempo in cui ci ricordiamo perché siamo venuti qui: la coscienza del Seme Cristico.

Noi siamo venuti qui per una speranza nuova, qualcosa che in fondo sulla Terra sarà l’integrazione dell’umanità e della divinità, insieme. Ecco di cosa tratta il tempo del Natale.

Come dicevano prima Cauldre e Linda questo è il tempo, è il periodo dell’anno in cui ci si ferma, si fa un respiro profondo e ci si rilassa. Smettetela di lavorare tanto, di lottare tanto. Divertitevi. Con una faccia come quella, come potete non divertirvi? (si riferisce a qualcuno che indossa una maschera da elfo). Sì. Questa faccia si merita un bacio. Muahh! Sì.

LINDA: Impagabile.

ADAMUS: Ecco, il periodo di Natale un bel periodo dell’anno. Le cose rallentano un po’, è il momento di andare dentro. Molto presto sarà il momento della notte più corta dell’anno. Forse proprio ora iniziate a dormire un po’ meglio e fuori è un po’ più buio e un po’ più a lungo. È il periodo dell’anno per rallentare. Siamo pieni di cose da fare per l’anno prossimo, il programma è molto pieno.

Io guardo nelle vostre vite; mi sto preparando per il ProGnost e guardo nelle vostre vite e in ciò che vi aspetta. Non i piccoli dettagli ma le direzioni, i movimenti energetici che stanno arrivando nella vostra vita. Oh, sarà un anno diverso, diverso da quest’ultimo anno. Aspetterò a parlarne fino al ProGnost ma come minimo sarà un anno di quelli, “Hmm, interessante”.

 

Il Tempo

Prima di iniziare, una delle cose che vorrei che voi sentiste dentro per un attimo: c’è qualcosa di particolare che sta accadendo a molti di voi ed io lo definisco il cambiamento del tempo, la flessibilità del tempo. Avete notato che a volte il tempo passa molto, molto in fretta? Quando pensate di avere un’ora per fare qualcosa, per andare da qualche parte il tempo passa in fretta e voi vi chiedete dov’eravate. Eravate presenti? Eravate nel vostro corpo? Forse eravate in un’altra dimensione? No, non più del normale ma per chi entra nella sua maestria il tempo perde la sua rigidità. Perde il modo molto incrementale che aveva.

Alcuni di voi sanno sempre che ora è, anche senza un orologio e al massimo sbagliate di 5 o 10 minuti e proprio ora sta scivolando via e voi vi chiedete, “Che succede con il tempo?” Altre volte il tempo sembra scorrere lentamente, molto, molto lentamente. Vi siete accorti che nella vostra vita, sia che corra o rallenti lo fa nei modi più scomodi per voi? (poche risate e qualcuno dice, “Sì”). Se avete fretta sembra che acceleri, ma se siete annoiati e non avete niente da fare ecco, lui rallenta. È uno dei grandi indicatori che vi sta accadendo qualcosa a livello biologico e mentale. Voi state cambiando, voi vi state modificando.

Il corpo è molto, molto legato al tempo. Il battito del cuore è legato al tempo. Voi siete molto legati ai vostri movimenti durante il giorno, quando il sole sorge e tramonta. Il corpo è una macchina del tempo ed è anche una macchina biologica e di colpo voi sentirete il cambiamento proprio nel corpo. Il vostro corpo si chiederà, “Cosa accade? Cosa sta succedendo?”

Anche la mente è legata al tempo. Alla mente piace pianificare la giornata e le piace sapere che ora è. A livello energetico c’è una differenza enorme tra le 8 del mattino e le 3 del pomeriggio. Sentitelo dentro di voi per un attimo. Le 8 del mattino hanno un’energia del tutto diversa dalle 3 del pomeriggio e la sensazione è molto, molto diversa perché la mente è molto legata a sé stessa e a ciò che pensa che dovrebbe accadere; la mente è legata al corpo e al ritmo fisico del tempo. Di colpo tutto ciò inizia a cambiare.

Non cambia in peggio. Proprio no. Di fatto il vostro prossimo passo sarà scoprire che il tempo diventa un amico e non più un nemico. Molta della vostra vita ha girato intorno al fatto di trovare il tempo, di fare in tempo, di gestire il tempo e di fatto il tempo può essere un vero e proprio ladro di energia se ci siete bloccati dentro a livello mentale e fisico. Di colpo scoprite che il tempo è un amico. Il tempo lavora per voi e iniziate a rendervi conto che in realtà il tempo non esiste. In realtà una cosa come il tempo non esiste. Voi andate negli altri reami e non c’è nessun grande orologio universale che ticchetta. Il tempo non esiste proprio.

Su questo pianeta il tempo serve un certo scopo, soprattutto con il sorgere e il tramontare del sole ed i movimenti dei pianeti ma di colpo vi rendete conto che non dipendete più dal tempo. Voi ne siete fuori ed è una sensazione molto strana.

Ciò vi procura una sensazione di disorientamento che quasi tutti voi provate di tanto in tanto ma ora non ci siete più bloccati dentro. Di colpo iniziate a rendervi conto che tutto il concetto di una vita lineare, di ciò che io definisco locale e lineare – della progressione di ore, minuti, giorni ed anni – di colpo quella è stata una grande, un’enorme illusione. Tutto il concetto di una vita passata o di una vita futura è una vera e propria illusione. Molti di voi pensano, “Se restassi sul pianeta, mi chiedo come sarebbe la mia vita futura.” Volete scoprirlo? Fate un respiro profondo e sentitelo dentro. Sta accadendo proprio ora.

Per la mente è strano da capire. La mente pensa, “Come può accadere proprio ora?” perché la mente è molto lineare ed è molto concentrata sul tempo e non riesce proprio ad afferrare l’idea che di una vita futura si possa fare esperienza proprio ora. Mentre vi liberate da tutto il concetto del tempo, dagli orologi, dai mesi e dagli anni che scorrono di colpo cogliete la bellezza di rendervi conto che tutto sta accadendo proprio ora. Sta accadendo tutto ciò.

In un certo senso tutte le vite passate e future che stanno avvenendo sono indipendenti tra loro. Sono tutte indipendenti. Non sono collegate in modo tale che dovete lavorare per ottenere la maestria una vita dopo l’altra. Di fatto potete essere un Maestro in una vita passata che sta avvenendo proprio ora e non essere un Maestro in futuro. Ecco la bellezza di liberarsi dal tempo.

Per liberarvene non avete bisogno di fare nulla se non di essere consapevoli del fatto che sta già accadendo. L’unica cosa che vi chiedo è di non resistere o come direste voi non andate fuori di testa quando di colpo il tempo è diverso da come la mente vuole che sia; non diventate così ‘stitici’ da dover cercare di tornare al tempo. Voi diventate senza tempo ed essere senza tempo è anche una libertà enorme.

Oggi ne parleremo ancora un po’, ma per ora facciamo un respiro profondo mentre trascendiamo il bisogno del tempo. Voi smettete di nutrivi del tempo e diventate senza tempo. È la cosa migliore in assoluto.

Memorie di un Maestro

Mi dicono che alla fine il mio nuovo libro (Memorie di un Maestro) è uscito. Abbiamo un anno e mezzo di ritardo (qualche risata), ma il tempo non esiste (Adamus ridacchia). Vi ho fornito una piccola introduzione sul tempo solo per passare con stile al libro. Un po’ in ritardo ma sempre giusto in tempo – Memorie di un Maestro. Io dico che è il “nostro” libro anche se qui il mio nome è scritto in grande e non vedo il vostro (altre risate). È davvero il nostro libro. È davvero, davvero il nostro libro e si basa su situazioni reali, su storie vere con veri Shaumbra. Potreste riconoscervi in una delle storie o in tutte le storie che racconto.

Abbiamo preso le energie di Shaumbra, forse abbiamo modificato il nome e cambiato qualche situazione – a volte dovete davvero rendere la storia un po’ più interessante e non così terribile come ciò che definite la vita reale, che non è per niente vita reale; è vita orribile – ma questo libro è il nostro libro e contiene – più di qualsiasi libro abbiamo fatto – contiene la vostra energia, proprio qui.

Sono storie, storie brevi del Maestro e dello studente e mentre lo leggete prima vi identificate con lo studente, con le vostre pene, con le vostre lotte e sfide e con la vostra mancanza di intuizione. Quando arriverete alla fine del libro v’identificherete più con il Maestro, il Maestro che è proprio ora è presente in voi. Forse non si è rivelato, forse non nella coscienza chiara ma il Maestro è dentro di voi. Inizierete a rendervi conto che anche tutto il concetto della ricerca dell’illuminazione, il concetto di cercare di ottenere la maestria è una di quelle bugie. Si è sempre, sempre, sempre trattato di permetterla e basta.

Voi iniziate a vedervi come il Maestro. Quando arriverete ai capitoli finali inizierete a riconoscervi, “Io l’ho fatto. Io sono il Maestro di cui si parla qui.” Voi passate dall’essere lo studente, quello che ogni tanto fa i pasticci, lo studente fin troppo ansioso e stressato che cerca con forza di diventare illuminato; a quel punto vi renderete conto che il Maestro di cui si parla qui nelle memorie siete proprio voi. Quando ciò accadrà sul vostro viso apparirà un bel sorriso e vi renderete conto che c’è sempre stato, proprio sempre e ora non cercate più il Maestro. Voi fate solo spazio per il Maestro.

È il nostro libro e spero che ce ne saranno altri così. Non so come andrà a livello di pubblico e non importa, davvero. Questa è più una specie di cerimonia energetica per gli ultimi 16 anni con Tobias e con me. È una cerimonia energetica. È la celebrazione del nostro viaggio. Abbiamo inserito nelle storie – beh, leggetene una prima di andare a dormire o quando vivete uno dei momenti da studente, quando provate ansia o quando siete confusi o turbati, ma sono le nostre storie.

Miei cari amici, devo ringraziarvi perché fate parte di questo libro. Lo ripeto, in copertina c’è il mio nome ma non ci entravano tutti. L’editore ha insistito ed io ho detto, “No, per favore. Non ci voglio il mio nome,” ma l’editore ha insist… ogni tanto raccontate qualche storia, okay?! (risate)

 

Il Format di Oggi

Parlando di storie, parlando di storie oggi qui abbiamo un’opportunità. Ho preparato due versioni dello Shoud di oggi: posso farvi lezione o posso raccontarvi delle storie.

LINDA: Oh è un piacere, se riesco a trovarla. Eccola.

ADAMUS: Possiamo scegliere. Cosa preferite ascoltare, le storie o una lezione? Linda, per favore, il microfono a chiunque sembri pronto.

FRED: Io preferisco le storie, per favore.

ADAMUS: Le storie. Okay, bene. Uno per le storie. Il prossimo.

LINDA: Fammi trovare qualcuno che è di cattivo umore.

ADAMUS: Le storie o la lezione? Ho preparato la lezione e non ho preparato le storie, ma le inventerò al momento.

SART: Sì, inventatene di belle.

ADAMUS: Ne invento di belle. Tipo?

SART: Sulla mia vita (risate).

ADAMUS: Dobbiamo proprio abbellire un paio di cose per …

SART: Oh, sì! Alla grande!

ADAMUS: Sì, alla grande. Okay. Due per le storie. Altri. Lezione? È una lezione affascinante, sulla fisica.

TERRY: Perché non entrambe?

ADAMUS: Perché non entrambe? Bene, bene. Lui non si blocca mai in una. (il pubblico dice “Sì!” e qualche applauso). Potrei raccontare storie che siano anche lezioni.

LINDA: Ohhh! (Adamus ridacchia)

ADAMUS: Lezione o storia?

CAROLYN: Penso che mi piacerebbero le storie.

ADAMUS: Le storie. Okay.

CAROLYN: Sì.

ADAMUS: Ancora un paio. Capisco in che direzione stiamo andando. Oh, là dietro ci sono le persone nei loro corpi di luce… (sono vestiti con luci di Natale sui costumi) Tocca a voi. Voi tre con i vostri corpi di luce.

LINDA: Non riuscivo a capire cosa fosse. Ora lo capisco.

ADAMUS: Prima i tre con i corpi di luce, vi spiace alzarvi?

LINDA: Aspetta, aspetta! Qui c’è una riposta.

ADAMUS: No. Aspetta. Aspetta. Avanti, alzatevi. I corpi di luce. Vogliamo che li vedano tutti. Sì. Vedete, ecco cosa succede quando permettete (risate)? Bene. Grazie. Lo apprezzo.

LINDA: OMG.

ADAMUS: La storia o le lezioni?

SHAUMBRA 1 (donna): La storia.

ADAMUS: Le storie. Le storie. Proviamo da questa parte della stanza, Linda. Credo che questo lato sia a favore delle storie.

LINDA: Bene, sai, devi farlo a modo tuo.

ADAMUS: Storie o lezioni?

SHAUMBRA 2 (donna): Entrambe.

ADAMUS: Entrambe. Okay.

LINDA: Ohh!

ADAMUS: Sarà una storia molto noiosa (Adamus ridacchia).

LINDA: Ne abbiamo un altro che arriva da lontano.

ADAMUS: Storie o lezioni? Signore? Penso signore.

NICOLAI: Sì, sì.

ADAMUS: Cos’è…

NICOLAI: Più o meno…

ADAMUS: Ti spiace alzarti così…

NICOLAI: Sì, certo.

ADAMUS: Si. Bel costume (è vestito da satiro). Bene, bene.

NICOLAI: Si, facciamo una bella storia.

ADAMUS: Una bella storia. Ok. Ancora due. Credo che oggi vinceranno le storie. Le storie con pizzico di lezione.

LINDA: Beh, ecco qualcuno che non sarà più qui ogni mese. Chiederò la sua opinione.

ADAMUS: Oh! Oh, no.

LINDA: Ci mancherà.

ADAMUS: Oh!

MARC: Entrambe.

ADAMUS: Entrambe. Entrambe, storia e lezione. Ok. L’ultimo.

LINDA: L’ultimo – ooh, ooh! Mi spiace, mi spiace (inciampa).

ADAMUS: Penso che il voto si sia concluso.

LINDA: Le tue scarpe sono più grandi delle mie (Adamus ridacchia). Ci siamo camminati sui piedi. Vediamo. Oh, qui! Proviamo qui.

ADAMUS: Ah! Hai fatto tanta strada per essere qui. Storie o lezioni?

BIRGIT: Storie.

ADAMUS: Storie. Tutti vogliono la storia.

LINDA: Oohhh!

ADAMUS: Non tornare ancora qui (qualcuno ridacchia). La prossima domanda.

LINDA: Oh.

ADAMUS: Sì.

LINDA: Oh.

ADAMUS: Perché agli umani piacciono le storie? Perché vi piacciono le storie? Perché vi piacciono le storie? Avevate l’occasione che vi facessi lezione. Potevamo tirare fuori la lavagna ed entrare nella fisica della vita stessa. Sì.

LINDA: Un giorno vestito da muratore ed ora con lo smoking?

ADAMUS: Sì.

LINDA: È come, “Woa!”

ADAMUS: Si.

JOE D: Si, posso fare di tutto.

ADAMUS: Di tutto. Cosa c’è di così affascinante nelle storie?

JOE D: Le storie portano le persone fuori dalla realtà in cui vivono.

ADAMUS: Bene.

JOE D: Li inseriscono nella loro storia.

LINDA: Oooh!

ADAMUS: La storia di lui.

JOE D: La ‘sua‘ storia. Sì.

ADAMUS: Sì, sì. Bene. Okay.

JOE D: Raccontaci una storia.

ADAMUS: Ce ne sono un paio. Devo pensare in fretta, avevo preparato una lezione. Pensavo di fare lezione al pubblico, ma non mi sono reso conto che voi volete le storie.

LINDA: Ancora?

ADAMUS: Volete una storiella di fate? Volete una storiella da adulti? Volete … (risate) Non importa a…

LINDA: No!

ADAMUS: Non importa a me… (altre risate). Ancora qualcuno. Cosa ti piace delle storie?

IWONA: Vengono dal cuore.

ADAMUS: Vengono dal cuore. Ok.

IWONA: Più delle lezioni.

ADAMUS: Non quelle che vi racconterò oggi.

IWONA: Okay!

LINDA: Ohhh!

ADAMUS: Ma è vero, è vero. Vengono dal cuore. Che altro? Perché agli umani piacciono le storie? David.

DAVID: Ci toglie dalla mente e c’infila nell’immaginazione e nelle sensazioni.

ADAMUS: Yes.

LINDA: Ohh!

ADAMUS: Sì, certo.

LINDA: Molto bene.

ADAMUS: Bene. Ancora due.

LINDA: Ancora due.

ADAMUS: Ancora due.

LINDA: Okay. Sto andando.

ADAMUS: Gli umani e le loro storie.

LINDA: (sussurra) Mi piacciono sempre le tue risposte.

SHAUMBRA 3 (donna): La fuga.

ADAMUS: La fuga. Bene.

LINDA: Ooohh!

ADAMUS: Bene. Oggi speriamo di scappare un po’. Scappiamo da…

LINDA: Oh, un volontario. Mi spiace. Te ne pentirai.

SHAUMBRA 4 (uomo): Me ne pentirò, ma ci forniscono intuizioni su chi siamo.

ADAMUS: Ci danno le intuizioni. Si, detto in modo un po’ diverso la storia si personalizza, ci fornisce intuizioni. Eccellente. Eccellente.

Oh, la prossima domanda che devo farvi è: qual è la vostra storia?

  

Qual è la Tua Storia?

LINDA: Oh.

ADAMUS: In 20 parole o meno.

LINDA: 20 parole o meno?

ADAMUS: Ok, più o meno. Qual è la tua storia mentre sei seduto qui oggi? Qual è la tua storia? Inizia pure.

LINDA: Okay.

ADAMUS: Qual è la tua storia?

LESLIE: Ci stavo pensando mentre tu…è stato un viaggio divertente e non è ancora finito.

ADAMUS: Si. Bene. Bene. Vuoi altri viaggi divertenti?

LESLIE: Oh, Si!

ADAMUS: O vuoi che finisca ora?

LESLIE: No, no, no.

ADAMUS: Okay.

LESLIE: Voglio divertirmi ancora di più nel viaggio.

ADAMUS: Ok, bene.

LESLIE: Io sono pronta per la prossima cosa.

ADAMUS: La storia di Leslie – “È stato un viaggio divertente e non è ancora finito.” Bene. Mi piace.

LINDA: Ok, ora rischio da questa parte.

ADAMUS: Ancora un paio. Ciao, cara.

EDITH: Ciao.

ADAMUS: Qual è la tua storia?

EDITH: Sono felice di aver trovato il Crimson Circle nel 1999 e studio e imparo da te e da Tobias e Kuthumi e li amo molto e credo che siate tutti magnifici, ecco tutto.

ADAMUS: Dunque, la tua storia è il Crimson Circle. Sì. Edith, tu sai che in tutto il mondo sei la rock star. Te lo aspettavi nella tua storia?

Edith, che trova il Crimson Circle in un momento di disperazione. Proprio quando la vita sembra più tetra, quando non c‘è più speranza del domani, di colpo il nome “Tobias” le entra nella mente. “Tobias! Tobias!” chiede a chi le sta intorno. “Cosa sapete di questo Tobias? Continuo a sentire il nome Tobias in testa.” Alla fine qualcuno dice, “Edith, guarda su Internet.” “Oh.” Lei scrive su Internet – “Tobias” e il Crimson Circle – “Che strano tipo di culto è questo? In cosa mi sto cacciando? Cosa faranno? A quelle riunioni faranno sacrifici umani o forse sacrifici metà-umani e metà animali?” (qualche risata)

Un giorno decide di presentarsi e si traveste da uomo affascinante e ben vestito e si presenta alla riunione, si siede e di colpo scoppia in lacrime. “Sono a casa,” dice, “Sono a casa. Sono circondata da gente proprio come me. Non proprio come me ma sono circondata da persone che amo e che mi amano. Al Crimson Circle sono a casa.” Poi si rende conto che conosce tutti quelli che ci sono qui e tutti quelli che ci guardano online. Li conosce da miliardi di anni. Hanno un vecchio accordo: tornare sulla Terra al momento e al posto giusto, con il giusto gruppo di persone per qualcosa che non è mai stato fatto prima in tutta la creazione. Si tratta dell’illuminazione incarnata. Neppure i Maestri Ascesi che stanno al Club dei Maestri Ascesi riuscirono a restare nel corpo per un lungo periodo di tempo.

LINDA: Di chi è questa storia? (risate)

ADAMUS: Shh!

Edith dice, “Ecco. Sono a casa, al Crimson Circle.” Poco sapeva del fatto che dopo qualche anno il nome “Edith” sarebbe passato sulle bocche degli Shaumbra su tutto il pianeta (risate e qualche applauso). “Edith! Edith, ti amo, Edith!” Non si rese mai conto che Edith sarebbe diventata… (il pubblico inizia a scandire “Edith! Edith! Edith! Edith!” e Adamus ridacchia) Non si rese conto che Edith sarebbe diventata una hit su Facebook e che Edith non era solo un nome, non solo una persona ma un luogo al Crimson Circle – la sedia di Edith (risate).

Vedi, Edith, è così che racconti una storia ed è una storia vera. Questa è una storia vera, ma oggi il mio punto è che voi siete in una storia. Voi siete una storia o meglio, voi siete molte, molte storie. Perché calpestare quella storia? Perché dire “Beh, sono seduta qui. Non so cosa faccio qui e sono...” (con voce piatta). Voi siete in una storia. Potete davvero portarla alla luce?

Io uso le storie per – Linda, per ora grazie – io uso le storie per raccontare una storia. Come nel libro io uso le storie per condividere la saggezza, per mantenerla interessante ed impedire che diventi noiosa.

Avete mai partecipato a una sessione di elaborazione con altri, tipo una sessione spirituale di elaborazione? Sono tetre. Sono tristi e so che alcuni di voi diranno, “Oh, io lo faccio per vivere.” Beh, cambiate modo di vivere (risate).

Sono tetre perché la gente non può ridere, non ride delle sue storie. La gente si prende dannatamente sul serio e quando vi rendete conto che è tutta una storia – prendiamo ad esempio la storia di Edith e mettiamoci un po’ di luce. La cospargiamo con un po’ di zucchero e un po’ di sale e un po’ d’aceto per renderla interessante perché nella sua vita c’è zucchero, sale ed aceto.

Cari amici noi l’abbelliamo – non diciamo bugie, la abbelliamo e basta – perché come ho detto molto spesso voi restati incastrati in questi concetti di voi e poi credete che siano veri. Ci sono esperienze che sono accadute nei vostri primi anni di vita e voi pensate che è ciò che accade e di colpo vi trovate in un solco ed è tristissimo come le sessioni di counseling e di elaborazione dove tutti si siedono in cerchio e parlano delle loro cupe vite.

Mio dio, vorrei che qualcuno si alzasse e dicesse, “Io ho una storia. Io ho una grande storia. Ero un angelo perduto. Eccomi sul pianeta Terra con un corpo fisico che detesto ancora oggi. Non riesco a sopportarlo. Eccomi qui traumatizzato dalle energie della gente intorno a me, molto aggressiva, molto violenta e davvero minacciosa. Ti ruberebbero non solo il sangue e il denaro, ma se potessero anche l’anima. Cos’ho fatto? Ho deciso di annegare nel bere (risatine nervose). Sono diventato un alcolista e sì, violento in famiglia. Ho perso il lavoro e tutto il mio denaro ma sapete, qualcuno deve pur tuffarsi nella disperazione più profonda e oscura. Qualcuno deve capire quanto profondo è l’abisso ed io l’ho fatto con il mio Jack Daniels” (risate).

LINDA: Stai descrivendo me? (altre risate)

ADAMUS: Ecco la differenza tra “Beh, sapete, sono un alcolista. Uh, non ho una vita. Vengo a questi incontri. Bevo caffè e sono annoiato a morte,” (di nuovo con voce piatta; risate).

La vostra vita è una storia! Questo (il libro) ne è solo una rappresentazione. Ci siete dentro voi. La vostra energia, le vostre esperienze. La vostra vita è una storia. Rendetela interessante. Sapete, voi dite, “Non so se riesco a salire sul palco e fare ciò che fai tu, Adamus. Non so se fa parte di me raccontare la mia storia.”

Lo fa. Voi fate solo un respiro profondo e poi fluite con lei. Uscite dalla mente e vi divertite. “Ero nell’inferno più profondo e scuro, un inferno così profondo dove nessun altro umano era arrivato ma ne sono uscito. Da ciò ho imparato che non potevo stare solo nella mia luce. Ho imparato che non potevo solo essere la brava ragazza o il bravo ragazzo. Stavo impazzendo. Allora cos’ho fatto? Mi sono tuffato più in fondo possibile. Ho preso il treno dell’alcol fino in fondo e ho imparato che io sono entrambe, la luce e il buio. Ho imparato che per essere reali non si può solo cercare di essere il sé buono, il sé pulito. Per essere reale uno ha bisogno di tuffarsi in profondità per quanto è possibile in tutti i suoi problemi. Non sfugge dai problemi, non si nasconde dalle voci nella mente ma s’immerge quanto può in profondità in tutte le parti di sé.”

Questa sì che è una storia (applausi).

LINDA: Whoa!!

ADAMUS: Questa è una storia. Ancora qualcuno. Qual è la tua storia? Cerca di seguirmi! Il microfono. Qual è la tua storia? Mettici un po’ di pepe, aggiungi un po’ di pepe e di salsa di Tabasco. Qual è la tua storia? Oh, ora tutti mormorano, “Linda, per favore non dare il microfono a me.” (qualcuno ridacchia) Qual è la tua storia, cara?

CAROLYN: La mia storia è che sono cresciuta, ho avuto un’infanzia meravigliosa poi mi sono sposata, lui mi ha lasciato e poi ho incontrato il mio stupendo amico e amante e abbiamo viaggiato in tutto il mondo e la vita è bella.

ADAMUS: Wow! Ecco una bella storia (qualche applauso). Dalla disperazione e dalla povertà – no, abbiamo iniziato con una bella infanzia?

CAROLYN: Sì.

ADAMUS: “Con genitori pieni d’amore e premurosi, ma non per quest’anima. Io non vivrò così. Io non vivrò solo la parte facile, quella bella. Non appena sarò libera sposerò un uomo odioso, un umano oscuro che mi tratta come nessuno mi ha mai trattato e che abusa di me a livello energetico e mentale e in tutti gli altri modi per poi scoprire alla fine l’amore della mia vita che non è chi mi siede accanto ma chi Io Sono. Così posso condividerla con chi è seduto al mio fianco.” La prossima storia sarà… vuole la sua storia, signore?

VINCE: (suo marito) Io?

ADAMUS: Si. Perché no? (qualcuno ride)

VINCE: Sto ancora scrivendo la mia storia.

ADAMUS: Stai ancora scrivendo la tua storia.

VINCE: Che è fantastica. Non sappiamo dove finirà o dove proseguirà, ma…

ADAMUS: Oh, non lo sai?

VINCE: No.

ADAMUS: Non lo sai?

VINCE: No.

ADAMUS: Posso aiutarti?

VINCE: Sono ancora sul treno.

ADAMUS: Un uomo intelligente e affascinante con una carriera stupenda che attraversa la vita ma continua a chiedersi, “Perché sono qui? Qual è il significato di tutto ciò??”

VINCE: Bippety, boppety, buup! Bippety, boppety, buup! Bippety, boppety, buup!

ADAMUS: Grazie. Effetti sonori. Pensavo fosse… (Adamus tossisce) Un viaggio pazzesco nell’umano, hai quasi tutto ciò che volevi e sapevi che la tua intelligenza era una chiave come il tuo fascino. Poi incontri una vecchia…

VINCE: Whoaaa!

ADAMUS: … una cara, cara amica vecchia e bella. La incontri e la tua vita raggiunge un livello del tutto nuovo.

VINCE: Si.

ADAMUS: Porta la tua vita a un livello d’amore pazzesco.

VINCE: È il top.

ADAMUS: Sì è il top, è il punto supremo. Sì, ma c’è sempre un po’ di dramma. Si manifestano alcuni problemi di salute.

VINCE: (a voce bassa) Ohhh…

ADAMUS: “Cosa accade al corpo? Nella mia vita sto ottenendo tutte le cose che potevo immaginare, dalla bellezza della mia partner al condividere la sua vita con la sua anima, nella vita ho tutto e di colpo ecco i problemi di salute. Accidenti al corpo! Accidenti al corpo fisico! Molto vulnerabile, molto soggetto alle malattie, alla debolezza e all’invecchiamento. Accidenti al corpo, altrimenti la mia vita sarebbe perfetta. Perché mi hai tradito, biologia? Di cosa si tratta?”

Poi le lotte. Le lotte con il corpo che portano alle lotte nella mente, “Cos’ho fatto di sbagliato? Perché il mio corpo è così? Perché non riesco a controllarlo?” E per tutto il tempo un sussurro, un sussurro che dice, “Smettila di provarci. Smettila di provarci. Smettila di provare a diventare sano pensandoci sopra. Permetti e basta. Permetti e basta.”

C’è voluto molto tempo perché quel messaggio arrivasse perché c’era moltissima paura. C’era rabbia, c’era frustrazione e rimorso ma alla fine, alla fine dici, “Quel corpo non è mio. Quel corpo non è mio. Il mio corpo reale, il mio corpo di luce che s’integrerà con la mia biologia quello sì che è mio,” e nella vita quello è un grande passo lasciar entrare il corpo di luce e abbandonare la paura della morte che è una delle bugie più grosse vendute agli umani su questo pianeta. Mollare tutto ciò e giungere finalmente in un luogo di vera integrazione, integrazione molto profonda dei tessuti, delle cellule, del DNA del corpo fino al punto in cui la separazione del corpo non esiste più. Basta con la mancanza di fiducia nel corpo. Basta coi rimorsi sull’abuso del corpo nei tuoi primi anni, ma di colpo ecco l’amore e l’accettazione di tutto il Corpo di Coscienza.

Ecco la tua storia, amico mio.

VINCE: Wow.

ADAMUS: È la tua storia.

Se c’è un punto che posso incrociare con l’uscita del libro è che tutte le vite sono una storia. Ogni vita è una bella storia e troppo spesso restate incastrati nei dettagli, nell’opacità della storia. Voi restate incastrati nel dramma e nella negatività. Restate incastrati nel cercare di uscire dalla vostra storia facendo a pugni o pensate che cambierete la storia pensandola in modo diverso e non succede.

Proprio ora fate un respiro profondo e siate la vostra storia. Cercate di capire che è molto più di quanto vi rendete conto; è molto più di quanto potreste scrivere su un pezzo di carta – “La mia storia: sono nato, sono andato a scuola. Mi sono sposato, ho lavorato e poi sono morto.” È noioso. È quasi come una lezione. Invece la storia! Incoraggio tutti voi a mettervi davanti allo specchio o sul balcone o nel bosco o dove volete e fate la vostra storia come ho fatto io e siate un po’ teatrali. Il teatro è molto bello perché è tutto solo una storia. Voi non ci siete rinchiusi dentro. Sono tutte storie.

Io amo il teatro. Io amo le arti perché vi liberate. Non siete più in quel luogo opaco, grigio e tetro in cui, “Cerco solo di attraversare la vita. Cerco di farcela e basta. Sto cercando le risposte,” (con voce piatta). Le risposte sono qui e sono nella bellezza della vostra storia.

Le vostre vite passate e future – sì, posso dirvi fin d’ora che voi vivrete vite future. Sì. “Oh, merda!” (risate) Non devo essere un sensitivo per sentirvi. Di colpo in tutto il mondo c’è stato un rimbombo, “Oh, merda!” (altre risate)

Vi dirò perché vivrete vite future. Perché, beh, prima di tutto il tempo non esiste e quindi stanno già accadendo; secondariamente voi sarete seduti al Club dei Maestri Ascesi a parlare con gli altri Maestri Ascesi e vivrete altre vite. Ve ne renderete conto e vivrete di nuovo. Forse non qui – probabilmente non qui – su questo pianeta. Altrove, forse da qualche parte in una nuova creazione, forse su una nuova Terra – e ci sono molte, moltissime nuove Terre – che forse esisterà per fare le cose che avete sempre sognato di fare ma vi siete sentiti molto limitati dalla coscienza di massa e limitati da voi stessi e dal vostro passato.

Voi vivrete altre vite e forse non in un corpo fisico e forse non le chiamerete neppure vite. Sono semplici espressioni. L’anima, lo spirito ama l’espressione. Noi parliamo delle ‘4 E’ e una delle ‘E’ è l’espressione*. L’anima nel suo amore per sé stessa, nel costante orgasmo spirituale che prova – qualcuno ride – nell’orgasmo costante dell’anima che continua ad innamorarsi di sé non può fare a meno di esprimersi in modo creativo. Essa passa nelle vite passate e future.
* Si riferisce a ‘4Es – Un Viaggio Mistico con con Adamus e Yoham.’

Accadrà una cosa stupenda, una cosa meravigliosa. Io faccio foto – Dave fa le foto, Crash fa le foto – ma io faccio foto energetiche. Quando uscite dal solco dalla vostra storia e poi vi divertite con la vostra storia – vi liberate abbastanza per divertirvi con la vostra storia – quando proprio ora permettete l’illuminazione nella vostra vita ciò cambia tutte le vite. Voi non lo state facendo solo per questa vita. Ciò cambia tutte le vite – quelle passate e quelle future.

Ci sono vite passate, storie passate che ora sono molto bloccate, che sono solo…sapete, ora sta accadendo che voi ripetete le vostre storie come in una specie di film di fantascienza dove ripetono senza sosta le loro storie. Cauldre mi sta dicendo che c’è una nuova serie televisiva su questo, una specie di – Westworld – è la ripetizione costante della storia. È proprio così perché anche se voi siete morti le vostre vite passate proseguono il ciclo attraverso la loro storia e continuano a farlo. Si aggrappano alla loro storia, ancora e poi ancora. Idem per le vite future. Restano bloccate nei cicli e mantengono un modello ripetitivo.

Fino a un certo punto potete sentirlo – è in voi, lo sentite – e ha un effetto su questa vita, perché poi in questa vita iniziate a fare le stesse cose, a ripetere i modelli – i modelli dell’abuso, i modelli della speranza persa, i modelli del trovare le risposte. Voi avete tutte queste specie di ruote che girano dal passato e dal futuro. Sono tutte bloccate nella loro storia.

La cosa unica di questa storia, quella di questa vita è che voi siete qui per sbloccare le altre e per liberarle. Ci vuole molto coraggio per farlo. Ci vuole molto coraggio per uscire dai vecchi modelli. Voi sfidate i modelli della mente, i modelli della coscienza di massa e quando lo fate, quando cambiate questa storia voi cambiate tutte le altre storie. Tutte le vite passate in corso ripetono solo i loro cicli, gli stessi giochi e tutto senza fine. Di certo non finisce con la morte. Le storie continuano a ripetersi ma quando c’è una storia che spicca sulle altre, quel ‘tu’ che dice, “Adesso basta,” che dice, “Io sono pronto. Non m’importa di niente e di nessuno.” Quella è un’affermazione potente – “Non m’interessa perché sono molto stanco di vivere questa storia.”

Voglio che per un attimo lo sentiate dentro di voi. Molte, molte volte avete vissuto la storia di questa vita. Questa non è la prima volta. Voi ripetete questa storia. Noi lasciamo i confini del tempo, dello spazio e delle cose come la gente pensa che siano e voi iniziate a rendervi conto che, “Sono già stato qui. L’ho già fatto. Sono già stato qui.” Ecco perché a volte vi annoiate tanto e quella parte di voi dice, “Adesso basta. Noi ne usciremo. Adesso basta.”

In quella storia tutto continua a ripetersi e nelle altre storie tutto urla e strepita, “Non puoi andartene. Questa è la tua storia. Devi riparare la storia. Devi migliorarla. Devi renderla più santa. Prima di andartene devi fare un lavoro migliore.” Beh, una grande parte di voi ci ha creduto. Siete risaltati proprio nella vecchia storia ripetitiva, nella storia noiosa e avete tentato di uscirne riparandola. Non potete. Giorno dopo giorno vivete sempre nella stessa vecchia storia, vita dopo vita finché dite, “Adesso basta. Ho chiuso,” cosa che tutti voi avete fatto e poi tutto inizia a cambiare.

È dura. Le trame della storia – le trame delle storie quasi impresse nella pietra – quelle trame iniziano a cambiare. Iniziano a dissolversi. Il tempo passa. I vostri amici e la famiglia passano. Tutti i concetti sullo spirituale e sulla New Age spariscono. Tutte le cose a cui pensavate di tenere caramente iniziano ad andarsene. Poi vi rendete conto che è solo una storia e vi rendete conto che potete farne ciò che volete. Iniziate anche a rendervi conto che cambiando questa storia cambia la storia di tutte le altre vite che di fatto stanno accadendo tutte proprio ora. Tutto cambia. Questa è l’illuminazione. Questa è la vera illuminazione. Grazie. Un applauso tipo golf (Adamus ridacchia e ora il pubblico applaude).

Ecco cosa stiamo facendo qui. Ecco cosa stiamo facendo ed ecco perché a volte è difficile ed ecco perché arrivo io per essere il distrattore, per distrarvi da questa parte e così potete lasciarlo entrare senza tutto quel pensare; voi permettete solo che accada. Ecco, spero che non vi dispaccia se vi distraggo da questa parte con qualche storiella e ogni tanto qualche intuizione.

Dunque, oggi volete le storie. Oggi volete le storie. Ok, facciamo una storia. Di cosa dovrà parlare? Berrò un po’ di caffè. Qualcuno ne vuole? Eh. Hm.

Abbassiamo le luci e il riscaldamento. Sì, qui si muore di caldo. Tutte queste storie che si liberano e poi bruciano (qualche risata). Si. No, va bene. Andrò un po’ in giro sul palco, quindi accendetele.

Facciamo un bel respiro profondo e iniziamo la nostra storia.

Sì, non so più come dirvelo, divertitevi con le storie! Raccontate storie su di voi e divertitevi. Alcuni di voi – oh! – vorrei averli in una delle mie scuole di teatro. Mi piacerebbe sciogliervi un po’.

 

Il Maestro e la Partita di Football

Il Maestro disse a Roger di incontrarlo… (Adamus ridacchia) Cauldre dice, “Come fai, Adamus? Non conosci neppure la storia.” Accidenti, no. Vedremo dove finisce. (qualcuno ridacchia). Tutte le storie hanno bisogno di un punto di partenza e di fatto non devono iniziare all’inizio. Potete iniziare da qualche parte a metà ma nella storia, compresa la vostra, l’importante è che prosegua. Fatela proseguire.

Dunque, il Maestro disse a Roger di incontrarlo nel parcheggio alle 11 precise di sabato mattina. Ogni tanto il Maestro lo faceva con gli studenti, li portava fuori in modo personale, uno a uno fuori dalla classe e non fuori con tutti gli altri. Ogni tanto il Maestro portava fuori uno studente e parlava con lui delle cose che accadevano nella sua vita. Il Maestro disse, “Roger, incontriamoci alle 11; io sarò su un’auto sportiva rossa nel parcheggio. Io non guido una Honda.” (qualcuno ridacchia) Mi spiace.

Roger era molto eccitato. Sapeva che sarebbe stata dura. Sapeva che il Maestro avrebbe parlato con lui. Sapeva che il Maestro avrebbe guardato in profondità nel suo cuore e lui era pronto. Sapeva che era arrivato il momento. Combatteva, Roger combatteva con il concetto generale del sapere interiore. Sapete, lui conosceva i termini e capiva il concetto del sapere interiore ma dannazione, faceva fatica a metterlo in pratica nella sua vita. Lottava tanto contro il, “Cos’è il sapere interiore? Come colgo differenza tra il sapere interiore e tutto il resto? Come seguo il sapere interiore se non so davvero cos’è?”

Roger era particolarmente eccitato per l’incontro con il Maestro. Arrivò alle 11 meno 5 e il Maestro era già lì con la sua auto sportiva che rombava. Il Maestro disse, “Roger, entra e chiudi la portiera,” poi aggiunse, “A proposito, Roger, no, tu non guiderai la mia auto sportiva.” Sentiva che Roger voleva solo salire e provarla da solo e guidare quella bella auto sportiva che doveva valere una fortuna. In realtà Roger non possedeva neppure un’auto. Camminava e a volte prendeva l’autobus ma niente auto. Povero Roger (pochi ridacchiano). Ecco perché Roger doveva frequentare quella scuola spirituale (altre risate), per imparare come portare l’abbondanza nella sua vita e smetterla di prendere l’autobus.

Roger entrò, chiuse la portiera e – errrrr! – il Maestro partì e le ruote sgommarono sulla strada. Guidarono in silenzio per un po’; il Maestro si divertiva alla guida, amava la guida veloce. Non aveva mai preso una multa. Amava la guida veloce. L’eccitazione del vento, il quasi timore che lo beccassero ma non era mai accaduto. Per il Maestro era divertentissimo. Sapete, trascorreva molto tempo con gli… (Adamus sbadiglia) … gli studenti in classe. Scusatemi per la noia (qualcuno ride). Trascorreva molto tempo con gli studenti in classe e a volte diventava molto noioso. Doveva uscire e fare pause come questa.

LINDA: Sai dov’è Joe? (parla dall’altra stanza ma il suo microfono è ancora acceso)

ADAMUS: Ehi? Corsero in auto fino…

LINDA: … questa cosa. Aspetta, ti… (qualcuno ride)

ADAMUS: Linda? Oh, Linda? Linda? Qualcuno può dire a Linda che il suo microfono è acceso? (qualcuno urla “Linda, il tuo microfono è acceso”; risate). Oh, povero elfo. Ohhhh! (altre risate quando Linda entra con aria contrita). Oh, sembra triste. Ohh, povero elfo. Mentre ‘elfi’ che ne dici di un altro caffè ma caldo? Questo è diventato freddo con tutto il mio… oh e con l’aria fredda qui dentro. Grazie, mia cara.

Dov’eravamo rimasti? Per strada sull’auto sportiva. Il tuo microfono è acceso.

LINDA: Davvero?! Oh, lo era. Oh, merda!

ADAMUS: Sì. Oh, Sì.

LINDA: Oh, merda!

ADAMUS: Ho sentito ciò che hai detto su Cauldre.

LINDA: Non ho detto nulla su di lui, ma la nostra tenda sta volando via.

ADAMUS: Pfft! Lascia che vada.

Mentre viaggiavano sull’auto sportiva Roger si chiedeva quando il Maestro avrebbe iniziato a parlare, quando avrebbero iniziato la conversazione sui problemi di Roger e invece con sua grande sorpresa il Maestro si diresse all’improvviso verso lo stadio di football con tutto l’altro traffico zizzagando dentro e fuori. Gli altri suonavano il clacson e lo mandavano al diavolo e il Maestro sorrideva. Roger si domandava, “Perché stiamo andando allo stadio del football?” Il Maestro poteva sentire ciò che veniva da Roger e disse, “Roger, perché è sabato e c’è la partita del college. Ecco perché andremo allo stadio.”

Roger si grattò la testa e pensò, “Pensavo che avrei avuto I’opportunità di parlare al Maestro e di fare una chiacchierata. Pensavo che forse potevamo andare al lago. So che al Maestro piace pescare e invece andremo alla partita. Cosa c’è sotto?” pensò Roger, “A me non piace il football.” Il Maestro riusciva a sentire i suoi pensieri e disse, “Io amo il football (risate). Amo il football perché è la dualità. È la dualità assoluta. Fai il tifo, urli e gridi. Non sempre riguarda l’essere carini e fare la cosa giusta ed essere santi e sacri e tutto il resto. Entreremo e mangeremo cibo cattivo e berremo birra. Diremo parolacce e imprecheremo contro l’allenatore. Faremo il tifo per la nostra squadra. Noi vivremo, Roger. Noi vivremo.

Il Maestro trovò un parcheggio proprio davanti allo stadio. Sapete, non aveva dovuto pensarci prima come fanno alcuni di voi che pensano, “Devo trovare un parcheggio lì davanti. Ci manderò la mia energia.” Tacete! Il posto al parcheggio è già pronto. Non dovete pensarci sopra. Non dovete circondarlo di luce bianca. Non dovete inviare energia in anticipo. Voi date per certo che il posto c’è e quindi c’è. C’è e basta. Per il parcheggio non dovete fare una seduta spiritica. Vedo che alcuni di voi lo fanno con le rotazioni e gran trambusto. Tacete! Il posto al parcheggio è già lì.

Il Maestro lo sapeva. Parcheggiarono proprio lì davanti. Entrarono allo stadio e il Maestro guardò i biglietti. In realtà aveva due serie di biglietti: qualcuno gli aveva dato i biglietti per i posti ‘skybox.’ Non sapeva chi. Sapete, queste cose vi appaiono in tasca e non vi chiedete mai da dove sono venuti. Andate avanti.

Aveva altri due biglietti. Fila 20 sulla linea dei 45 yard e il Maestro pensò, “Quali dei due? Lo skybox o ci sediamo sulla linea dei 45 yard?” Guardò Roger, “La linea dei 45 yard.” Mentre raggiungevano i loro posti acquistò due birre da 60 ml, entrambe per il Maestro (risate), qualche nacho e gli hot dog e Roger tirò fuori la sua barretta di cereali (altre risate) e rifiutò il cibo e le bevande dello stadio. Al Maestro non importava perché il Maestro sapeva di poter mangiare o bere di tutto. Tutte quelle strane paure del cibo e delle bevande e di ciò che vi fa male il Maestro le aveva trascesi molto tempo prima. Ora riusciva davvero a godersi la vita. Riusciva a mangiare ciò che voleva e a bere ciò che voleva e faceva ciò che voleva. Non era legato da nessuna delle vecchie regole, le vecchie regole sul “come raggiungere l’illuminazione” perché se n’era reso conto molto tempo prima ed era solo sé stesso.

Si sedettero, si accomodarono sui sedili e quasi subito iniziò la partita. Oh, grazie (Linda gli porta il caffè appena fatto).

LINDA: Solo un Maestro può essere a servizio.

ADAMUS: Grazie e tu sei un grande Maestro. Ahia! (risate) Cerchi di fregare Adamus con una tazza super bollente.

Si sedettero e quasi subito fu battuto il calcio d’inizio e poi il ruggito della folla mentre la squadra del Maestro riceveva la palla e il runner iniziava a correre. Il ruggito della folla. Ecco dove entrate voi.

ADAMUS E IL PUBBLICO: Yayyy!

ADAMUS: Si, Bene. Il gioco era iniziato e pochi minuti dopo il Maestro, previo un sorso della sua birra – o caffè caldo – il Maestro guardò Roger e disse, “Allora, Roger, qual è il problema?” Roger era stressato e sbalordito, “Perché sono seduto qui alla partita di football a parlare di questo problema al Maestro? Volevo passare un po’ di tempo tranquillo con lui.” Il Maestro disse, “Roger, ora o mai più. Ora o mai più. Cosa ti succede?” Roger disse, “Beh, sai, studio tanto. Frequento la tua scuola da 6 anni e ho speso un mucchio di denaro,” – guarda guarda, lo dicono sempre – “Ho speso molti soldi e mi sembra di non andare da nessuna parte. È come se non capissi. Ho tutto il tempo queste voci nella testa ma o non sono giuste o non hanno senso. Sto impazzendo.” A quel punto la squadra del Maestro fece touchdown e la folla impazzì. (il pubblico fa un gran tifo e Adamus ridacchia).

Il Maestro disse a Roger, “Roger, raccontami un po’ di più di cosa succede qui.” Roger disse, “Sai, Maestro, tu parli del sapere interiore – il sapere interiore – e sembra molto facile. Suona come se tu, sì in un certo senso sai le cose,” e il Maestro annuì, sorseggiò la sua birra, mangiò un nacho e disse, “Sì. Lo sai e basta,” e Roger, “Ma Maestro, io cerco di capire il sapere interiore e mi confondo molto. Sento tutte quelle voci nella testa e a volte penso che sei tu nella mia testa. A volte penso sia un arcangelo nella mia testa penso sia un arcangelo e a volte penso sia un demone e a volte penso sia mia madre e sai, a volte è un vecchio insegnante. Tutto si confonde perché nella testa sento sempre tutte queste voci. È il sapere interiore, Maestro? È il sapere interiore?” Il Maestro face una breve pausa perché la sua squadra aveva appena recuperato un passaggio perso dall’altra squadra e il pubblico impazzì (il pubblico fa di nuovo il tifo).

Quel giorno il pubblico era molto rumoroso; parlava, urlava e strillava... Yah, yah, yah! Si! Yah, yah, yah, yah! (il pubblico fa molto rumore). Rumore tutto intorno (il pubblico continua a fare molto rumore). La gente beveva e mangiava nacho – crunch! crunch! crunch! – tutto quel rumore!

Nonostante ciò il Maestro continuò a parlare a Roger e disse, “Roger, quello non è il sapere interiore. Quello non è il sapere interiore. Quelli nella tua testa sono i vecchi nastri registrati. Sono registrazioni, registrazioni energetiche che rinforzano la tua storia, che ti fanno recitare di continuo la stessa storia. Ti hanno confuso molto. Sei molto confuso su ciò che dovresti fare ed ascoltare. Roger, ogni tanto tu parli delle guide spirituali. Per chi percorre il sentiero non ci sono guide spirituali. Roger, il sapere interiore non è come una delle voci che senti. Proprio no.”

A quel punto dopo aver recuperato la palla e dopo qualche azione la squadra del Maestro fece un altro touchdown. Il pubblico impazzì (il pubblico rifà il tifo). A proposito, continuerà così per tutto il giorno. La squadra del Maestro li farà neri.

Chiacchierarono per un po’. Il Maestro fece a Roger altre domande su ciò che sentiva; non su ciò che sentiva nella testa ma su ciò che sentiva. Ne parlarono molto, molto a lungo e alla fine il Maestro disse, “Roger, ecco cos’è. Tu hai il sapere interiore. C’è. Lo posso sentire. In effetti tutti hanno il sapere interiore e il tuo è davvero buono, ma tu lasci che sia tutto distorto e che si perda a causa di tutto il rumore che c’è nella tua testa, da tutta la spazzatura e da tutte le attività nella tua testa.

“Ecco perché ti ho portato alla partita di football per chiacchierare, perché tutti questi babbani che fanno il tifo e urlano e strepitano (il pubblico fa il tifo e urla) sono come le voci nella tua testa e ti distraggono e ti rendono molto difficile trovare, sentire davvero la voce del sapere interiore. Ecco perché ti ho portato qui, perché beh, in un certo senso la vita è così. Non è sempre intensa come una partita di football ma la vita è così con la dualità, con la coscienza di massa. C’è sempre l’agitazione, la distrazione e la dualità e gli urli e il tifo ma c’è anche il pianto. Vedi la squadra? Proprio ora stanno piangendo. Il pianto e la disperazione.” Si, un piccolo pianto.

IL PUBBLICO: Boo hoo!

ADAMUS: Boo hoo! Boo hoo! Boo hoo! “Ecco perché ti ho portato alla partita, Roger, perché volevo che vedessi cosa accade davvero nella tua testa.” Roger ci pensò per un attimo e pensò, “Certo, questo è un gran bel piano. Mi sta aiutando a capire tutte quelle voci, tutti quei giochi che avvengono nella mia testa.”

Roger ci pensò un po’ e alla fine disse, “Ma Maestro, non hai detto che sto andando piuttosto bene con il mio sapere interiore? Che ho molto sapere interiore?” Il Maestro disse, “Si, è proprio così. Ti viene proprio naturale.”

Roger disse, “Ma se ce l’ho perché non riesco a trovarlo? Se ce l’ho perché non lo uso?” A quel punto il Maestro sorrise. Sapeva che la conversazione sarebbe arrivata a quel punto. Disse, “Roger, c’è solo una cosa. Ciò che tu fai con il tuo sapere interiore, con quella – non è neanche una voce, Roger, è il sapere interiore, una sensazione – è una sensazione ma ciò che tu fai è tentare di umanizzarla. Roger, tu tenti d’inserirla in una voce umana e non lo è. Tu cerchi d’inserirla nei tuoi pensieri mentali ma non lo è. Tu hai il sapere interiore che c’è sempre ma tu non lo ascolti se non sembra un’altra guida spirituale, un altro arcangelo, un’altra madre, un altro insegnate o un altro umano. Ecco il problema. Tu cerchi di umanizzarlo.”

Il Maestro disse, “Io capisco il perché. Tutti cercano di umanizzare tutto. Cercano di inserirlo in una piccola scatola ordinata. Vogliono sentire le voci. Con il tuo sapere interiore non sentirai le voci. Con le vere sensazioni interiori tu non sentirai le voci ed è una buona cosa. Tu non vuoi umanizzare qualcosa che è molto prezioso, che è molto puro. Non vuoi inserirlo in una voce. Non vuoi portarla a quel livello. È il sapere interiore che è sans definition, che non ha bisogno della struttura umana. Non deve sembrare che un insegnante ti faccia lezione nella testa o che un angelo ti dica cosa fare.

“A proposito, tutte quelle voci erano tue. Non erano le tue guide spirituali. Non erano gli angeli. Gli angeli non parlano con parole umane. Tutto gira intorno alla sensazione e alla sensualità. Erano tutte le voci della tua vecchia storia che continuavano a girarti nella testa. Ecco, Roger, nel momento in cui smetti di cercare di umanizzare il sapere interiore, l’Io sono e ti permetti di aprirti alla vera sensazione, alla vera consapevolezza allora lei si attiva. Ecco quando si aprirà.

Roger lo sentì dentro per un attimo e anche se era allo stadio, anche con tutto quel tifo e le urla e i pianti Roger lo sentì dentro per un attimo e in quello spazio sicuro, in quello strano spazio sicuro nel bel mezzo della coscienza di massa che ora sulla linea delle 10 yard stava per far un altro touchdown, nonostante tutto ciò alla fine Roger ci arrivò. Smise di trasformare il sapere interiore in qualcosa di umano. Lo permise e basta.

Il Maestro sapeva che per Roger o per chiunque altro sarebbe stata dura perché c’è sempre un grande desiderio e tentativo di sentire parole, di vedere immagini o altro ma quando una persona è nel suo sapere interiore e non lo definisce non deve sapere com’è arrivato e neppure dove lo porterà; se vive in quel puro stato di coscienza il sapere interiore lo porterà – gli mostrerà – chi è davvero. Il sapere interiore sarà la sua illuminazione.

Con ciò il Maestro disse, “Ho mezzo litro di birra in pancia. Andrò a pisciare. Vuoi che ti prenda qualcosa?” (risate) E così termina la storia del Maestro e di Roger (il pubblico applaude).

È una storia ed è… (qualcuno dice “strana”) in parte è strana, sì. In parte è strana e in parte è vera ma voi vivete in mezzo a tutto quel rumore. Che siate a una partita di football, che facciate shopping o anche se siete a casa da soli c’è molto rumore. Il rumore energetico proviene dalle lampadine e – come le chiamate – dalle frequenze radio. Il rumore vi circonda. Il rumore proviene dal vostro pc anche quando è spento – intendo dire spento e con la spina staccata – il rumore esce comunque perché il pc raccoglie energia da ciò che chiamate Internet e poi la emette senza sosta.

Voi non riuscirete a sfuggirlo, né dovreste farlo. Sì, è molto più semplice attingere al vostro sapere interiore se fate una passeggiata nel bosco in una bella giornata d’autunno, è molto più semplice ma potete farlo dappertutto.

Non aspettatevi parole. Per favore non aspettatevi parole. ll sapere interiore, l’Io Sono interiore non parla usando le parole, non lo farà mai e non vuole farlo. Tutte quelle voci nella vostra testa, per chi tra voi le attribuisce alle guide e gli angeli e alle vite passate e alle vite future e a tutto il resto, quelle voci sono vostre. Sono parti della vostra storia. Sono i personaggi nella vostra storia. Sono vostri. Va bene così, ma non cedetela a loro. Non metteteli su un piedestallo. Non pensate che siano un potere superiore. Sono solo personaggi nella vostra storia. È tutto qui.

Il vero sapere interiore arriva con un tale senso di, beh, il sapere interiore arriva con un grande senso di facilità. È senza sforzo. È privo di lotte ed entra senza dubbi. C’è e basta. Non potete obbligarlo a farsi avanti. Nella vostra vita non potete portarne più o meno perché c’è sempre. Si tratta di smetterla di cercare di umanizzarlo. Smettetela di tentare di assegnare una voce o un viso o una direttiva o una parola a qualcosa che è solo la voce, l’essenza dell’Io Sono.

Facciamo un respiro profondo con la nostra nuova storia. Forse è per un nuovo libro, eh? Fate un bel respiro profondo.

Ora per la prossima storia – è il giorno delle storie, giusto? O adesso volete una lezione? (qualcuno dice “No”) Volete un’altra storia? (qualcuno dice “Sì”) Ok, questa sarà un po’ diversa. Alzate le luci, per favore. Questa è… (Adamus sorseggia il suo caffè) Ahh! Whew!! Eh, non so cosa ci mettono dentro ma – heh! – per me sa di rum (risate).

 

Il Maestro e la Classe

Okay. Ecco la prossima storia. Questa è una storia interattiva. L’ultima era una storia carina per dormire e voi vi siete messi comodi e avete ascoltato. Questa volta non ho idea di dove questa storia andrà a finire e non importa. È interattiva. Ok? Siete pronti? Linda sarà pronta con il microfono perché questa è una storia interattiva.

Sapete, tutte le storie dovrebbero essere interattive. Si, tutte le storie. La storia della vostra vita non è davvero interattiva. Voglio dire, c’è molto di quello che definite un personaggio e non c’è molta interazione con tutti gli altri potenziali aspetti.

Ecco, mentre iniziamo questa storia voglio che vi rendiate conto che è arrivato il momento di rendere interattiva la vostra storia. Divertitevi con lei. Non ho idea della trama della storia, so solo l’inizio. Abbiate sempre un inizio, un punto da cui iniziare. Fate ondeggiare il pendolo in una direzione qualsiasi. Partite da un inizio e poi osservate dove va come faremo nella prossima storia intitolata “Il Maestro e la Classe.” Scusatemi (Adamus raggiunge il fondo della stanza).

“Il Maestro e la Classe.” Naturalmente io farò la parte del Maestro. C’era qualche dubbio? Qualcuno vuole recitare quel ruolo? Grazie, allora lo farò io. (qualcuno ridacchia).

Il Maestro entrò in classe ma oggi era più deciso che mai. Di solito il Maestro entrava quasi come se galleggiasse nell’aria, oggi invece era molto deciso nei suoi movimenti. Il Maestro guardò tutti gli studenti riuniti in classe. Il Maestro pensò, “Oggi farò sul serio. Oggi andremo oltre tutte le chiacchiere di facciata e tutto il makyo. Oggi arriveremo al vero passo successivo per tutti i miei studenti.”

Erano quieti, sentivano qualcosa di diverso nelle sembianze del Maestro e nei suoi movimenti. Di solito amavano la sensazione di quando il Maestro entrava in classe. C’era un’aria di pace e sapevano che in un modo o nell’altro il Maestro provava grande compassione per loro e l’ambiente della classe diventava un gran momento di apprendimento e di saggezza, ma oggi era diverso. Qualche studente si chiese, “Oh! Il Maestro è arrabbiato per qualcosa? Ieri sera il suo appuntamento galante è finito male?” (qualcuno ride). Al Maestro non andava mai male un appuntamento (altre risate).

Il Maestro restò in piedi di fronte alla classe e con il suo… (prende un giocattolo che squittisce; risate) Ridete pure. Il Maestro restò in piedi di fronte alla classe con il suo sguardo più severo ed osservò gli studenti. Gli studenti iniziarono a tremare un po’, “Oggi il Maestro ha un doposbronza?” Il Maestro non ha mai un doposbronza a prescindere da quanto beve. Perché? Perché non c’è nulla che possa squilibrare il Maestro e quindi non era quello ma oggi il Maestro mostrava una grande intensità, un desiderio. Il Maestro guardò la classe quasi con uno sguardo di disprezzo e di disgusto, poi puntò il primo studente e gli disse – Linda, trova qualcuno che ora faccia il primo studente – lo guarda e dice, “Cosa manca nella tua vita? Cosa manca nella tua vita?”

DONNA: Altre prove.

ADAMUS: Altre prove.

DONNA: Dammi altre prove. Voglio altre prove.

ADAMUS: Nella tua vita vuoi altre prove?

DONNA: Altre prove nella mia vita.

ADAMUS: Puoi uscire dalla mia classe. (qualcuno ridacchia mentre lei si alza per andarsene e Adamus sussurra) Sì, sì, tu là dietro. Come puoi uscirtene con certe risposte nella mia classe?! Da quanto tempo sei in questa scuola – due settimane? – e vuoi solo altre prove?! È per questo che sei qui?! È per questo che paghi tanto per venire alla mia scuola? È per questo che occupi un posto che potrei dare a qualcuno che vuole imparare davvero?

Il Maestro aveva l’aria di uno sul punto di sputare, ma poi non lo fece (risate). Non voleva, ma avrebbe voluto. Si rivolse a un altro studente…

LINDA: Mofo.

ADAMUS: … e disse, “Cosa manca, Mofo? Cosa manca? Sei qui da parecchi anni ormai. Sì. Sei nella classe dei ripetenti.” (Adamus ride).

MOFO (Marty): Mi dispiace!

ADAMUS: Cosa manca?!

MOFO: Sono molto distrat- …

ADAMUS: Per favore alzati! Quando parli al Maestro, alzati.

MOFO: Oggi sono molto distratto, Maestro.

ADAMUS: Distratto da cosa?

MOFO: Sono pieno di gas nella pancia.

ADAMUS: Te la sei fatta di nuovo addosso?

MOFO: No, oggi soffro di flatulenza – mi spiace (risate).

ADAMUS: Sei pieno di gas!

MOFO: Mi spiace.

ADAMUS: Cos’hai mangiato, Mofo?

MOFO: Di tutto.

ADAMUS: Di tutto (Adamus ridacchia). Tutto cosa, Mofo?

MOFO: Sì, anche il piatto.

ADAMUS: Oh, anche il piatto. Non mi meraviglio che tu sia pieno di gas. Cosa manca, Mofo? Cosa manca nella tua vita? Vieni a tutte le lezioni e sei venuto a pescare con me, ma cosa manca?

MOFO: Un bigino.

ADAMUS: Un bigino (qualcuno ride). Che vuoi sul bigino?

MOFO: Tutte le risposte.

ADAMUS: Tutte le risposte! Il bigino. Dov’è, Mofo?

MOFO: Pensavo di averlo scritto sul polso e stamattina l’ho lavato via (qualcuno ridacchia).

ADAMUS: Il bigino, dice lui. Anche tu esci dalla classe. Tu consumi aria preziosa e spazio prezioso. Lui vuole un bigino, come se non si rendesse conto che il bigino è già dentro…sì, oh, oh. Tutti voi, uno, due e tre…

ADAMUS E IL PUBBLICO: Ohhhhhh! Ohhhhh! Oh! (mentre Mofo raggiunge il fondo della stanza).

ADAMUS: Non ti rendi conto che il bigino è già dentro di te e sono solo due semplici parole, Mofo. Due semplici parole. Quali sono?

MOFO: Ho scoreggiato? (molte risate)

LINDA: Vedi? È contagioso!

ADAMUS: Ti spiace uscire? Oh, mio dio! (altre risate) Due semplici parole! Woo! Woo!

Il bigino è composto da due semplici parole, due semplici parole. Quali sono, classe? (il pubblico urla “Io Sono” e qualcuno dice “Io Esisto”) Non riescono neanche a dirle. Permetti e ’e’. Avete bisogno che lo scriva alla lavagna? Non abbiamo una lavagna. Ok, non lo scriveremo. Riuscite a ricordarlo? Questa parte della stanza “Permettere”, (quella parte della stanza dice “Permettere”). Questa parte della stanza ‘E’ (l’altra parte della stanza dice ‘E’). Ora se li mettiamo insieme otteniamo …

IL PUBBLICO: Permettere ed e.

ADAMUS: E. Proprio così. Ecco il bigino. Voi restate in fondo alla stanza. Puzzate un po’. Ok. (altre risatine nervose).

A quel punto il Maestro si stava davvero incazzando. Dopo tutto quell’insegnamento e tutti quei libri, dopo i corsi e dopo aver fatto merabh molto belle, merabh molto dolci ancora non ci arrivavano. Potete solo immaginare il livello di ansia del Maestro quando si rivolse ad un altro studente e disse, “Cosa manca nella tua vita?”

(breve pausa e Adamus sbadiglia) Oh, berrò un po’ di caffè. Cosa manca nella tua vita?

OLGA: Nulla.

ADAMUS: Nulla. Beh, se nella tua vita non manca nulla allora perché sei qui?

OLGA: Curiosità.

ADAMUS: Curiosità. Sei curiosa di me?

OLGA: Anche di te.

ADAMUS: O sei curiosa di loro?

OLGA: Anche di loro.

ADAMUS: Quindi dici che sei qui – nella tua vita non manca nulla eppure sei qui – e sei solo curiosa. Curiosa di cosa? Cos’hai scoperto?

OLGA: Ok, probabilmente la mia memoria ha dei buchi?

ADAMUS: Probabilmente ti sei persa la mente?

OLGA: No. La mia memoria, la memoria, la memoria.

ADAMUS: La tua memoria.

OLGA: Sì.

ADAMUS: La mente, la memoria, sono la stessa cosa.

OLGA: Mm hmm.

ADAMUS: Si, probabilmente la tua memoria sta saltando. Dunque, non ti ricordi di cosa sei curiosa.

OLGA: (ridacchia) No, quello lo ricordo.

ADAMUS: Di cosa sei curiosa?

OLGA: Sono curiosa di…

ADAMUS: Cosa speri di imparare qui nella nostra classe spirituale?

OLGA: Prima di tutto io amo l’energia.

ADAMUS: Tu ami l’energia.

OLGA: Mm hmm.

ADAMUS: Oh! Ti nutri di energia.

OLGA: Sì, lo faccio, lo faccio.

ADAMUS: Ohhh! Ohh! Oh! (anche il pubblico dice “Ohh!”) “Ora lascia che ti parli chiaro. Sto iniziando a capire,” disse il Maestro. “Ti sei iscritta a questa scuola non perché c’è davvero qualcosa che vuoi imparare, non perché sei in viaggio verso l’illuminazione incarnata come tutti gli studenti che lavorano duro e pagano in contanti. Tu sei qui come un vampiro energetico per rubare la loro energia, per sederti in questa classe e mentre loro sono aperti nello spazio sicuro, mentre sono vulnerabili tu rubi loro le energie.” È vero?

OLGA: No.

ADAMUS: Per me suonava bene (qualcuno ride) ma il Maestro insisteva che fosse vero ma le offrì un’altra occasione dicendo, “Cosa manca nella tua vita?”

OLGA: La paghetta, naturalmente.

ADAMUS: La paghetta. Vuoi la mancetta? Mentre crescevi i tuoi genitori non ti davano la paghetta? (qualche risata) Non ti davano 5 dollari qui e 5 dollari là?

OLGA: In un certo senso non posso – non lo so – ho qualche visione di me libera e che permette tutto.

ADAMUS: Okay.

OLGA: Ma non riesco a sentirla.

ADAMUS: Eh-errrr! Congeliamo questo momento nel tempo.

OLGA: Ok.

ADAMUS: Fermiamoci.

OLGA: Per favore.

ADAMUS: Qual è la differenza tra “qui mettiamo in scena una storia” e vivere nella tua storia? La differenza è tra recitare, lasciarla entrare e basta – giocare a recitarla, lasciarla proseguire – ed entrare di colpo nella vostra storia.

OLGA: Sì, ok.

ADAMUS: Ah, ok. Uscite dalla vostra storia. Uscite fuori dalla vostra storia – whew! – perché capite quant’è facile restare bloccati nella vostra storia?

OLGA: Mm hmm.

ADAMUS: Anche quando raccontiamo storie e ci divertiamo. Beh, io mi diverto. Ora torniamo alla storia. Giocate a recitarla. Siamo in classe con il Maestro e il Maestro dice in modo teatrale, “E cosa manca nella tua vita?!” E voi rispondete in modo teatrale, voi ricordate…

OLGA: Mm. (qualcuno dice, “Il sesso”)

ADAMUS: Il sesso! (risate)

ADAMUS: Lei dice – Bene, grazie.

OLGA: È giusto, l’ho fatto!

ADAMUS: Grazie. Lei dice, “il sesso.” Non ha pensato di dirlo ma tutto il suo corpo l’ha sentito. Io l’ho sentito. Voi l’avete sentito? Lei ha detto, “Il sesso.”

OLGA: Posso ripeterlo? Posso ripeterlo? Chiedimelo di nuovo.

ADAMUS: Ok (altre risate). Cosa manca nella tua vita?

OLGA: (ad alta voce) Il sesso! (molte risate)

ADAMUS: Il Maestro dice, “Quand’è stata l’ultima volta che hai avuto…

LINDA: Non rispondere! (altre risate)

ADAMUS: “… un orgasmo bello da urlare?”

LINDA: Aghhh!!  

OLGA: Non mi ricordo.

ADAMUS: Ohhhh!

LINDA: Ohhhh!

ADAMUS: Il Maestro chiede, “Ti piacerebbe averne uno?” (risate)

OLGA: Sì!

ADAMUS: Ma quanto lo vuoi?

LINDA: Ahhhhhh!

MOFO: È uno spettacolo di famiglia! (altre risate)

OLGA: Tanto tanto.

ADAMUS: Aspetta, scoreggione! (altre risate) Quanto lo vuoi?

OLGA: Molto.

ADAMUS: Molto. Ti suggerisco questo. Oggi dopo la fine dello Shoud torna nella tua stanza e chiudi la porta a chiave (qualcuno ridacchia). Fai un bel bagno caldo e per una volta, per una volta toccati… (si sente lo squittio del giocattolo; il pubblico ride molto) Toccati come vorresti essere toccata dal più grande amante sulla Terra. Toccati con molto amore e compassione per il tuo corpo. Toccati come se fossi l’amante più grande perché lo sei. Toccati e non provare vergogna quando raggiungi l’unione più grande di corpo, mente e spirito che un umano può vivere e molto più di ciò che ogni essere in tutta la creazione può vivere perché quando un umano si ama non c’è senso di colpa né vergogna. Quando un umano si ama così emula, copia l’anima perché in ogni momento l’anima si innamora di sé. Bene.

Ecco il finale di questa storia prima che passiamo alla nostra prossima storia. Siamo in classe. Il Maestro ha ancora sul viso un’espressione di disprezzo acido e il Maestro guarda lo studente che ha il microfono e dice, “Cosa manca nella tua vita?” (qualche risata quando “lo studente” è sorpreso dal microfono) e lo studente pensa, “Perché il Maestro becca sempre me?” Cosa manca nella tua vita? (qualcuno dice, “L’ansia!”) Mi piace, era buona. Cosa manca nella tua vita?

SHAUMBRA 5: Um …

EDITH: Digli le persone che ha mandato in bagno (Shaumbra 5 ridacchia).

ADAMUS: Vuoi essere tu la prossima?

EDITH: No, io non andrò…

SHAUMBRA 5: Sono proprio qui dietro, li vedo (si riferiscono a Donna e a Mofo). Sì.

ADAMUS: Questa è solo una storia. Stiamo solo recitando. Okay. Cosa manca nella tua vita? Parla! Parla! Non ho molto tempo. Il corso finisce tra 3 minuti.

SHAUMBRA 5: Okay!

ADAMUS: Cosa manca nella tua vita?

SHAUMBRA 5: Mi spiace.

ADAMUS: Non dire mai che ti spiace.

SHAUMBRA 5: Mmm. Dovrebbero farne un film o una canzone!

ADAMUS: Una canzone.

SHAUMBRA 5: No …

ADAMUS: Una canzone. Sì. Ora il Maestro sta diventando impaziente.

SHAUMBRA 5: Okay.

ADAMUS: Cosa manca nella tua vita?

SHAUMBRA 5: Forse… (Adamus emette un suono tipo russare) … la fiducia suprema e la fiducia in me.

ADAMUS: La fiducia in te. Dove la trovi?

SHAUMBRA 5: In me.

ADAMUS: Si, ma come ottieni la fiducia in te?

SHAUMBRA 5: Non lo so. Ho chiesto… oh! (il pubblico dice “Ohhhh!”)

ADAMUS: Ohhhh! Erhhhhh! Erh! Erh! Erhh! Qui abbiamo un modo di dire: puoi dire tutto ciò che vuoi eccetto, “Non lo so.” Ora quindi rendi il microfono all’adorabile signora di fronte a te e vai a sederti in fondo con lo Scoreggione.

SHAUMBRA 5: Oh, okay.

ADAMUS: Sì.

LINDA: Cosa?!

ADAMUS: Ragazzi, mi è uscito da solo. Ora il Maestro è proprio incazzato.

LINDA: Chi hai invocato?

ADAMUS: Abbiamo finito.

LINDA: Oh.

ADAMUS: Ora il Maestro è proprio incazzato. Dopo tutti quegli anni di insegnamento, dopo tutte quelle ore ed ore con gli studenti dicono cose come, “Non lo so,” o “Sono pieno di gas” (risate). Ora potete immaginare il Maestro che seduto davanti alla sala pensa tra sé tre minuti prima di entrare in classe pensa tra sé, “Forse smetterò di insegnare. Forse non ne vale la pena. Forse non lo vogliono davvero perché giunti a questo punto non so se arriveremo da qualche parte.” In quel breve momento il Maestro provò la sensazione di voler andare a pescare da solo. Sì, amava pescare e come sapete il Maestro poteva lanciare anche solo l’amo, senza lenza e il pesce avrebbe abboccato subito. In realtà i pesci avrebbero tentato di saltare nella barca per il Maestro ma lui non l’avrebbe permesso dicendo, “Lasciatemi almeno fingere che ci stiamo divertendo un po’.” Dopo averli pescati li ributtava sempre in acqua. Alla fine, due minuti prima della fine della lezione il Maestro disse agli studenti, “Ciò che manca nella vostra vita è vivere.”

“Voi non vivete. Voi pensate. Voi tornate ai vostri vecchi ricordi. Quand’è stata l’ultima volta che avete fatto sesso? La risposta doveva essere, ‘Stamattina prima di venire in classe.’ Questo è vivere! Vivere è quando dici, ‘Maestro, ieri sera ho cenato proprio bene. È stato delizioso ed io mi sento proprio bene perché sto vivendo in pieno.’ Non quel ‘Oggi scoreggio’ perché quello è un indicatore che non state vivendo davvero e che qualcosa non è in equilibrio.

“Ognuno di voi presenti oggi in classe si sta dimenticando di vivere. Vi siete infilati in uno spazio grigio, noioso ed energeticamente neutro. Vi siete immersi talmente tanto nelle vostre storie opache da dimenticarvi di vivere. Voi avete paura di vivere. Voi avete paura di fare sesso fino a raggiungere un grande orgasmo. Voi avete paura di mangiare. Voi avete paura di uscire e camminare in pubblico. Voi avete paura di divertirvi. Ci state provando troppo. Ecco cosa manca in tutte le vostre vite. Oggi pomeriggio voglio che usciate e andiate al bowling, a pattinare, a fare spese e compratevi qualcosa che non avevate mai pensato di comprarvi. Voglio che andiate al cinema e mangiate una porzione gigante di popcorn. Qualsiasi cosa sia, è il momento di vivere. È il momento di alzare i vostri culi morti e andare a vivere e non tornate in classe finché non vivrete.” (il pubblico fa il tifo ed applaude) Fine della storia.

In questa storia il punto è che è arrivato il tempo di vivere. È proprio così. Voglio dire, passate molto tempo a pensare di vivere o a pensare all’illuminazione ma molto spesso è vero: vi dimenticate di vivere. Vi dimenticate di godervi un buon pasto o qualsiasi altra cosa. Siete preoccupati che ciò potrebbe davvero impedire la vostra illuminazione. Non accadrà. La migliorerà.

Perché in questa vita una persona ottenga la realizzazione ha bisogno d’immergersi in pieno nella vita. Sembra quasi che sia l’opposto di ciò che dovrebbe essere. Voi avete bisogno di immergervi nella vita, nel cibo, nel sesso e nella vita qualsiasi essa sia.

Si manifesta quasi una specie di avversione ed è accaduto a tutti i Maestri Ascesi, soprattutto a Buddha. C’è quest’avversione a essere in vita, a vivere nel corpo e ad essere un essere vivente. È quasi come se sentiste di dovervi ritirare dalla vita per ascendere perché, beh, voi pensate che la vita può creare dipendenza. Sì, è proprio così e allora immergetevi nelle vostre dipendenze. La vita può intrappolarvi. Tuffatevi in lei e vi renderete conto che lei non è così, perché sfuggire alla vita è una trappola più grande che stare nella vita.

Nell’illuminazione voi arrivate a questo punto, volete godervi la vita e tutte le cose su cui vi siete trattenuti. Ne parlerò ancora nel ProGnost, ma insieme noi andremo in un luogo molto, molto diverso e ciò richiede e prevede che voi viviate e non solo che voi pensiate a vivere. Ciò richiede che voi andiate oltre i vostri sogni per iniziare davvero a vivere i vostri sogni e non solo a sognarli.

Detto questo, la nostra storia interattiva finisce qui. Vedete com’è facile? Non dovete neppure sapere come andrà a finire. Bene.

Facciamo un bel respiro profondo e ora passiamo alla nostra terza storia. Qualcuno vuole il caffè? Voi potete tornare ai vostri posti e tu trattieni le tue flatulenze (qualcuno ridacchia).

 

La Panchina

Finita questa storia cambieremo un po’ la sistemazione delle luci e cambiamo un po’ la marcia. Tutti voi fate un bel respiro profondo. Faremo una storia e poi in qualche modo scivoleremo in una merabh.

La storia è già scritta. La storia è nel nuovo libro, “Memorie di un Maestro.” Di fatto è l’unica storia che non ho scritto io. Su mio suggerimento l’ha scritta Cauldre, Geoffrey e s’intitola “La Panchina.”

Io gli ho fornito una traccia generale che in parte è la sua storia e che in gran parte è la storia di tutti voi, ma volevo parlarvi un po’ della storia intitolata “La Panchina.”

In questa storia ci sono molti simboli, molte metafore. La storia si apre con il Maestro seduto su una panchina, un po’ come sto facendo proprio ora. È mattina presto e il sole non è ancora apparso all’orizzonte. È ancora buio. Sapete, quel bel momento la mattina presto quando tutto è quieto, tranquillo e molto pacifico; quando tutto il rumore della coscienza di massa è un po’ meno forte, quando ci sono in giro pochissimi altri umani. Non c’è molto traffico. È un bel momento del mattino e come minimo potete vedere il sole che sorge. Di per sé quel momento del mattino presto subito prima che il sole inizi a salire all’orizzonte è stupendo. Quello è il momento del Maestro. È il bel momento del Maestro.

Il Maestro si sedette sulla panchina. Naturalmente aveva con sé il suo caffè e un paio di croissant. Quello era il suo momento bello lontano dagli studenti. Lui amava gli studenti, amava lavorare con loro ma era stancante e lo drenava. Provava molta frustrazione a lavorare con gli studenti perché anche se volevano la loro realizzazione c’era qualcosa che li tratteneva; era la parte umana che tentava di trattenerli e a volte ciò era sfibrante anche per il Maestro.

Quella mattina in particolare mentre il sole iniziava ad apparire all’orizzonte il Maestro sapeva che non si trattava dei suoi studenti e neppure di altri umani; si trattava dei suoi aspetti personali. Sapeva che sarebbe stata una mattina intensa perché quella panchina era dove gli aspetti del Maestro sapevano di trovarlo. Sapevano che se non riuscivano a trovarlo da nessun’altra parte, in classe o persino di notte nei suoi sogni potevano trovarlo su quella panchina e ciò accadeva quando si apriva, quando si rendeva disponibile ai suoi aspetti. Ecco dove ha luogo la storia della panchina.

Nella storia della panchina, in quella giornata particolare l’aspetto più scuro del Maestro, quello che lui chiamava solo “Lo Scuro,” quell’aspetto arrivò. Tra loro non parlavano. Il Maestro non sentiva Lo Scuro parlare perché potreste dire che Lo Scuro, quell’aspetto davvero cattivo era molto avanzato, era molto medianico ed era talmente una parte del Maestro che le parole non erano necessarie. Alcuni di quelli che definirei gli aspetti più bassi o quelli meno complessi avrebbero parlato al Maestro usando le parole, ma Lo Scuro non ne aveva bisogno.

Il Maestro riuscì a sentire Lo Scuro che entrava perché tutto divenne freddo. Sentì una specie di vuoto e sentì anche una specie di risucchio. L’energia scura lavora così.

Appena entrato Lo Scuro iniziò immediatamente l’abuso – di nuovo non parlava ma inviava sensazioni. Lo Scuro iniziò a dire, “Tu vecchio bastardo pazzo. Eccoti qui seduto su una panchina a pensare che sei illuminato, a pensare di insegnare qualcosa a qualcuno.” Ecco come agiscono gli aspetti scuri. Ti umilieranno. Ti faranno dubitare di te. Ti faranno a pezzi. Conoscono la parte più scura di te. Sanno come premere i tuoi bottoni. Sanno come umiliarti.

Il Maestro restò seduto. Il Maestro sorseggiò il suo caffè – cosa che gli fece bene perché quella mattina faceva un po’ freddo – sorseggiò il suo caffè e osservò i gloriosi raggi del sole che iniziavano a scorgersi all’orizzonte. Il Maestro non evitava Lo Scuro, non cercava di fingere che non ci fosse ma il Maestro non lasciava mai che Lo Scuro, l’aspetto scuro di lui lo disturbasse. Lui era il Maestro. Era l’osservatore di tutte le storie che erano ancora in corso e proseguivano anche se lui era il Maestro.

Lo Scuro proseguì con il suo comportamento abusivo dicendo, “Tu ti racconti che sei illuminato ma non lo sei davvero. Tu ti racconti che sei meglio degli altri, ma in realtà non lo sei.” Lo Scuro disse, “Io conosco la tua storia. Io so tutte le cose sbagliate che hai fatto. Io conosco tutti i tuoi piccoli sporchi segreti. Li conosco e se dicessi agli altri ciò che so nessuno verrebbe mai più alle tue scuole e nessuno ascolterebbe le tue parole perché tu sei solo un umano odioso e tutta questa storia del Maestro e dell’illuminazione è un’enorme copertura per la menzogna che sei.”

Forse ogni tanto alcuni di voi hanno già sentito questa parole ma il Maestro fece solo un respiro profondo, diede un altro morso al suo croissant, sorseggiò il caffè e non si lasciò scomporre per nulla. Ascoltò. Sentì. Sapeva che Lo Scuro era lì ma non lasciò che lo spostasse di un millimetro.

In questa storia Lo Scuro continua senza sosta e nella storia il Maestro osserva chi gli passa davanti facendo jogging; a un certo punto arriva un cane con una palla e il Maestro è tutto preso con tutto il resto e continua a vedere e a sentire Lo Scuro.

Il vero punto di questa storia è – è un punto molto importante – è che qui c’è il Maestro e in termini umani l’umano direbbe, “Beh, se il Maestro è illuminato perché ci sono tutti quegli aspetti? Se il Maestro è così illuminato non dovrebbe esserci lo Scuro? Non dovrebbe essere tutto guarito?” La risposta è: assolutamente no. Questa è la e e tutti voi siete a questo punto.

Voi siete il Maestro seduto sulla panchina che si gode la sua tazza di caffè e osserva il sole che sorge, mangia qualcosa, si gode il cagnolino e tutto il resto. Voi siete la sensazione piena di ciò che definireste pace e libertà totale. Voi siete il Sé Libero e c’è ancora il sé umano. Noi non cerchiamo di negarlo. Noi non cerchiamo di eliminarlo. Noi non cerchiamo di superare l’umano o l’oscurità o nessun altro degli aspetti. Noi siamo la e.

Il Maestro resta seduto lì, li sente e li ascolta. Il Maestro resta seduto perché sa che tutti gli aspetti, gli scuri e i chiari, i piccoli e i grandi sanno dove trovarlo. Essi vanno lì solo per stare nella luce del Maestro. Persino Lo Scuro va lì. Potremo dire che Lo Scuro è una parte tormentata da un’altra vita. Non importa. Proprio ora è tutto nel momento Ora. Lo Scuro è davvero una parte del Maestro e di voi come lo è la luce, come lo è l’aspetto bambino e come lo è l’aspetto religioso e spirituale e come tutti gli aspetti. Sono tutte parti di voi. Fanno tutte parte di questa bella storia.

La realizzazione è che voi siete il Maestro seduto sulla panchina e l’umano e lo scuro e il pauroso e il felice e il creativo e l’annoiato. Quando vi permettete di sedervi qui solo come il Maestro, come l’osservatore di tutti gli aspetti, di tutto questo movimento ed agitazione, di tutte le parti della storia che cercano di trovare sé stesse, quando potete sedervi qui nel momento e, “Io Sono e Io Sono il Maestro,” senza cercare di liberarvi dagli aspetti, dalle vite passate o future; senza cercare di raggiungere il picco dell’illuminazione ma solo esserci anche come Maestro. Ecco quando potete fare un respiro profondo e celebrarvi. Ecco quando arrivate alla realizzazione che “Io Sono e Io Sono.” Voi siete il Maestro, solo che non vi siete ancora permessi di sedervi qui e di esserlo.

Sì, miei cari amici, per quanto nel libro il Maestro è il Maestro, per quanto Io sono il Maestro ci sono ancora gli aspetti passati e futuri. Ci sono ancora. In realtà non sono più bloccati, ma ci sono ancora. Il Maestro non lascia che lo ‘sfasino’. Il Maestro non li usa per dire, “Beh, se ci sono ancora allora Io non sono un Maestro.” Il vero Maestro dice, “Io Sono e Io Sono,” ecco la bellezza della storia del Maestro e della Panchina. Ciò si collega a ciò di cui abbiamo parlato all’inizio della nostra sessione di oggi.

Il tempo inizia a dissolversi e voi restate lì seduti come il Maestro nella sua vita; osserva e basta. Non cerca di cambiare nessuno degli aspetti. Voi restate seduti lì e già di per sé ciò ha un effetto profondo su tutti gli aspetti, che vengano da una vita passata o da una vita futura. Ciò di colpo li inserisce come il Maestro seduto sulla sua panchina nella sua vita in quella storia. Di colpo non ci siete solo voi seduti sulla vostra panchina come il Maestro, ma di colpo anche tutte le vite passate e future diventano il Maestro. Poi tutto cambia.

Come disse Tobias molto tempo fa, “Il futuro è il passato guarito.” Io lo dirò in un modo un po’ diverso: tutte le vite si rendono conto del Maestro di questa vita. Esce fuori e s’irradia verso tutte le vite e le vite che sono bloccate nei loro modelli, che sono bloccati nel loro tempo di colpo iniziano a trasformarsi.

 

La Merabh della Panchina

Facciamola proprio adesso. Sediamoci sulla nostra panchina…

(parte la musica)

… qui in questo bel periodo di feste al Crimson Circle Connection Center. Fate un respiro profondo e ora lasciatevi essere il Maestro seduto sulla sua panchina in una giornata gloriosa.

Sì, alcuni di quegli aspetti si faranno vivi. Lo faranno quando voi sarete calmi e tranquilli. Può essere un aspetto scuro o uno chiaro ma si avvicineranno a voi e come Maestro voi li osserverete. Ne siete consapevoli, tutto qui e non cercate di fare loro terapia o di guarirli. Essi vivono nelle loro storie e fanno le loro cose.

Alcuni di loro vi urleranno addosso. Alcuni di loro cercheranno di risucchiarvi.

Alcuni di loro saranno molto intimiditi in vostra presenza. Altri vorranno sedersi di fianco a voi per ore, nooo, a volte per giorni.

Alcuni vi chiederanno le risposte, “Qual è la risposta, Maestro?”

Alcuni vorranno un elisir magico, qualcosa che li trasformi in esseri superumani con tutte le risposte tutto il potere.

Allora voi vi sedete su quella panchina, “Io Sono quello che Sono.” Di fatto si tratta di permettere tutti quegli aspetti, tutti quei sé passati e futuri.

Voi non dovete lottare contro di loro. Non dovete tentare di guarirli. Rendetevi conto che, “Ah! Queste sono solo parti della mia storia. Queste sono solo parti di me ma Io Sono e Io Sono.”

Non avete bisogno di cercare di cambiarli o ripararli, meno che meno di sistemare voi stessi. Non ne avete alcun bisogno. Voi siete il Maestro sulla panchina.

(pausa)

Potreste avere un aspetto che vi raggiunge e inizia a parlare di obiettivi e pianificazione. Un altro aspetto vi raggiunge, si siede sulla panchina e vi parla della ricerca spirituale. Un altro aspetto vi raggiunge ed è come un aspetto fantasma; continua e mettere in scena le storie in cui è una vittima, in cui è tormentato a livello fisico e mentale.

Non tentate di cambiarli, per niente. Voi fate un respiro profondo e vi rendete conto che voi siete il Maestro. Voi siete l’Io Sono. Tutte queste sono solo storie in un libro. Una miriade di storie e voi non dovete cambiarli.

La verità è che ognuna di queste storie, ognuna di queste storie bloccate, ferite o anche felici e senza preoccupazioni si modificheranno. Riscriveranno la loro storia. Aspettavano solo che arrivasse il Maestro, il Maestro che era ricoperto dal rumore e molto perso in quel rumore. Aspettavano solo che il Maestro si sedesse sulla panchina. Ora voi siete qui.

Non lasciate che quelle voci vi prendano in giro. Non lasciate che quelle voci vi dicano che vi manca ancora un pezzo di strada. Sono solo aspetti. Voi siete il Maestro sulla panchina.

(pausa)

Voi osservate solo tutte quelle storie che galleggiano dentro e fuori. Aspettavano solo il Maestro e come mi piace dire, “Quando il Maestro appare, le storie iniziano a cambiare.” Alla fine quando il Maestro appare tutte le storie si rendono conto che cambiano in tutto ciò che vogliono.

Sediamoci qui e basta. Sediamoci qui per un attimo. Io voglio che sentiate com’è essere il Maestro. Sì, potreste sentire delle voci e le voci potrebbero coprire il sapere interiore, la maestria. Potreste sentire anche l’aspetto del dubbio che si avvicina e cerca di sedersi sulla panchina. Potreste sentire lo Scuro che si avvicina. Va bene. Sedetevi qui sulla panchina come il Maestro.

(pausa)

Mi spiace che a volte sia stato tanto difficile, una vera lotta. Mi spiace che abbiate dovuto affrontare alcune sfide profonde, molto profonde. Penso che dipenda dal territorio d’entrata nell’illuminazione incarnata. Accade perché voi siete tra i primi, siete i pionieri. So che a volte è difficile.

Io vedo chi siete anche quando voi non lo vedete in voi.

Io vedo il Maestro che è già seduto lì anche se voi pensate che state cercando di essere un Maestro.

Io vedo quanto a volte le storie sono brutalmente difficili. Sono brutalmente dure ma io vedo anche che nessuna storia è mai bloccata in sé stessa.

Io vedo come state liberando tutte quelle storie tutte quelle difficoltà e sfide. Io vedo come state permettendo

Facciamo insieme un respiro profondo qui sulla panchina, il Maestro che si gode solo la vita. Il Maestro permette addirittura che gli aspetti dal passato e dal futuro passino a trovarlo.

Facciamo insieme un bel respiro profondo.

Detto questo, Buon Natale a tutti e tutto è bene in tutta la creazione.

Grazie, cari Shaumbra. È il mio piacere (il pubblico applaude).