IL MATERIALE DEL CRIMSON CIRCLE

La Serie Emergere

SHOUD 5 – Con ADAMUS SAINT-GERMAIN, canalizzato da Geoffrey Hoppe

Presentato al Crimson Circle il 5 gennaio 2019

www.crimsoncircle.com

Traduzione di Gioia Villa

NOTA IMPORTANTE: Queste informazioni non sono probabilmente adatte a te a meno che non ti assumi la piena responsabilità della tua vita e delle tue creazioni.

 

Io Sono quello che Sono, Adamus del Dominio Sovrano.

Ah! Facciamo un bel respiro profondo e benvenuti nel 2019. Benvenuti nel 2019. Quanti di voi – alziamo le luci, perché per un po’ resteremo qui – quanti di voi pensavano che ce l’avrebbero fatta ad arrivare al 2019? (risate) Lo pensavate. Quanti non pensavano di arrivarci o almeno se lo chiedevano? Il 2019, quando ci pensavate 20 anni fa, “Sembra che sarà tra moolto tempo.” Quanti non erano del tutto sicuri che sarebbero arrivati al 2019? Direi che dovrebbero esserci più mani alzate. Forse sono tutti online.

Sapete, è una cosa interessante. C’è quasi in corso una lotta interiore. Una parte di voi pensa che in questa vita non rimarrete a lungo (Linda agita la mano eccitata). Alcuni di voi pensano… sì.

LINDA: Adamus! Ci hai detto che saremmo rimasti! Ce l’hai detto! Non dovremmo crederti?

ADAMUS: No, io ho detto, “Se volete restare in giro.” (qualcuno ridacchia alcuni ridacchiano) Se volete restare in giro ed ecco perché a un certo punto ho detto che ce n’erano solo cinque di voi, perché mi aspettavo che restassero in giro solo loro, ma…

LINDA: Pbbbt!! (risate)

ADAMUS: Ma voi ce l’avete fatta. Il 2019. Grande anno. Il 2019 sarà più grande del 2020. Il 2020 suona meglio, sapete, 2020, ma il 2019 sarà più grande – mi spingo a dirlo – sarà un anno migliore del 2020. Il 2020 sarà quasi noioso dopo questo anno (alcuni ridacchiano).

LINDA: Uh-oh.

ADAMUS: Ne avrete bisogno, un bel rilassamento.

LINDA: Uh-oh. Una noia? (altre risate)

ADAMUS: Prima di fare altro, facciamo un bel respiro profondo – che ne dite di un respiro quantico – nel Permettere.

LINDA: Mm.

ADAMUS: Nel Permettere. Forse è il regalo più sacro che potete farvi è solo permettere.

Questo viaggio è naturale. Accadrà. Se fate un respiro profondo e Permettete, voi permettete voi stessi. Voi permettete il divino, il Maestro e tutti voi che siete qui. Non frantumati in pezzi altrove. Non la divinità che è altrove, in un paradiso abbandonato da Dio qua e là. Quando fate un respiro profondo e permettete, voi lasciate che tutto sia qui. In tutto ciò non c’è un vero e proprio mistero, se non quando l’umano si lascia coinvolgere ed inizia a trafficare un processo molto naturale definito Realizzazione. Prima o poi accadrà a chiunque passi dalla Terra.

Probabilmente finora avete notato che quando vi coinvolgete del tutto, quando tentate di capire tutto, quando cercate di lavorare sulla vostra Realizzazione, è una vera lotta. Le cose cadono a pezzi. Quando voi permettete e basta – intendo dire che Permettete il vostro Sé, che Permettete il vostro viaggio, che Permettete le vostre esperienze, che Permettete il Maestro – quando voi permettete, alloora sembra che accada la sincronicità. In un certo senso tutto torna al suo posto e accade, tutto qui. Poi, naturalmente l’umano dà fuori di testa, “Oh! Devo controllare. Devo gestire. Devo decidere io ciò che si fa.” Iniziamo quest’anno con un Permettere grande e grosso, enorme.

LINDA: Mm.

ADAMUS: Godetevi questo anno.

 

Il Nuovo Anno

Quest’anno, io lo definirò l’anno dei nuovi amici. L’anno dei nuovi amici (un paio di risate nervose). Sì, oh, e alcuni di voi ridono perché voi non avete amici e non riuscite ad immaginarveli (risate). È anche naturale che lungo la strada voi abbiate perso molti amici perché non vi capiscono proprio. È stato difficile parlare con loro di ciò che stavate passando – (qualcuno dice “Strano”) strano, a volte anche con altri Shaumbra – quindi finite per non avere molti amici nella vostra cerchia. Quest’anno, il 2019 sarà l’anno dei nuovi amici.

Vedo che alcuni do voi pensano, “Io non voglio nuovi amici.” (alcuni Shaumbra urlano “No!”) “Eh, no! Ci sono stato, l’ho fatto. Troppo lavoro.” Questi amici sono diversi. Questi amici saranno molto diversi e ne parleremo nello Shoud di oggi. Per ora che ne dite del bel respiro profondo del Permettere?

(pausa)

A Capodanno ero al Club dei Maestri Ascesi. Avevo deciso di andarci. È stato un anno lungo. Ero quasi stanco, avevo bisogno di rilassarmi un po’ e uno dei Maestri Ascesi è venuto da me Mezrah, una donna molto attraente. Ooh, posso dirlo in questi giorni? Donna?

LINDA: Nah! Non puoi.

ADAMUS: Una persona. Una persona, una ex persona è venuta da me, Mezrah. Sapete, voi venite al Club dei Maestri Ascesi e potete indossare ciò che volete. Potete essere un uomo, una donna o entrambi. Perché no? Potete fare ciò che volete ma c’è ancora la tendenza, lo noterete quando ci andrete, che i Maestri Ascesi tendono a vestirsi in base alla loro ultima vita sulla Terra. Tendono ad andare in giro in quell’identità che proiettano sugli altri; penso lo facciano perché la considerano la loro vita più speciale. Anche chi è stato famoso forse non interpreta quel personaggio famoso, ma il personaggio della sua ultima vita.

Ecco, c’era … ciò che amo della Realizzazione, del Club dei Maestri Ascesi e dell’essere un Maestro Asceso è il fatto che potete giocare ogni gioco, ogni storia che volete. Potete metterla in scena. Potete recitare da molto umano al Club dei Maestri Ascesi. Sapete, noi beviamo molto scotch e bourbon e buon vino e mangiamo molto cibo. Voi potete ancora fare quelle cose, ma vi rendete conto che è tutta una bella storia, una bella illusione. Non ci restate intrappolati dentro. Non ne diventate dipendenti.

Prima di proseguire con la storia di Mezrah, sapete che l’ho detto prima e lo ripeterò di nuovo: sulla Terra non c’è assolutamente nulla, che sia chimico o minerale o altro che di fatto crei dipendenza. Niente che crei dipendenza fisica, ma la dipendenza mentale ah, sì. Voi potete credere di essere dipendenti da una sostanza fisica, ma di fatto è solo una dipendenza mentale. Con questa comprensione è relativamente facile superare – cosa stai fissando (a Linda) – superare le dipendenze (risate). Penso che più tardi la cara Linda di Eesa parlerà con Cauldre della sua dipendenza mentale dalle sigarette.

Di fatto voi non potete diventare dipendenti da nulla e lo dico perché vorrei che iniziaste a sentirvi liberi dalle paure che tornerete a bere troppo o a fumare troppo – beh, lo fate comunque – o altre cose. Per Shaumbra le dipendenze saranno una cosa del passato, davvero, perché con la vostra nuova relazione con l’energia e la comprensione di ciò che è davvero una dipendenza, allora sarà una cosa del passato. Ora siete liberi di godervi la vita senza preoccuparvi di diventare dipendenti. Non è bello? Sì, sì. Sì, sì, (applausi). Poi inizierete davvero a rendervi conto, voi che siete dipendenti oh, dell’inferno in cui vi siete ficcati e la vergogna e a volte la disperazione ed è proprio una cosa mentale. È come una forma di ipnosi.

Per proseguire con la mia storia io stavo parlando con Mezrah e mi diceva – sapete, a volte mi deridono perché di tanto in tanto tendo ad essere un po’ pomposo (alcuni ridacchiano).

LINDA: Nooo!

ADAMUS: No. No, no, no, no. Io sono un po’ – oh, ora sento arrivare tutti i tipi di parole (risate) – arrogante potrebbe essere una parola nuova, ogni tanto, ma soprattutto il fatto è che io sono davvero orgoglioso, molto orgoglioso di ciò che state facendo. Lo so che è dura, è dura e voi sapete bene come renderla dura, ma (altre risate), no, io sono davvero, davvero orgoglioso di quanto lontano siete arrivati. Lei mi ha detto, “Allora, Adamus, cosa accade a Shaumbra in questi giorni? Cosa farete nel 2019? Che c’è di grosso?” Io ci ho pensato per un attimo ed ho detto, “Sapete, Mezrah, è davvero il tempo per nuovi amici – nuovi amici – ecco dove andremo quest’anno ed ecco come oggi daremo inizio alle cose.

LINDA: Umani? Amici umani?

ADAMUS: Non voglio ancora definirli. Lascerò il mistero, la suspense.

LINDA: Hmm.

ADAMUS: È sempre – mi piace anche dare piccole lezioni di teatro. Voi diventerete il Maestro, un Maestro incarnato su questo pianeta. Sapete, voi mettete insieme le vostre cose e nessuno disturba davvero voi, gli altri voi né vi travolge a meno che non lo vogliate e solo per divertirvi. Con il Maestro imparate anche voi ad usare il senso del teatro. Siate teatrali.

So di aver avuto un’incarnazione passata come uno dei più grandi commediografi del mondo (alcuni ridacchiano), che il mondo abbia mai visto. Ho imparato molto – quello Shakespeare era un tipo odioso – ma in quella vita ho imparato molto. Recitate. Giocate (parla in modo drammatico). Passate dal grigio al colorato. Abbiate il senso del tempismo. Il tempismo. Sapete cos’è il tempismo? (altre risate) Non è che tutto arriva allo stesso momento (parla con voce monotona) e c’è… abbiate il senso del tempismo (parla in modo drammatico).

Siate espressivi e quando lavorate con i vostri studenti, cosa che molti di voi faranno, intendo dire non sempre con una targa sulla porta, sapete, che dice che avete un po’ di pratica sull’illuminazione spirituale, ma in ogni caso voi lavorerete con gli altri. Dov’è il libro? (Riferendosi alle Storie dei Masteri)

LINDA: È caduto sul pavimento.

ADAMUS: Caduto sul pavimento. Il libro è un gran bell’inizio. Ecco il concetto generale dietro il libro. Non si trattava solo di tutti i Keahaker che scrivono le loro storie.

LINDA: Ecco fatto.

ADAMUS: In un modo o nell’altro voi insegnerete le storie, le vostre storie del Maestro. Come Maestri voi inizierete a divertirvi con le storie. Esse non vi travolgeranno più, non vi deprimeranno e non vi daranno la caccia e tutto il resto. Voi inizierete – grazie – voi inizierete a divertirvi con le vostre storie. Siate un po’ teatrali con i vostri studenti quando vengono da voi. Fate spesso questa cosa (risate mentre Adamus annuisce con la testa e fa una faccia “seria”). Imparate ad usare i vostri occhi, “Mm hmm” (lo fa). Non state lì seduti come, “Oh!” (altre risate quando Adamus strabuzza gli occhi). Poi, sapete, imparate qualche gesto, dei gesti che (risate mentre li fa) quando parlate con gli studenti fate in modo che si preoccupino perché vi diranno qualcosa, diranno “Oh, Sart, non so neppure più se sono vivo,” e la tipica reazione è, “Oh, no, no! Tu sei vivo, davvero!” Voi invece fate, Sart è come… (risate nervose mentre Adamus annuisce). Ciò attirerà la loro attenzione. Attirerà davvero la loro attenzione. Ecco, siate un po’ teatrali.

Oltre tutto ciò, ufficialmente questo è l’anno dei nuovi amici, ma c’è una specie di scritta in piccolo su questa cosa, del tipo “Avanti! Esprimetevi. Siate un po’ teatrali,” sia che scriviate una storia – in questa storia c’è del gran teatro. Sapete cos’hanno fatto gli Shaumbra? Hanno preso le loro esperienze personali noiose e grigie e le hanno rese divertenti, le hanno trasformate in una storia e si sono alleggeriti il cuore. Hanno preso ciò che veniva dalla loro vita personale e forse è stata una tragedia e ne hanno tratto una storia bella e divertente, piena di saggezza, di umorismo e di un po’ di teatro.

Quella è stata la ragione per questo libro e la ragione per cui ho voluto che uscisse entro il 31 dicembre, la fine dell’anno e quindi diamo inizio a questo anno con alcune storie teatrali. Divertitevi. Non ve le siete inventate. Proprio no. Se voi abbellite qualcosa della vostra vita, non ve lo state inventando. Lo state solo abbellendo. State solo aggiungendo un po’ di colore a qualcosa che invece… è come se sul piatto della vostra cena ci fosse della carne marrone, delle patate marroni e il sugo marrone, voi state solo aggiungendo un po’ di verde e di giallo e di rosso con la salsa di mirtillo rosso. Lo state rendendo solo un po’ più divertente.

Gli umani diventano così cupi, monotoni con le loro storie. Mi piacerebbe vedere alcune t-shirt – io chiedo sempre le t-shirt e non arrivano mai – ma “Io non sono cupo.” Sapete, una cosa semplice, giusto un promemoria, “Io non sono più cupo.” Ok. Nelle vostre storie quest’anno metteteci un po’ di teatralità, ok? Non abbiate paura di recitare.

Ecco, l’anno degli amici. L’anno dei molti movimenti.

Ne parlerò ancora nel ProGnost: Il Dragone Entra, la settimana prossima. Sarà un anno folle. Intendo dire che sarà un anno infernale. Lo vedete già. Non dovete essere un profeta come me per capirlo. Su e giù, molte divisioni. In nessun senso questo sarà un anno Kumbaya. Invece per voi direi che sarà il vostro anno migliore, almeno per il 98 percento di voi (tifo e applausi). Perché pensate che sarà così? Perché vi siete stancati di un altro modo di fare. Voi siete stanchi dell’altro modo e sapete che può essere facile. Sapete che non deve essere difficile. Sapete che tutte quelle esperienze sono solo grosse e grasse storie.

Ecco, facciamo un bel respiro profondo, un respiro quantico per il Maestro, lo spirito, il divino che entra nella vostra vita e quindi non siete più soli ed entrano anche tutte le altre cose.

 

La Saggezza Shaumbra

Ok. Linda al microfono, domanda per il pubblico. La domanda di oggi non ha molta rilevanza con ciò di cui parleremo, ma voglio saperlo. Voglio davvero sapere qualcosa e questa è una domanda interessante. Siamo all’inizio dell’anno e la domanda è: l’umanità, il pianeta è dove vi aspettavate che fosse ora? Avevate aspettative diverse su dove il pianeta, su dove l’umanità sarebbe ora? Il 2019. Abbiamo superato il Calendario Maya. Abbiamo superato la Convergenza Armonica e la Concordanza e tutto il resto. Li abbiamo superati. È dove vi aspettavate che il pianeta sarebbe stato? Linda, per favore. Questa è una domanda su cui riflettere.

KELLY: No.

ADAMUS: No. Perché no?

KELLY: Quando ci penso ha senso perché in un certo senso tutti noi abbiamo distrutto prima di ricostruire…

ADAMUS: Giusto.

KELLY: … e di riconnetterci. Ecco, in quel senso ha un senso.

ADAMUS: Giusto.

KELLY: Non mi aspettavo che fosse tanto turbolento …

ADAMUS: Ora parlo del pianeta, non della tua vita, è chiaro (risate).

KELLY: Beh, volevo dire che… sì! Sì, sono stupita da ciò che sta accadendo nel mondo e c’è tanto odio…

ADAMUS: Sì, è strano, no?

KELLY: … sembra davvero molto. È intenso, sì.

ADAMUS: Sì. Forse ti aspettavi, forse prima di venire in questa vita o forse 20 anni fa o quando eri piccola ti aspettavi che le cose si sarebbero evolute in modo logico…

KELLY: Pensavo che tutti sarebbero andati avanti con me, in un certo senso.

ADAMUS: Giusto, giusto.

KELLY: O qualcosa del genere.

ADAMUS: Quanti ti hanno seguito?

KELLY: Non solo Shaumbra?

ADAMUS: Non moltissimi! Sì, sì!

KELLY: Non molti Shaumbra.

ADAMUS: Beh, è un buon punto. È un buon punto. Non molti.

KELLY: Sì.

ADAMUS: Non molti. Bene. Grazie.

KELLY: Va bene. Grazie.

ADAMUS: Beh, ti senti mai depressa o triste? Sai, stare sveglia di notte e pensare…

KELLY: Ho i miei momenti.

ADAMUS: Sì, la merda del pianeta. Sì.

KELLY: Sì, devo scuotermi e respirare o andare a fare una passeggiata. Sì.

ADAMUS: È dura.

KELLY: Sì.

ADAMUS: Sì.

KELLY: È pesante.

ADAMUS: Sì, bene. Il pianeta, l’umanità è dove tu ti aspettavi che fosse ora?

JULIE: Direi che è una cosa mista. È un su e giù e per un po’ mi sono sentita distaccata. È dura stare dietro a cose come “Che giorno è?”

ADAMUS: Giusto, giusto! (ridono)

JULIE: E “Dove sono?!” e “Ora cosa succede?!” E…

ADAMUS: Quando eravate giovani, diciamo alle elementari e sognavate, dove vi aspettavate che sarebbe stato il pianeta? Alle elementari, cioè si parla di 20 anni fa? (ride nervosa) Allora, dove ti aspettavi che sarebbe stato il pianeta?

JULIE: Ricordo il punto in cui ho pensato che il pianeta sarebbe esploso, che le persone avrebbero fatto saltare in aria il pianeta.

ADAMUS: Sì, sì.

JULIE: Ecco, io – finora sono molto soddisfatta!

ADAMUS: Allora forse è una cosa buona! (ridono)

JULIE: È stato come, “Forte!” Ok!

ADAMUS: “Non l’abbiamo ancora fatto!”

JULIE: Non l’abbiamo ancora fatto.

ADAMUS: Sì, ok.

JULIE: Sai, per me sono stati molti su e giù e momenti diversi in cui vedevo definitivamente le cose da punti di vista diversi e mi preoccupavo dell’ambiente e altri periodi in cui dicevo, ‘Tutto è bene e sarà ciò che sarà!’ (ridacchia)

ADAMUS: Butti le borse fuori dai finestrini lungo la strada!

JULIE: No!

ADAMUS: Sì. Lo trovi triste o irrilevante?

JULIE: No. Ci sono anime stupende con cui gioco e poi le connessioni agli spiriti della natura.

ADAMUS: Giusto.

JULIE: Io vedo sempre gente, ragazzi che sono in luoghi diversi ed entrano con punti di vista diversi e si tano in politica, quindi è un mix.

ADAMUS: Sì, è un mix.

JULIE: Di certo c’è la follia e ci sono più persone che mai che raccontano le loro storie e fanno esperienza di cose e giocano. Ecco, è davvero un mix.

ADAMUS: E la tua vita personale? Se torni a quando eri in quarta o in quinta, dove pensavi che saresti stata tu?

(c’è una pausa)

Considera la tua vita attuale…

JULIE: Era molto diverso. Io, io… no, Io ero molto… (lei sospira) Ero molto nella macchina, chiamiamola così, ero molto nella matrice.

ADAMUS: Oh, interessante.

JULIE: Io ero solo…

ADAMUS: Interessante.

JULIE: Mi sentivo molto aI sicuro e molto protetta e molto amata e molto nutrita e non connessa a qualche…

ADAMUS: Perché sei uscita dalla matrice se era tanto comoda?

JULIE: Ero disperata. Ero rinchiusa in una scatolina.

ADAMUS: Ah! Interessante. Interessante. Bene. Eccellente.

LINDA: La porta dopo.

ADAMUS: Ooh! Sento che affiorano altre storie del Maestro. Forse molto presto dovremo scrivere un altro libro. Sì. Il pianeta, l’umanità, dove pensavi che sarebbero stati, dove te li aspettavi?

ERIN: Sarò onesta, non ci penso. Sono più egoista. Io penso solo a loro, non all’umanità …

ADAMUS: Sai, mi piace. Ti incoraggio.

ERIN: … e al pianeta (ridacchia).

ADAMUS: No, prenditi cura di te. In effetti è una cosa molto, molto buona. A te come va?

ERIN: Bene.

ADAMUS: Sì, bene. Ok.

ERIN: Le cose belle vengono sempre da me.

ADAMUS: Ti stanchi mai degli altri, sai, la coscienza di massa?

ERIN: No.

ADAMUS: No?!

ERIN: No.

ADAMUS: Oh, ti succederà (risate).

ERIN: Sono ancora giovane! (ridacchia)

ADAMUS: Hai una bella manna, ecco perché.

ERIN: Sì!

ADAMUS: Sì. Bene. Molte grazie.

LINDA: Grazie.

ADAMUS: Ancora un paio.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Il pianeta è dove ti aspettavi che fosse?

CHERYL: Devo dire che in generale mi sento molto ‘rimossa’ dal pianeta, quindi non ho vere e proprie aspettative.

ADAMUS: Cauldre mi chiede di buttare dentro qualcosa.

CHERYL: Mm hmm.

ADAMUS: Stavolta non lo interrompo (ridacchia). Hai mai… (Adamus ridacchia) Ti saresti mai aspettata che uno come Donald Trump sarebbe diventato il Presidente dell’America? (Adamus ridacchia)

CHERYL: Sai…

ADAMUS: Non c’è alcun giudizio.

CHERYL: Penso che in quel posto ci siano parecchi idioti e che il paese è riuscito a sopravvivere come può. Ecco…

ADAMUS: Sì, sì.

CHERYL: Io non voto. Il voto non significa nulla. In ogni caso fa tutto il Collegio Elettorale.

ADAMUS: Giusto.

CHERYL: Quindi non…

ADAMUS: Ti fa sentire bene pensare di andare lì e muovere una leva e fare la differenza.

CHERYL: No, non a me. Non mi coinvolgo da anni.

ADAMUS: Sì, sì. È piuttosto comune per Shaumbra – alcuni continuano ad andare avanti e indietro – è piuttosto comune dire, “Sapete, non è roba mia.”

CHERYL: Non è roba mia.

ADAMUS: “Non è la mia lotta, non è il mio gioco,” e quindi rinunciano.

CHERYL: Sì.

ADAMUS: Qui voglio fare il punto; per quanto gli Shaumbra siano piuttosto bravi a lasciar andare e si rendono conto che a quel punto non possono essere d’aiuto – ciò che aiuta davvero è quando diventate Realizzati, ecco cosa fa più di tutto il resto nel mondo – da parte di molti Shaumbra c’è ancora una specie di desiderio di tornare a fare il lavoro energetico sul pianeta, cioè tornare ad avere una battaglia da combattere – la politica, Donald Trump, l’ambiente e chissà che altro. Sapete, c’è ancora e li ritira dentro. Lo sto notando molto. Sì, grazie. Belle risposte.

LINDA: Possiamo chiedere al ragazzo che viene da Israele? Sono molto curiosa.

ADAMUS: Sì, ma avvisalo di non sbattere la testa su quella grande cosa (la TV) sul muro.

SAGY: Mi hanno avvisato, sì.

ADAMUS: Sì.

SAGY: Ok.

ADAMUS: Sì. L’umanità è dove ti aspettavi che fosse? A proposito, bello vederti. Non ti vedo da molto.

SAGY: Grazie.

ADAMUS: Tre vite, penso.

SAGY: Almeno.

ADAMUS: Sì, sì, sì.

SAGY: Almeno.

ADAMUS: Bene.

SAGY: Molte grazie.

ADAMUS: S.

SAGY: Non avevo aspettative.

ADAMUS: Nessuna aspettativa.

SAGY: No. Mentre crescevo avevo molte paure dentro di me.

ADAMUS: Sì.

SAGY: E…

ADAMUS: Sai, con le bombe sopra la testa ogni giorno, direi…

SAGY: E molto …

ADAMUS: … comprensibile.

SAGY: Sì, giusto. Non solo questo. Vedevo tutto nero, poi ho cambiato prospettiva ed ora vedo entrambi i lati ed è molto bello.

ADAMUS: Sì, è così!

SAGY: Riesco anche ad apprezzare un tipo come Donald Trump. Voglio dire, è una caricatura. È davvero ridicolo, ma sta lì per qualcosa, giusto?

ADAMUS: Esatto.

SAGY: Sì ed è tutto business da questo punto di vista ed ora ecco dov’è l’umanità.

ADAMUS: Qualcosa si sta muovendo comunque.

SAGY: Giusto.

ADAMUS: Non siamo sicuri della direzione, ma si sta muovendo.

SAGY: Giusto.

ADAMUS: Sì ed è meglio che essere bloccati, certo. Ecco – beh, torniamo a casa – il Medioriente è dove ti aspettavi che fosse, diciamo quando eri più giovane o prima di venire in questa incarnazione?

SAGY: No.

ADAMUS: No. Dove ti aspettavi che fosse?

SAGY: Non dov’è ora (ridacchia). È l’unica cosa che posso dire.

ADAMUS: Intendi fuori mappa? O tutti si stanno…

SAGY: No.

ADAMUS: … rendendo conto di essere tutti Hapiru, la stessa famiglia.

SAGY: Speravo di più, cioè che tutti si rendessero conto della grande cosa Kumbaya.

ADAMUS: Sì, sì.

SAGY: Non è così ed è ok. È come…

ADAMUS: Renditi conto che in Medioriente quasi tutti gli esseri che ci sono ora vengono dalla famiglia spirituale degli Hapiru e le lotte famigliari sono la cosa peggiore. Se poi dall’esterno arriva qualcuno per interferire con le lotte di famiglia – boom! – salta in aria anche lui.

SAGY: Sì.

ADAMUS: Sì, è una vecchia lotta di famiglia.

SAGY: Giusto. Ecco perché sono qui e non in Israele (risate).

ADAMUS: Sì. Grazie. Sono felice che tu sia qui. Felice di averti qui. Bello vederti di nuovo.

SAGY: Grazie.

ADAMUS: Uno di questi giorni condividerò una storia su te e me.

SAGY: Va bene.

ADAMUS: Sì.

SAGY: Molte grazie.

ADAMUS: Ancora uno.

LINDA: Oh, ancora uno.

ADAMUS: Il pianeta ora è dove ti aspettavi che fosse?

LINDA: Oh, vediamo.

ADAMUS: 2019.

LINDA: Lo sai.

MARY SUE: No.

ADAMUS: No. È chiaro.

MARY SUE: È molto chiaro.

ADAMUS: Sì, dove ti aspettavi che fosse?

MARY SUE: Pensavo sarebbe stato più Kumbaya di così.

ADAMUS: Sì e quando tornasti per questa vita, mentre ti preparavi e pensavi, “Oh, il pianeta diventerà migliorerà di molto e sai, la 2a Guerra Mondiale è finita. Ora possiamo riunire davvero il mondo e…” Wow.

MARY SUE: Io sono sotto shock da quanto sta emergendo. Certe cose vanno avanti da quando ero piccola ed io non lo sapevo.

ADAMUS: Giusto.

MARY SUE: Mi stupisce quanto sia ampio e sembra che non interessi a nessuno.

ADAMUS: Giusto. Giusto. Bene. Come descriveresti l’emozione che provi?

MARY SUE: Non guardo mai le telenovele, ma ora ci sono dentro (ridacchiano). È quasi divertente. Mi piace vedere i notiziari ogni giorno ma per poco e ciò che sta accadendo mi sciocca.

ADAMUS: Sì, a volte può essere triste e risultare pesante e forse ci sono parti di te che pensano che dovresti andare a salvare il pianeta, cosa che non ti consiglio. Eppure c’è ancora la tendenza al, “Devo fare qualcosa per il pianeta.” La ragione per cui ho posto questa domanda – grazie – all’inizio del nuovo anno sono un paio di ragioni.

Molti di voi arrivarono qui con grandi speranze. Nessuna eccezione, anche tutti voi online sapevate per che per voi questa sarebbe stata una grande vita. Prima di arrivare qui avevate grandi aspettative o meglio, quando eravate molto giovani pensavate che avreste fatto qualcosa di straordinario per aiutare il pianeta. Alcuni di voi lo sognavano, intendo dire mentre dormivate o ad occhi aperti. Molti di voi aspiravano a fare qualcosa, ad inventare qualcosa che avrebbe davvero aiutato l’umanità o creare un business che avesse un impatto enorme sul pianeta, ma poi non è accaduto. A quel punto la vostra vita è ‘deragliata’ in molti modi diversi e poi, come in un vecchio sogno ecco la sensazione, “Sarà una grande vita ed io farò qualcosa di significativo per il pianeta e lo riunirà, contribuirà a renderlo tutto in stile Kumbaya, a mettere fine alle guerre, alla fame e alla schiavitù.”

Poi vi siete distratti. Forse avete pensato di aver fatto qualche errore o qualcosa di sbagliato e le cose hanno iniziato a cadere a pezzi – il vostro lavoro o la vostra famiglia o tutto il resto, hanno iniziato a frantumarsi – e poi quel sogno, il sapere interiore sembrava solo un eco lontano. Poi siete arrivati al punto in cui siete sopravvissuti a stento, intendo dire che ogni giorno vi tenevate insieme nel tentativo di mantenere in equilibrio la vostra salute e tutto il resto.

Io non voglio che quel sogno non si realizzi. Non voglio che quel sogno sia scordato, perché è più grande che mai. Forse non è ciò che vi aspettavate. Forse non sarete voi quelli che sconfiggeranno il cancro o troveranno il modo per distribuire il cibo ai poveri o inventare un nuovo tipo di tecnologia.

Voi state facendo qualcosa d’altro e sapete esattamente cos’è. Voi state permettendo la vostra Realizzazione. Ecco cosa avete sentito quando, “Questa sarà una vita molto importante. Io farò qualcosa di importante.” Molti di voi pensano, “Oh, accidenti! Si è messo di mezzo il mio ego. Io volevo essere un pezzo grosso e famoso e tutto il resto.” No, in effetti la vostra motivazione fu fare qualcosa per il pianeta, qualcosa di molto, molto importante ma non come voi ve lo sareste aspettato. Non siete diventi l’AD di una grande azienda o il presidente di un’azienda o degli Stati Uniti. Lo fate con molta calma. Lo state facendo proprio ora. Proprio ora.

Anche se una parte di voi dice, “Non sto facendo nulla,” a me viene da urIare quando lo dite (pochi ridono). “Non sto facendo nulla. Sto a casa seduta e sai, il mio nome non è nei notiziari. Non ho ancora scritto un libro e non ho iniziato la mia nuova pratica di guarigione.” Voi state facendo solo ciò che siete venuti a fare e lo fate nella quiete. Dovete farlo nella quiete. Per il pianeta voi state facendo di più di colui che cura il cancro. È una grande affermazione, ma è molto vera.

Ne servono pochi. Non la religione, non la retorica. Permettetevelo. È tutto ciò che serve. Tra una settimana, con il ProGnost tratteremo a fondo cosa sta accadendo e perché. Ne servono pochi e ciò influenza più di ogni altra cosa e non certo perché state tentando in modo dinamico di cambiare il mondo. Ricordatevi, farlo significa non essere nella compassione. Quando la vostra luce brilla, per dirla in modo semplice, la vostra radianza illumina i potenziali che forse non hanno mai visto.

Potreste essere al bar in fila per il caffè ed ecco che arriva un tossico – voi lo definite una testa di meth – si mette in fila dietro di voi per avere il suo caffè e pagare con il denaro che ha appena rubato e voi non dovete dire proprio nulla. Non dovete recitare frasette magiche su di lui o fargli Reiki. La vostra presenza è tutto ciò che serve. È proprio così, perché la vostra presenza è – in mancanza di termini migliori – è luce. È la consapevolezza, è la coscienza. Di colpo quella persona potrebbe vedere il potenziale in cui non è una testa di meth, in cui non ha alcuna dipendenza e in cui non deve rubare. Potrebbe anche non sapere mai che tutto ciò viene da voi. Sa che di colpo ha avuto una rivelazione mentre beveva il suo caffè o forse ha pensato che il suo caffè fosse corretto, ma è per questo che voi siete venuti qui.

Ah, io amo sentire le vostre aspirazioni e il vostro desiderio per questa vita senza sapere con esattezza come si sarebbe evoluto, ma sapendo che l’avrebbe fatto. Voi lo state facendo proprio ora.

Questa è una delle affermazioni che devo continuare a ripetervi perché voi ancora non ci credete. Voi dite ancora, “Eh, suona proprio bene ma Adamus sta parlando alla persona seduta vicino a me perché io non sto facendo molto.” Nella logica umana voi non riuscite proprio ad immaginare ciò che state facendo ed ecco perché mi piace lavorare con voi. Ecco perché mi piace provocarvi, prendervi a calci nel culo ed amarvi.

Per questo facciamo un bel respiro profondo.

Le aspettative. Il pianeta non è ciò che voi vi aspettavate. Molti di voi pensavano che sarebbero saltati in aria. Molti di voi pensavano che tutti si sarebbe riuniti e che avremmo vissuto un meraviglioso amore globale, planetario e Kumbaya e nessuna delle due cose è accaduta, eppure stanno accadendo molte cose.

 L’Ego

Voglio parlarvi un po’ dell’ego. L’ego. Sapete, quando parlavamo di ciò che state facendo davvero qui sul pianeta c’è una parte del vostro ego che dice, “Io sarò importante, forse famoso, forse ricco ma lo sarò,” – la vostra priorità numero uno è – “Voglio fare qualcosa per questo pianeta.” È un tratto molto, molto comune di tutti voi, “Voglio fare qualcosa per questo pianeta.” Poi iniziate a pensare, “Beh, era il mio ego.”

Sapete, io lavoro con Sigmund Freud e lo conosco. Davvero (Adamus ridacchia). Davvero. Sapete, lui ha reso popolare “l’ego,” proprio quel termine. Prima non se ne parlava molto, ma ha contribuito a definire l’ego e a renderlo popolare ed ha portato le persone a pensare del loro ego, ma ha anche reso cattivo l’ego. Quella fu la parte triste del suo lavoro. Ha reso cattivo l’ego, come se fosse una cosa cattiva, come se fosse la vostra ombra. Ha reso l’ego una cosa negativa e anche oggi le persone dicono, “Beh, tu hai un grande ego.” Beh, ok! (Adamus ridacchia). Beh, grazie.

A proposito, l’ego non ha una misura. Non potete avere un ego grande o un ego piccolo. Non potete avere un ego cattivo o cose del genere. L’ego è solo un ego. L’ego, che deriva dal termine latino, “I go/Io Vado” o qualcuno lo traduce come un significato del tipo “andare avanti” o muoversi o fare qualcosa. L’ego. In effetti l’ego è una cosa bella da moltissimi punti di vista, ma l’hanno reso cattivo, hanno fatto in modo che sembrasse cattivo.

Prendiamoci un attimo per sentire l’ego umano. Prendiamoci un attimo. Solo una parola. Che tipo di sensazione vi dà? L’ego.

(pausa)

Linda al microfono. Sono curioso, una parola che vi viene in mente per definire l’ego. Una parola.

SHAUMBRA 1 (donna): Il potere.

ADAMUS: Il potere. Sì, ok. Bene. Linda, tu continui a correre con il microfono. L’ego, il potere.

DIANE: Il sè.

ADAMUS: Il sé, ok. Che tipo di sé, però?

DIANE: La mia identità individuale.

ADAMUS: Mm, ok. Che tipo di identità? (lei ridacchia) È qualcosa che vuoi di più? Vuoi avere più ego? Meno ego? È qualcosa su cui hai bisogno di lavorare – il tuo ego è qualcosa su cui hai bisogno di lavorare?

DIANE: Non penso – io lavoro sul mio da quando sono consapevole.

ADAMUS: Ok. Tutto giusto. Gli altri?

DIANE: Oh, sì.

ADAMUS: Tu accusi mai qualcuno di avere un grosso ego o lo pensi e basta?

DIANE: Di certo ci ho pensato.

ADAMUS: Sì, ok. Qualcuno in particolare?

DIANE: Sì (risate), che resterà senza nome.

ADAMUS: Ok. Bene, bene. Bene.

LINDA: Non sono sul palco, giusto? (altre risate)

DIANE: Può essere! (Linda ride)

ADAMUS: L’ego. Che parola ti viene in mente quando parliamo dell’ego? L’ego.

(Susan fa una pausa)

LINDA: Nancy vuole il microfono. Non esitare. Proprio qui.

ADAMUS: No! Sarà una risposta buona! Mi è piaciuta!

LINDA: Beh, aspetta! Nancy lo darà prima a lei e poi tornerà a te.

ADAMUS: No! Volevo sentire cosa avresti detto.

LINDA: Ok, prosegui.

SUSAN: L’essenza dell’umano.

ADAMUS: L’essenza, Ok, sì.

SUSAN: L’umano.

ADAMUS: L’umano. Ok. C’è…no voglio ancora aggiungere le mie parole

NANCY: Per me, penso che sia una parte della trinità…

ADAMUS: Parte della trinità.

NANCY: … di me stessa.

ADAMUS: Sì, il divino, il Maestro e l’ego.

NANCY: Sì.

ADAMUS: Ok. Ti piace il tuo ego?

NANCY: Certo.

ADAMUS: Ok. Continuiamo con le parole. Ci stiamo solo scaldando. L’ego. Che cosa ti fa affiorare?

TOM: L’orgoglio.

ADAMUS: L’orgoglio, ok. Scava un po’ di più. L’ego.

CAROLYN: La presunzione.

ADAMUS: La presunzione. Ok… sei mai stata presuntuosa?

CAROLYN: Penso di sì (alcuni ridacchiano).

ADAMUS: Probabilmente lo sei stata e va bene così…

Sapete, parte del punto è che ci sono molti tipi di caratteristiche negative legate all’ego – essere presuntuosi ed arroganti e pomposi e tutto il resto. Mentre continuiamo le nostre chiacchierate, sentite dentro tutte quelle parole, tutti gli attaccamenti all’ego.

Per favore prosegui. L’ego.

ALI: Auto-ingrandirsi.

ADAMUS: Ok. Tu l’hai fatto?

ALI: Sì.

ADAMUS: Sì. Ti sei sentito in colpa?

ALI: Sì.

ADAMUS: Ti hanno preso a sberle?

ALI: L’ho fatto io.

ADAMUS: Esatto, ecco il mio punto.

ALI: Sì.

ADAMUS: Sì, sì. Ti sei preso a sberle. Buum! Wow! Accidenti!

ALI: Cattivo Ali!

ADAMUS: Oh! “Cattivo Ali!” Che grande ego e – oh! – sei proprio…

ALI: Starò buono!

ADAMUS: Giusto, giusto! Guarda cosa succede quando spicchi sugli altri! Sì.

ALI: Già.

LINDA: Non può essere solo fiducia?

ADAMUS: Lascialo finire, per favore.

LINDA: Io sono come lui.

ADAMUS: Per favore.

LINDA: Io sono una di loro (risate).

ADAMUS: “Io sono una di loro,” ok! So chi sarà il prossimo al microfono.

SART: Sarà il Sart-ismo.

ADAMUS: Il Sart-ismo. Sì, (Sart ride). L’ego.

SART: La parte cattiva.

ADAMUS: Sì, l’ego. Che parola daresti?

SART: (fa una pausa) Solo … senso di colpa.

ADAMUS: Scusa?

SART: Il senso di colpa.

ADAMUS: Il senso di colpa. Ok, sì, lo sguardo sul tuo viso dice tutto. È come, “Eehh …”

SART: Sì.

ADAMUS: L’ego. Ok.

SART: È il senso di colpa di farlo agli altri.

ADAMUS: Giusto, giusto. Ok. Bene.

SART: Sì e subito dopo, so di aver ferito qualcuno.

ADAMUS: Sì, così la pensi tu.

SART: Tu la pensi così.

ADAMUS: O tu vuoi pensarlo così.

SART: Or…

ADAMUS: Sì.

SART: Tu vuoi che accada in ogni caso.

ADAMUS: Sì, sì. Sì. Con il peggio del tuo ego cos’è accaduto?

SART: Oh, doveva essere al suo peggio quando bevevo.

ADAMUS: Sì, sì, (Sart ride). Sì, in che modo il bere ha influenzato il tuo ego? (pochi ridono)

SART: Mi faceva dire ciò che affiorava.

ADAMUS: Giusto, giusto, giusto. Tu l’hai fatto.

SART: Oh, eccome!

ADAMUS: Sì. Sei mai finito nei guai per questo?

SART: Oh, mai.

ADAMUS: Sì, giusto. Giusto (ridacchiano). Quando hai smesso di bere, hai incolpato molto il tuo ego o l’hanno fatto gli altri?

SART: Sì, certo.

ADAMUS: Cos’hai fatto con l’ego?

SART: L’ho tato in valigia dietro di me e…

ADAMUS: Oh, no, prima ne hai fatto di ogni (Sart ridacchia). Solo dopo l’hai infilato in valigia dietro di te e poi ogni tanto l’hai preso a calci.

SART: Sì, poi ho preso a calci la valigia e l’ho tata fuori dalla porta.

ADAMUS: Hai redento te e il tuo ego quando hai smesso di bere?

SART: No.

ADAMUS: No. Ok.

SART: No.

ADAMUS: Tu combatti ancora con l’ego?

SART: Sì, lo faccio ancora.

ADAMUS: Sì. È perché tu sali su quel grande, enorme macchinario per il movimento terra? Sai, è come se tu avessi quel potere che ti attraversa, potresti quasi spalare il terreno.

SART: Oh, questo aiuta.

ADAMUS: Sì! (ridono)

SART: Aiuta, eccome.

ADAMUS: Riesci ad immaginarti di essere l’AD di una grande azienda? Io non potrei.

SART: Dio aiuti gli impiegati!

ADAMUS: Esatto (Sart ride). Esatto, sì, perché è quell’enorme ego! Oh, cielo! Tu saresti stato perfetto in un paese che si nutre. Sarebbe come un buffet per l’ego.

SART: Dovrei assumere nuove persone ogni mattina.

ADAMUS: Giusto! (ridono) Giusto! Con il lavoro che fai ora, vai fuori in mezzo alla natura ed hai una grande macchina. Nessuno farà casino con te perché sanno che arriverai con il tuo caterpillar D9 e gli tirerai giù la casa il mattino dopo, quindi…

SART: Io dico loro, “Ricordati che io ho grossi autoribaltabili.”

ADAMUS: Giusto, esatto (ridono). Bene. Grazie.

SART: Grazie.

ADAMUS: Ancora un paio sull’ego. Che parole ti vengono in mente?

LINDA: Vediamo.

ADAMUS: Ne mancano un paio, un paio che sono molto importanti.

LINDA: Sylvia.

SYLVIA: Ora sono confusa.

ADAMUS: “Ora? Ora,” dici?

SYLVIA: Ora sono confusa.

ADAMUS: Cosa ti viene in mente quando dico la parola ego?

SYLVIA: L’ego. Come hai detto, “I go/Io Vado,” è come la sicurezza di me.

ADAMUS: Sì, sì. È te.

SYLVIA: Da una parte e dall’altra può essere egoismo.

ADAMUS: Egoismo, ok.

SYLVIA: Pensare solo a me stessa.

ADAMUS: Lo fai molto spesso?

SYLVIA: Ci provo.

ADAMUS: Ci provi. Sì, sì.

SYLVIA: O non ci provo.

ADAMUS: Oh, non ci provi.

SYLVIA: Sì.

ADAMUS: Che tristezza. Wow.

SYLVIA: Io sono, io sono…

ADAMUS: Da dove spunta la storia che prendersi cura di sé è una cosa cattiva? Da dove diavolo viene? (qualcuno dice, “dalla chiesa”) Esatto. Esatto. Io non me la prenderò più con le chiese. No, lo giuro sulla chiesa dei Nuovi Anni. Sì, sì. Basta con le chiese. Sapete perché? Perché non ho più bisogno di farlo. Sapete, l’anno scorso, un anno fa quando abbiamo parlato qui vi ho chiesto cosa pensavate sarebbe accaduto nel 2018 e la mia conclusione riguardava il crollo della chiesa. Per “chiesa” intendo in generale tutte le religioni. Per me è ancora la cosa più grossa accaduta l’anno scorso e non ciò che ha creato le notizie più diffuse.

Vedete, quando una società ha dei miti – e la religione è tutta un mito – quando ha i miti, essi contribuiscono a dare forma e a plasmare le comunità e i valori e la morale e le leggi, cosa che è presente in tutto il mondo. Voi avete molti miti – le religioni e le credenze – che determinano i valori sociali e in fondo anche le leggi. Così avete ottenuto, come direste voi, la stabilità del pianeta, il modo in cui opera. Tutto si basa sui valori che in origine derivarono dai miti.

I miti non riguardano solo la chiesa e infatti risalgono a molto prima. Esistono i miti degli Incas e dei Maya e degli Aborigeni e tutti gli altri che precedono i miti cristiani di, oh, 5.000 anni; i miti degli Egizi risalgono a 25.000 anni fa. Ecco, sui miti si costruiscono i valori sociali e le strutture. È la gravità che tiene tutto dentro di sé.

Ora su pianeta la chiesa si sta deteriorando, sta cadendo a pezzi, che siano i Cristiani o i Musulmani, gli Ebrei o gli altri. C’è un’enorme mancanza di rispetto e direi anche di credenza in molti di quei vecchi valori religiosi. Se io fossi alla guida di una delle chiese avrei detto, “Ogni tanto vediamo di aggiornarla. Sapete, superiamo la storia che le donne non possono fare il prete. Intendo dire che è molto vecchia e stupida. Ogni tanto aggiorniamoci.” Invece sono fortemente determinati a restare attaccati ai loro vecchi modi.

Ora tutto ciò si sgretola. Lo vedrete affiorare in superficie, almeno qualcosa. Tutto ciò che riguarda la chiesa cattolica e i preti e l’abuso sessuale che avviene da molto, molto più a lungo di quanto chiunque voglia ammettere. Non è certo una epidemia recente. Va avanti da sempre e ciò determina una mancanza di fiducia e di fede nella fede e quando non avete fede nella fede, allora avete dei grossi problemi.

La struttura che fa da base ai miti si sta deteriorando. Le persone non credono alla chiesa e non la seguono più. Ciò inizia a ripercuotersi anche in superficie, su come si costruiscono le comunità e il paese e la morale e i valori e gli affari. Ecco perché vi dico che la cosa più grade accaduta l’anno scorso è stato il deterioramento continuo dei valori religiosi sul pianeta e ciò eserciterà un impatto enorme, soprattutto quest’ anno e infatti crollerà ancora di più.

Di per sé ciò non significa che la Chiesa Cattolica fallirà o che i Metodisti troveranno un metodo diverso (risate). Potrebbe essere, ma intendo dire che le chiese non hanno più neanche lontanamente lo stesso effetto sulla gravità della coscienza sul pianeta come una volta. Mentre questo tipo di struttura si erode, lo stesso fanno i valori e ve ne siete accorti, se guardate i notiziari. I valori stanno cadendo a pezzi. La gravità inerente che tiene insieme le credenze e le leggi e ogni altro tipo di cose sta cadendo a pezzi. Ecco il tipo di cose che stanno accadendo.

Poi avete un personaggio come il Presidente Trump in carica e lui sta facendo vedere i sorci verdi a tutti. Non dico che sia un bene o un male. Dico solo che è ciò che la gente si merita (risate). È così! Ma certo. No, dovrebbe esserci un tipo di rispetto di base ed io non sono per niente politico. Se oggi fossi sul vostro pianeta, di certo io non voterei. Farei ciò che ha detto Tobias, “State dietro al muretto” e riderei. Io riderei.

Dunque, a che punto eravamo rimasti? (qualcuno dice “Ego”)

LINDA: L’ego.

ADAMUS: Ok. Mi serve qualche altra parola. Alzate un po’ le luci perché Linda andrà tra il pubblico.

LINDA: Giusto qui.

ADAMUS: L’ego. Mi manca qualche parola.

MONICA: Per me l’ego è la dualità…

ADAMUS: La dualità.

MONICA: … o il giudizio. Se non sono nell’ego, allora c’è l’unità e le cose sono come sono. A quel punto sarebbe, cedo che tu lo definiresti Permettere. Ecco, per me c’è la mia mente umana o ego mentale e la mente dello Spirito.

ADAMUS: Ok. Oh, interessante.

MONICA: Ogni volta che giudico io dico, “Oh, è la mia mente umana. Cosa direbbe la mente del mio Spirito?”

ADAMUS: Giusto, giusto.

MONICA: Sì, è così.

ADAMUS: Oh, interessante. Ora c’è un conflitto in corso tra le due menti. È molto saggio. Grazie. Ho bisogno che qualcuno lo dica. Gary, sarai tu?

GARY: L’autoconsapevolezza.

ADAMUS: L’autoconsapevolezza. Sì, sì. L’autoconsapevolezza è buona o cattiva?

GARY: Nessuna delle due.

ADAMUS: Nessuna delle due?

GARY: È solo la consapevolezza.

ADAMUS: Ok.

GARY: È il sapere interiore di…

ADAMUS: Ti fidi di più del tuo ego che della tua autoconsapevolezza?

GARY: No.

ADAMUS: No. Di cosa ti fidi di più dell’auto- consapevolezza?

GARY: (fa una pausa) Di cosa mi fido di più dell’auto- consapevolezza?

ADAMUS: Se non la ottieni dall’ego, da dove ottieni l’auto- consapevolezza?

GARY: Da ciò che senso, da ciò che sento.

ADAMUS: Ok, giusto. Bene, perché ciò bypassa l’ego.

GARY: Sì.

ADAMUS: Sì, ok.

GARY: Lo spero.

ADAMUS: Bene. Bella risposta. Tutte belle risposte per ora. Ho nostalgia di quando riuscivo a prendermela con voi per le risposte sbagliate (alcuni ridacchiano). Mi mancano proprio quei giorni. Quando andavo al Club dei Maestri Ascesi ne facevo grosse storie.

LINDA: Moishe.

ADAMUS: Non potreste tirare fuori qualche stupida risposta con makyo? No, no!

LINDA: Non farlo!

ADAMUS: Potresti! (Adamus ridacchia)

MOISHE: Potrei provarci.

ADAMUS: Potresti! Proceda, signore.

MOISHE: È la fiducia umana.

ADAMUS: La fiducia.

MOISHE: Penso che gli umani lo bistrattino perché bistrattano se stessi. È la fiducia umana.

ADAMUS: Ok. Bene. Bello. Non ci sono ancora. Ancora un paio.

LINDA: Henrietta pensa di conoscere la parola. O pensa che vuoi prendertela con lei.

ADAMUS: Entrambe le cose (Linda ride nervosa).

HENRIETTA: L’autoconservazione.

ADAMUS: L’autoconservazione.

HENRIETTA: Sì, perché più grande è l’ego, più grande è l’esposizione. La persona cerca di essere sicura di essere solida e ferma in come si presenta al mondo. L’ego cerca di preservare se stesso.

ADAMUS: Dov’è l’errore in tutto ciò? Ci stai arrivando. Ecco, è autoconservazione. In un certo senso è la tua difesa.

HENRIETTA: Sì.

ADAMUS: È la tua protezione.

HENRIETTA: Perché l’umano ha paura di entrare nel nulla.

ADAMUS: Giusto. Ha paura di tutto, ma… (alcuni ridacchiano)

HENRIETTA: Sì.

ADAMUS: Dunque, hai il tuo ego che in un certo senso tu hai prodotto e poi hai gonfiato. L’hai pompato e in parte è autoconservazione, ma poi l’ego parte da solo ed inizia a credere alle sue cose. Cosa c’è di inerente, qual è il problema? Fermiamo il film per un attimo. Tu hai un grande ego, dov’è il problema?

HENRIETTA: Perché pensa di essere reale. Intendo che più grande è l’ego più risulta reale per la persona. Rende ferma e solida la sua presentazione umana.

ADAMUS: Dov’è il vero problema? Ci sei molto vicina e stai ispirando qualcuno che tra un attimo mi darà la risposta.

CAROLE: L’autogiudizio e la proiezione.

ADAMUS: Ci stai arrivando. Ci siamo quasi. Auto-giudizio e proiezione. Hai un ego gonfiato, un po’ pomposo ed arrogante ma è l’identità ed è te, ma dov’è il problema?

TAD: Ha paura.

ADAMUS: Ci sei quasi.

TAD: Oh! È paur-oso! È paur-ello! Ha paura.

ADAMUS: Ok. Ehhh! Te lo dico io. I giudici te la danno buona, ma io cerco un’altra parola. Sei molto vicina. Molto vicina.

ALICE: Io vado in bagno (ride).

ADAMUS: Lei va in bagno! (risate) Sì, inventati qualcosa.

ALICE: Questa mi piace, il riconoscimento.

ADAMUS: L’identificazione. Sì, ok. Avrei inventato qualcosa di diverso (ridono).

ALICE: Stavo per dire una cosa come quella di Gary, l’autoconsapevolezza umana. Quando penso al mio ego, è chi sono…

ADAMUS: Tu hai un ego? Tu hai un grande ego?

ALICE: Io ho un ego. Non ha misure, ma sono consapevole dell’uman …

ADAMUS: Hai un ego dinamico?

ALICE: Oh, sì!

ADAMUS: Oh, sì! (risate) Oh, sì, sì, sì, sì e sì. Qual è il problema con il tuo ego?

ALICE: Non c’è nulla che non va in me! (risate e applausi)

LINDA: Ha detto tutto! (Linda ridacchia)

ADAMUS: Sì. Dovevi aggiungere, “Cosa non va con i vostri?”

ALICE: Sì! Sì! Cosa non va con i vostri?!

 La Definizione dell’Ego di Adamus

ADAMUS: L’ego. Ve lo dico io. Tad, c’eri arrivata molto vicina, ma l’ego è fragile. (il pubblico dice “Oh”) È fragile! È una specie di grande identità dinamica, un’autoconservazione piena di makyo e come lo chiamate voi; è maledettamente fragile. È davvero molto fragile, è più fragile di un uovo. Se qualcuno lo tocca, va in pezzi (voce lacrimosa). Non sa cosa fare! Dopo tutto il suo essere un gradasso, qualcuno lo guarda strano e lui cade a pezzi!! Non è reale. È un’illusione. È reale, è un’illusione e in realtà non è voi.

Eppure gli umani si identificano – ho una lamentela da fare a Freud. Se mai tenterà di entrare al Club dei Maestri Ascesi, io voterò per il no (risate). No, si è inventato un po’ di cose. Ha reso l’ego una cosa cattiva, fragile, maligna e tutto il resto. Ha davvero reso cattivo l’ego.

Qui il mio punto è – qual era il mio punto in ciò che stiamo facendo qui? Io ho un punto. L’ego. Io definisco – vuoi scriverlo sul tuo pad magico o su ciò che usi?

LINDA: Ok.

ADAMUS: È quello?

Ok. L’ego, la mia definizione dell’ego. È la vostra esperienza … (pausa e alcuni ridacchiano; ci sono problemi tecnici) Pensavo che per magia sarebbe apparso sullo schermo, invece non c’è. Linda sta scrivendo a se stessa (Adamus ridacchia). Non amate la tecnologia? Oh, è molto utile. Dov’è la mia lavagna? Se l’avessimo scritto lì, avremmo già finito.

LINDA: Shhhh! Vai avanti.

ADAMUS: Vai avanti?! Devi scrivere. Dovete scrivere.

LINDA: Non è colpa mia.

ADAMUS: Sì. Riprendete questa piccola agitazione (Peter aiuta Linda con l’iPad). E su le luci. Voglio che tutti vedano cosa – oh, dobbiamo venirne a capo. Sì.

LINDA: Grazie, Adamus. Amiamo proprio questo tipo di attenzione.

ADAMUS: Lo so. Tu non – sotto la pressione tecnica. Ooh! C’è una ragione per cui sto giocando così con te.

LINDA: Davvero?

ADAMUS: Sì, sì. La saprai tra un attimo.

LINDA: Ok, “La vostra esperienza …” (qualcuno dice “Ecco!” quando l’immagine appare sullo schermo)

ADAMUS: “La vostra esperienza basata sulle vostre storie emotive” – questa è la definizione, la mia definizione di ego, che è l’unica definizione (pochi ridono) – “Basata sulle vostre storie emotive come le vedono gli altri.”

LINDA: Ooh.

ADAMUS: A proposito, io amo venire qui come Adamus. Posso essere un po’ più leggero di St. Germain. Sapete, quando parlo io scherzo. Faccio un po’ l’arrogante e il pomposo e a volte lo faccio apposta. Io parlo molto bene di me perché posso. Io voglio che vi abituiate a fare lo stesso. Parlate molto bene di voi, non bene in modo serioso. Sapete, non come, “Io sono la persona più speciale al mondo.” (alcuni ridacchiano). Sapete, è più come parlare di voi con un sorriso sul viso, ok? Scherzateci sopra e fate ridere anche gli altri. Ci sarà una piccola cosa che dice, “Oh, quello è il mio ego ed io sono molto arrogante.” Oh, sì. Oh, sì ed è divertente.

Dov’eravamo rimasti? “La vostra esperienza basata su storie emotive.” Ogni storia è emotiva. Ogni cosa che attraversa la vostra mente è emotiva. Tutto. Di recente ho discusso – e ho vinto – di recente ho discusso con un amico che oggi è qui, ve lo presenterò tra poco e questo amico diceva, “Cosa intendi dire, Adamus, tutto è emotivo? È un numero? È forse emotivo? Un numero ha emozioni?” Ho detto, “6-6-6” (qualcuno urla “Ohh!” e un altro dice “Bravo”), poi ho detto, “Tredici” e “Quarantaquattro” e “Un milione cinquecentomilasettantadue,” perché mi andava.

Tutto è emotivo. Ogni storia che avete mai vissuto è tutta emotiva. Non c’è nessuna logica, davvero. È una specie di cosa falsa dire che su questo pianeta esiste la logica Tutto si basa sull’emozione. Ogni decisione che prendete si basa su un’emozione. Voi pensate di fare una ricerca di mercato per la miglior auto da comprare? È l’emozione! Voi giustificate le vostre emozioni con la ricerca e poi dite, “Sono proprio intelligente perché ho comprato una Prius.” No, vi siete basati sull’ emozione, perché la vostra emozione fa affiorare, “Io abbraccio gli alberi. Nella mia auto non uso carbone fossile.” È tutta emozione. Voi la giustificate e la definite logica e comprate una Prius, che tra l’altro è una bella automobile. Dov’eravamo rimasti? Oh, ok.

La cosa interessante sull’ego – è molto fragile, perché si basa tutto su ciò che gli altri pensano di voi. L’ego non si basa quasi mai sulle vostre osservazioni su di voi, ma sulle osservazioni di come la gente vi osserva. Di conseguenza l’ego è molto, molto fragile, soggetto all’imput di chiunque, all’impressione di chiunque.

L’ego è – vi farò un esempio. Dovete raccontare una barzelletta e quasi nessuno di voi sa farlo bene. No, non sapete farlo, proprio no – eh, voi non siete divertenti (risate). No, voi siete ancora troppo seri, sapete? Alleggeritevi, toglietevi di dosso quelle mutande e solo dopo potete raccontare le barzellette. Voi raccontate una barzelletta che pensate sia buona, davvero buona perché altri l’hanno raccontata e tutti hanno riso, quindi voi raccontate la barzelletta e nessuno ride. In effetti vi rendete conto che gli altri pensano che sia politicamente scorretta perché non si raccontano barzellette sulle persone anziane o su altro. È la cosa più divertente, ma di colpo realizzate che nessuno ride. Il vostro ego forma una cosa del tipo, “Non sono una persona divertente. È andata proprio male.” Entra nel vostro ego e in quello di tutti.

Finora l’ego si è basato sulle vostre esperienze, che sono tutte grandiose – le esperienze sono meravigliose – ora è una storia emotiva e va bene finchè la riconoscete come tale. È una storia emotiva, tutto qui e la storia può cambiare. La parte che non funziona tanto bene è “come gli altri la vedono.” Come essi vi percepiscono.

Per questo facciamo un bel respiro profondo mentre il mio punto è che l’ego, a causa vostra e di Freud non è mai stato un amico. Proprio per niente. È stato qualcosa da cui avete cercato di scappare, da cui vi siete nascosti, che avete lucidato e sui cui avete lavorato, che avete distrutto e fatto saltare in aria e poi rinforzato e tutto il resto, proprio ciò che chiamate ego.

Le origini latine del termine ego, “Io vado. Io proseguo. Io faccio esperienza. Io mi espando. Io vado avanti.” Ecco, quest’anno il vostro primo nuovo amico è il vostro ego. L’ego è una cosa bella. È l’autoconsapevolezza, come ho detto prima. È l’autoconsapevolezza, cioè non più attraverso gli occhi degli altri e non più per come essi reagiscono a voi.

Sapete com’è quando vi vestite per la giornata, indossate qualcosa e poi uscite e qualcuno vi guarda, vi guarda in questo modo, proprio così (dà un’occhiata sprezzante) e voi dite, “Oh! Oh! È terribile. Non avrei dovuto indossarlo. Indosso un abito arancio…” che tipo di … sembra una camicia da boscaiolo con una cresta reale i (descrive ciò che indossa Tad). Voglio dire, chi indosserebbe qualcosa del genere? (poche risate). Ti sta molto bene. L’ego dice, “Oh! Non avrei dovuto indossarlo. Spiccherò sugli altri e avrò un’aria stupida.”

Ecco, la prima cosa è mollate la parte che dice, “Come gli altri vi vedono.” Non importa più. Non importa più.

La parte emotiva della storia? Sì. Finora le storie sono state emotive e le emozioni possono essere belle e divertenti. Sono orientate molto sull’umano, ma ora cambiamolo in non solo “storie emotive,” cambiamole così, diciamo che si basano su – quale parola sostituisce le emozioni? Come volete che siano le vostre storie? “Basate su” – cosa diremmo? (qualcuno dice “Le vostre storie migliori.”) Le vostre storie migliori, le storie stupende? Modifichiamo il “Basati sulle vostre” – che ne dite di… (qualcuno dice “Creativo”) Creativo? (qualcuno dice “Intrattenimento.”) Intrattenimento? Che ne dite di “Saggio?” Che ne dite di saggio? Sapete, saggio può essere ancora emotivo. Saggio può essere stupendo e rilevante, porta dentro la saggezza. Portate dentro la saggezza ora. Non più voi che vi percepite attraverso le reazioni degli altri a voi, ora è la vostra reazione a voi, ora è la vostra saggezza nelle vostre storie che possono essere divertenti. Possono essere tragiche. Possono essere sincere. Possono essere brutali. Non importa, ora voi avete la saggezza.

Nel frattempo, Linda …

LINDA: Aspetta, sto finendo (scrive la nuova definizione).

ADAMUS: (ridacchia) “Portare dentro le vostre storie sagge.”

LINDA: “La saggezza” o “storie sagge?”

ADAMUS: “Le vostre esperienze basate sulle vostre storie sagge.” Sì.

Sentitelo dentro per questo anno. Intendo dire, ecco dove state andando. Non dovete lavorarci sopra. Facciamo… sì, (risate quando l’immagine sparisce). Io non ho… non l’ho fatto io. Non sono stato io. Non questa volta (qualcuno dice “Linda ha vinto”).

I vostri migliori amici per quest’anno, i vostri nuovi amici che entrano, è l’anno dei nuovi amici. Prima, voi. L’ego. Respiriamo dentro l’ego. Non è una cosa cattiva. È l’umano nell’esperienza e l’umano è qui per questo, per fare esperienza. Mentre voi respirate dentro il vostro nuovo amico, l’ego, che non è affatto una cosa cattiva – potete averne molto, voglio dire che potete essere davvero pieni di ego – significa solo che, “Io vado, io faccio esperienza. Io Sono quello che Sono,” ora si basa sulla saggezza.

 

Il Secondo Amico

Il secondo amico che entra, che sta entrando da un po’ e che quest’anno noterete di più è il Maestro. Io lo chiamo il Maestro e in realtà è la saggezza che alcuni chiamerebbero divinità. Suona un po’ vago. A me piace “la saggezza” e “e il Maestro,” perché è l’essenza di tutte le storie, che sia emotiva o tragica o qualcos’altro. È l’essenza.

Ecco, quest’anno il Maestro – che noi abbiamo iniziato a portare dentro circa un anno fa o forse due, intendo dire ad integrarlo – che quest’anno avrà un ruolo molto importante nella vostra vita perché voi permettete. Ecco cos’è. Voi state permettendo una parte di voi che voi di fatto non conoscete e che il vecchio ego, l’ego umano ha distorto del tutto. Il Maestro è puro e non potrete mai – non potete contaminare il Maestro. L’umano si preoccupa sempre, “Rovinerò qualcosa o la incasinerò davvero? Perché io incasino tutto.” Non potete. La saggezza è la saggezza. È tutto ciò che è, non giudica o altro.

Facciamo un bel respiro profondo per il Maestro che entra. Sarà un altro vostro nuovo amico in un modo molto intimato.

Detto questo alcuni di voi dicono, “Ok, Adamus, abbiamo già parlato del Maestro che entra. Ho provato ad invocarlo. Il Maestro alza la cornetta e mi attacca in faccia.” (risate) “Io non capisco proprio questa cosa del Maestro. È come un super ego? È così?” No, no, no, no, no. No, il Maestro non è un super ego. Il Maestro è solo la saggezza e c’è saggezza inerente in ogni cosa che fate. Voi avete resistito a lui e lo avete evitato dicendo che il vostro ego, sapete, che voi avete troppo ego e che non riuscite a gestire tutto il resto. Ora c’è il Maestro che entra, la saggezza che entra.

Ecco, noi qui inventeremo una parola del tutto nuova. Linda, puoi passare a un foglio nuovo… o schermata?

LINDA: Oh.

ADAMUS: Del tutto nuova. Ottimo. Pulito. Scrivi – su tre quarti di pagina – scrivi la parola “EGO” in maiuscolo. Che velocità (alcuni ridacchiano a causa di altri problemi tecnici). C’è una ragione per tutto ciò. Mi dispiace. Ve lo dirò tra un attimo. C’è una ragione, voi non state facendo niente. Ve lo spiegherò.

Ecco, noi inventeremo una parola nuova.

(pausa)

Lei scrive ma non appare sullo schermo… (pausa mentre Peter l’aiuta di nuovo).

Qualcuno conosce una bella barzelletta? (qualche risata) Osereste raccontarne una? (Adamus ridacchia) Tutti guardano te come per dire, “Cosa?!” Sì. Quanti si considerano davvero divertenti? Oh, un paio. Ok. Sì, sì. Ok. Bene. Più o meno. Sì. Ok.

Portate qui la lavagna bianca con i fogli di carta con cui lavoro di solito.

Qualcuno sta dicendo che sono uno stronzo. Sì, lo sono. (il pubblico dice “Ohh!”).

LINDA: Ok.

ADAMUS: Ok. Proviamoci di nuovo, Linda. Scrivi la parola sui due terzi del lato destro del tuo schermo magico.

LINDA: Due terzi sul lato destro?

ADAMUS: “EGO” in maiuscolo.

LINDA: Sul lato destro?

ADAMUS: Sì. Inizia – sì. Oh, sarà bello (di nuovo lo schermo non funziona, alcuni ridacchiano).

LINDA: Cosa?! Aspetta un attimo.

ADAMUS: Vieni qui. Passalo allo zio Adamus. Dammi una pagina nuova.

LINDA: Ok.

ADAMUS: Sì, una pagina nuova. Ok. Whoops!

LINDA: Bel lavoro (qualche risata).

ADAMUS: Niente di tutto ciò è colpa mia. Ve lo spiegherò tra un attimo.

LINDA: Certo che no.

ADAMUS: È il pessimo senso dell’umorismo di qualcuno. Ok. Davvero pessimo questo senso dell’umorismo, più avanti la pagherai. Mi serve una pagina nuova. Ora sono stremato (altre risate).

LINDA: Tu sei stremato?

ADAMUS: Dall’’altro lato sento molte risate. Vi spiegherò (alcuni ridacchiano). Ok. Ok, noi inventeremo una parola nuova per il 2019… (cerca di scrivere)

LINDA: Sembra di no (altre risate mentre non funziona. Pensavi fossi io a rovinare tutto? Non ero io!

ADAMUS: Non è… guarda, ciò che scrivo e non è ciò che sta accadendo. Tutto giusto. Andiamo avanti. Immaginate la parola “ego,” e-g-o. Pensate di scriverlo sullo schermo, anche se non c’è. Ora aggiungeremo… (qualcuno dice “La carta sta tornando,” mentre Peter porta la lavagna) La carta sta tornando. Oh, grazie al cielo! Grazie al cielo! Torniamo alla vecchia moda della carta. Sì. (qualcuno urla “È affidabile!”) Sì, la carta è affidabile. Guarda, la penna non funziona. Perché lo dai a me? (l’iPad)

LINDA: Perché funziona!

ADAMUS: Ho bisogno di uno schermo nuovo.

LINDA: No, non ne hai bisogno. Puoi cancellare.

ADAMUS: No, mi serve un nuovo – oh, cancella.

LINDA: Ok.

ADAMUS: (sospira e alcuni ridono) Questo è… (Linda ansima mentre cancella lo schermo) È divertente vedere in telecamera ciò che fai (altre risate).

ADAMUS: Smettila!

LINDA: Non ti piace?!

ADAMUS: Smettila!

LINDA: Dici che non ti piace?! (risate) Davvero non ti piace?! Sei sicuro? (altre risate)

ADAMUS: Smettila! (Adamus ride) Ok, sì! Ci sono bambini che ci guardano! Ok. Siamo liberi di andare?

LINDA: No, devi toccare qui. Tocca sul punto segnato.

EDITH: Ecco il tuo tablet.

LINDA: Tocca il punto segnato.

ADAMUS: La tecnologia.

LINDA: Ecco. Ecco.

ADAMUS: Ok. Tutto giusto.

LINDA: Penso che ci siamo (alcuni ridacchiano, pausa mentre scrive).

ADAMUS: Oh, non mi piace come scrivo.

LINDA: Oh, funziona! Funziona!

ADAMUS: È trasandato. Cauldre non scrive bene…

LINDA: Qui.

ADAMUS: Dammi… no, no. Mi serve un foglio nuovo. Mi serve un foglio nuovo.

LINDA: Non posso darti un foglio nuovo.

ADAMUS: Tutto ciò finirà negli annali del… (altre risate)

LINDA: Prova qui.

ADAMUS: Ok, tutto giusto. Scrivilo. Prima di tutto inizia dal lato destro…

LINDA: Ok.

ADAMUS: … e scrivi la parola “O.”

LINDA: “O”?

ADAMUS: È una lettera.

LINDA: È una lettera.

ADAMUS: Ok. Ora scrivi “G” (risate). Ora scrivi una “E.” (Adamus ridacchia)

Ok. Facciamo un bel respiro profondo. Inventeremo una parola nuova, la coscienza e tuto il resto e scrivi… dammi qui.

LINDA: Puoi farcela.

ADAMUS: Dammelo (aggiunge una “W” prima di “ego.”) Wego (qualcuno ripete “Wego!”). Sono il Maestro e l’umano insieme. Tutto ciò ci porta a… (risate) C’è voluto un bel po’! (applausi)

LINDA: Era fantascienza.

ADAMUS: ) C’è voluto un bel po’! Oh, accidenti! Non è stato molto divertente! Se avessi un ego, ora sarebbe bello sgonfio. Io ho un Wego (più risate). Ora posso rimuovere questa cosa (la lavagna con fogli di carta). Oh, cielo!

Wego (Adamus ridacchia). Non è neppure divertente. Sono il Maestro e l’umano insieme, il vostro nuovo amico. Voi non siete più soli.

L’ego era molto, molto solo. Molto solo. Non aveva amici con cui giocare. Non aveva amici. Con chi parlava l’ego? Con voi e vi massacrava. L’ego non aveva alcun amico, mentre ora noi uniamo l’umano e il Maestro e otteniamo Wego. È la vostra identità. È la vostra storia saggia. Riguarda tutte le vostre esperienze. Sono le grandi storie della vostra vita. È il Wego.

Accipicchia, ha perso la sua forza, vero? (Adamus ridacchia)

Il Terzo Amico

Nella vostra lista di amici che arriva quest’anno, ecco il prossimo. Avete l’umano e il Maestro. Sono i nuovi amici ed eccone un altro che fa il paio con il Wego. È l’energia.

LINDA: Ooh.

ADAMUS: L’energia. Ne abbiamo parlato negli ultimi mesi, nel Keahak ne parlo da un po’ e c’è stata una specie di relazione antagonistica con l’energia. È stato qualcosa a cui pensate, che pensate di volere ma poi ne avete paura perché, beh, nella vostra vita potreste fare cose peggiori. L’ego non sapeva se avrebbe usato male tutta l’energia e il potere e tutto il resto.

Se resterete al Crimson Circle, quest’anno io insisterò – alleggerirò i ranghi, sono a capo dell’ufficio marketing, “Uscite da qui! Andate altrove!” (Adamus ridacchia) Se resterete al Crimson Circle, se quest’anno siete parte di Shaumbra, dovete permettere che l’energia sia vostra amica. Ecco cos’è. Punto. Basta avere una relazione antagonista con l’energia. Basta con le lotte e le battaglie energetiche. Voi dovete permettere che l’energia sia la vostra amica, altrimenti bye-bye.

Dove stiamo andando non c’è posto per il vecchio modo di fare, per la sofferenza e per essere gli schiavi dell’energia. Non c’è proprio posto. Per il resto di noi, di voi che permettete che l’energia sia vostra amica, allora sarà divertente. Sarà facile. Non vi preoccuperete più dell’abbondanza e di tutte le altre cose. Si apre un mondo del tutto nuovo.

Ecco, avete tre cose. Avete un nuovo ego e il Maestro, che ora definiremo Wego. Tutto ciò confonderà molto Freud che non saprà cosa farci. Oh, tenterà di farlo a pezzi. Poi avete l’energia.

Per quest’anno facciamo un bel respiro profondo.

Ora – devo bere qualcosa – ora passiamo alla parte divertente. Arriviamo alla merabh, cioè quando smetto di parlare e voi vi addormentate. Prima che io passi alla merabh, lasciate che vi spieghi un po’ di ciò che sta accadendo qui.

 

L’Ospite di Oggi

Vi ricordate il nostro caro amico John Kuderka? Non se n’è andato da molto tempo. John ha avuto molto da fare in laboratorio – non in lavanderia, in laboratorio (qualche risata) – a lavorare. Prova molta passione per Shaumbra. Sapete, si è seduto di nuovo alla sua scrivania, oggi avete notato che c’era un po’ di casino e di caos? (lo staff dice “Sì”) Uh huh. Lo avete notato appena abbiamo iniziato a lavorare sul viso di John c’era un gran sorriso. Dice, “Oggi farò casino,” e l’ha fatto. Tutta l’agitazione di oggi e l’andare avanti e indietro era solo John che si divertiva. Era molto amante dell’ingegneria, era molto mentale.

John non era ciò esattamente quello che considero un grande comunicatore (Leslie ride e Adamus ridacchia) neanche ad immaginarlo, ma lui provava un amore assoluto per Shaumbra e per il lavoro. L’ha fatto per molto tempo, per molte vite. Non era la sua prima vita qui.

Quando è transitato si è preso un impegno. Ha detto, “Lavorerò su questo” – la chiamava così la tecnologia – “una comunicazione tecnologica, un collegamento” quando è giunto dall’altro lato perché si è reso conto che una delle cose più toste per Shaumbra e per lui è come comunicare, come connettere l’umano, l’ego, con il Maestro e meglio ancora con l’Io Sono, la divinità? Come lo si fa? Perché quando una persona è rinchiusa nella mente e di fatto è limitato dal suo ego e dalla sua mancanza di fiducia nel suo ego, come potrà mai superare tutto ciò ed effettuare la connessione, l’umano e il Maestro?

Beh, lui ci ha lavorato sopra negli altri reami. Viene agli Shouds e oggi è qui con noi, come potete notare dalla – ahem – tecnologia incasinata. Sapete, il suo punto per tutto voi è che senza di lui la tecnologia è molto più tosta. Sì, sì, un po’ di ego, John. Sorride, anzi ride perché sta lavorando su questo collegamento, su questa tecnologia e infatti sta lavorando un po’ con Tesla, ma fa molto da solo proprio perché conosce Shaumbra in profondità.

Oggi è voluto venire per presentarcelo e lo faremo subito con la merabh, con Wego e con i nuovi amici.

Non so bene cos’ha in mente e può confondere un po’ Cauldre, perché io sarò qui ma John potrebbe andare e venire. Vediamo cosa succede mentre lo portiamo dentro.

Facciamo un bel respiro profondo e diamo il benvenuto a John Kuderka.

Uh, si aspettava qualche applauso (il pubblico applaude e fa il tifo).

Ottimo. Partiamo con la musica e introduciamolo.

 

La Merabh della Connessione

Un bel respiro profondo.

(parte la musica)

Oggi abbiamo parlato dell’ego. Lo hanno reso un vero cattivone, una cosa cattiva. Non è così. Sono le vostre storie. Sono le vostre esperienze. Finora le avete vissute quasi tutte attraverso gli occhi degli altri, attraverso la vostra percezione di ciò che gli altri pensavano di voi. Ecco come l’ego fu creato e sviluppato dai vostri genitori o amici o mogli/mariti o altro. L’ego è molto, molto fragile, estremamente fragile, perché di fatto non era roba vostra.

Ora torniamo a ciò che è vostro – voi – il vostro senso di consapevolezza, la vostra percezione di voi senza l’input di qualcun altro.

È stata – ora io parlo per John – è stata una delle sfide più grandi che ha avuto l’anno scorso lavorando su ciò che definiamo un programma. Era il tipo che si occupava di ingegneria del software, quindi per lui tutto è un programma e questa una delle sfide più grande. Come superate l’ego, il senso d’identità che non è del tutto vostro? Fu costruito dagli altri. Come arrivate a Voi?

Voi – di nuovo, è qualcosa che ha confuso John – si è reso conto, ha scoperto che voi non siete neppure i vostri pensieri. Quello non siete voi, ma vi identificate con ciò che infilate nello stesso cestino con il vostro ego. Come superate i vostri pensieri per tornare in contatto con Voi?

Poi si è reso conto che quasi nessuno conosce il vero Voi. Quasi tutti si identificano con i loro pensieri, il loro ego, il vecchio ego che si basava su come gli altri vi percepivano.

Poi John ha preso in considerazione la cosa del connettersi con il Maestro, con la saggezza. Come fate senza i vecchi pensieri ed i vecchi limiti? Come portate dentro queste cose, le cose di cui stiamo parlando e cioè i vostri nuovi amici per questo anno? Come vi connettete all’energia? Ecco cosa lo ha affascinato di più, come vi connettete all’energia?

Sapete io, Adamus, dico che l’energia è la canzone dell’anima. L’energia è comunicazione, come vi connettete a lei? Se non lo fate dal vostro ego e dai vostri pensieri, come vi connettete da chi siete davvero, dalla vostra percezione, dalla vostra consapevolezza di voi?

Ecco, John ci ha lavorato sopra nel suo laboratorio.

Ogni tanto vado a trovarlo ed inizio una conversazione amichevole, “Ehi, John Kuderka, come va qui? La porta è sempre chiusa, è chiusa a chiave. Sei stato qui per molto, molto tempo. Come va qui?”

John si gira, mi guarda e dice, “Urhh, ci sto lavorando.” (qualche risata). Un bravo comunicatore. Lo so, sapevo che sarebbe stato molto diligente in ciò che fa.

Sono andato a trovarlo sei settimane fa, ho bussato alla porta e ho sentito la sua voce, “Non c’è nessuno.” Ho bussato di nuovo e ho detto “John, sono Adamus. Non puoi prendermi in giro.”

Lui, “Ho da fare. Ci sono quasi. Torna domani.”

Il giorno dopo sono tornato e John aveva un bel sorriso sul viso – voglio dire, non proprio ma una specie di grande sorriso e ha detto, “Penso di esserci.” Ha detto, “Ho sviluppato un patch, una toppa” – lui era un programmatore, tipo ingegnere e quindi lui pensa così – “Ho sviluppato un patch, qualcosa che connette il vero umano al Maestro, il vero umano all’energia.”

Io, “Come funziona, John?” Ha iniziato a dirmelo ed io, “Ehh, no. Non mi serve tutto quel linguaggio da ingegnere. Funziona, John? Funziona?”

E lui, “Sì, funziona.”

Io ho detto, “Come fai a dirlo? Come lo sai?”

Lui, “Sai, non molto tempo fa sono tornato a me come umano sul pianeta in questa vita. Sono tornato a me, un anno o due prima di transitare e l’ho provato su di me, un po’ come tornare indietro nel tempo.” Ha aggiunto, “Ciò ha cambiato la mia vita. Qualcosa è cambiato. È stato proprio il periodo in cui ho iniziato a rendermi conto che non sarei rimasto ancora molto sul pianeta e quindi non m’importava se non funzionava; al limite avrebbe ucciso solo me.” Ha detto, “L’ho provato su di me ed è cambiato. Ho iniziato a comunicare in modo diverso con me, con la mia amata Leslie …” (Adamus ha la voce strozzata) “… con gli altri.” Ha detto, “Ho iniziato ad essere consapevole delle cose negli altri reami e sì, all’inizio il mio vecchio ego ha detto che io ero pazzo, poi mi sono reso conto che non lo sono.”

Ho detto, “John, aspettiamo dopo il primo dell’anno per farti entrare. Tu verrai perché io parlerò dei nuovi amici. Io parlerò dell’amica che è l’energia e del nuovo ego che definiremo Wego. Facciamolo.” Ecco per cosa siamo qui.

Facciamo un bel respiro profondo e permettiamolo.

Cos’è? John lo definisce un patch, un aggiornamento. Lui continuava a mettere pezze al software del Crimson Circle.

Era proprio bravo, interveniva su qualcosa che era rotto e gli metteva una pezza e così una parte parlava all’altra. Bonnie lo chiamava, forse Jean lo chiamava e gli dicevano, “Oh, questo software non funziona,” e lui ci metteva una pezza. Lo faceva parlare.

Ciò che ha fatto è stato sviluppare ciò che potreste definire una specie di patch della coscienza, un aggiornamento e v’invita, io v’invito a fare un respiro profondo e a permettere – lui non vuole passare molto tempo a spiegarvelo, permettetelo e basta – che vi apra a quella connessione, al Maestro che non è più sfuggente e non è altrove. Non sentirete parole, quindi sarà il sapere interiore che il Maestro e voi siete insieme.

Fate un respiro profondo e permettetelo.

Anzi, John dice “Che sia vostro.” Non è suo. Lui la definisce roba gratis. Sorgente aperta. Chi è pronto può respirarlo dentro di sé. È – come diresti tu, John? – è un aggiornamento energetico? No.

John dice, “Provatelo e basta. Funziona. Smettetela di tentare di capirlo. Funziona e basta. “

Cos’è? È il collegamento che connette l’umano e il Maestro. È un conduttore, un sentiero, una connessione. Ora sono due punti di luce che si connettono in modo elegante e con facilità, l’umano e il Maestro senza la lotta e senza il mentale. Lui ha capito un tipo di circuito che permette che una persona superi il pensiero.

(pausa)

Il prossimo è il collegamento dall’umano e il Maestro, dal vostro Wego all’energia.

L’energia è una canzone. È la comunicazione che però raggiungeva orecchie sorde. In un certo senso non era integrata nella vostra vita. Era un gran bel concetto, ma come lo portate dentro davvero?

Come vi connettete davvero?

Come diventate amici di qualcosa che in realtà è già voi?

Come bypassate i pensieri del vecchio ego, le critiche e i giudizi e tutto il resto del vecchio ego per fare communing con l’energia e lasciare che sia vostra amica?

Ecco, John v’invita a respirarlo dentro, questo bel – lui lo definisce un circuito elegante. Hm. Che ingegnere.

Che ingegnere.

(pausa)

Come un sentiero, una connessione tra voi e l’energia, la vostra energia.

(pausa)

John insiste molto sul fatto che non è di sua proprietà. Non è suo. Lui vi sta solo aiutando a diventarne consapevoli. Lui ha capito il tipo di, penso lo definireste il sentiero, il circuito, il programma di software che in modo energetico era già dentro di voi, era sepolto in profondità.

Non è come se vi mettessero un impianto o cose del genere. Voi diventate solo consapevoli di una connessione molto naturale e molto bella – dal Maestro all’umano.

Non c’è bisogno di dire molte parole. Ecco l’eleganza di questo circuito. Non c’è bisogno di dire molte parole.

Sapete com’e con un amico molto stretto con cui non avete bisogno di parlare in continuazione? Proprio così.

Fate un respiro profondo e tutto ciò che dovete fare è permetterlo.

(pausa)

Il collegamento tra il Maestro e l’umano.

Sapete, avete trascorso gli ultimi due anni tentando di capirlo – “Cosa faccio? Come ci arrivo? Cosa devo fare per connettermi con il Maestro?” – e in un certo senso John ha aperto la consapevolezza, il sentiero creando l’esempio così che voi possiate aprirlo dentro di voi.

Ora la stessa cosa, il punto di connessione tra l’umano, il Maestro e l’energia.

John dice che nel suo lavoro ha dovuto tornare alla semplicità assoluta – usa il termine quasi una “semplicità punto zero” – perché ogni volta che iniziava ad essere complesso, ogni volta che ricominciava – come dice lui – a tentare di applicarci la logica, tutto finiva in pezzi. È arrivato quasi alla semplicità punto zero, poi è diventato selvaggiamente consapevole di una connessione naturale, un collegamento naturale che esiste già tra l’umano saggio e l’energia.

Fate un bel respiro. Sentite dentro di voi il progetto elegante di questa connessione.

Un bel respiro profondo.

(pausa)

Ora noi portiamo in quest’anno i nuovi amici come il Maestro, l’energia e l’ego o Wego. Li portiamo in quest’anno ed ora apriamo il collegamento, la connessione e così ciò che abbiamo è tutto questo interagire, fluire e riunirsi.

Se avete mai sentito di aver perso la connessione con il Maestro o che sta svanendo, se vi siete mai sentiti come se steste perdendo l’amicizia con l’energia, tornate a questo.

Stavo per dire, chiamiamolo il Collegamento Kuderka, ma a lui non piace. Ha detto che è vostro. È tutto vostro.

Ci fa notare che non è stato lui il primo a trovarlo, lo chiama patch o pezza. Non è il primo a farlo. Gli altri non l’hanno condiviso, è tutto qui. Non sono rimasti sul pianeta, non sono riusciti a canalizzarlo attraverso un altro umano. Lui non è stato il primo, ma è il primo ad avere la gioia di condividerlo.

Facciamo un bel respiro profondo.

Il patch, il collegamento tra l’umano, il Maestro e l’energia.

Facciamo un bel respiro profondo, mentre iniziamo l’anno nuovo, il vostro migliore anno di sempre. Oh, il mondo sarà un gran casino (qualche risata), ma sarà il vostro anno migliore di sempre.

(la musica sfuma)

Detto questo, ringraziamenti di cuore e riconoscimento a John Kuderka, che dice che tornerà e la prossima volta non farà casino con la tecnologia. Doveva provarci che c’era davvero. Ecco, un riconoscimento speciale a John e a tutto di voi.

Ricordatevi solo che tutto è bene in tutta la creazione.

Grazie e Felice Anno Nuovo. Felice Anno Nuovo (il pubblico applaude).